Politik | la sentenza

Bacchettata all'Unione commercio

Il Consiglio di Stato conferma i 22.000 mq di superficie di vendita del Waltherpark e il giudizio sull'associazione: "Difende solo i negozianti del centro storico"
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Foto: Waltherpark Spa

L’Unione commercio ed alcuni suoi associati ci hanno provato: a loro detta il centro commerciale al Waltherpark avrebbe dovuto avere una superficie di vendita di 13.000 mq con  9.000 mq di “Mall”, termine che indica le superfici utilizzate per la circolazione della clientela. Prima il Tar di Bolzano e poi, con sentenza depositata due settimane fa, il Consiglio di Stato, hanno però dato ragione alla società che fa capo al magnate austriaco René Benko, ed anche, ovviamente, al Comune e alla Provincia, che avevano rilasciato le relative autorizzazioni. Per i giudici non vi sono dubbi che il Piano di riqualificazione urbanistica (P.R.U.) consenta di realizzare a due passi dalla Stazione dei treni 22.000 mq di vendita, e, si può dedurre, una “mall” di almeno 8-9.000 mq. Ma la cosa però forse più interessante è che nel loro pronunciamento i giudici confermano la “non legittimazione” e il "non interesse" ad agire nella causa da parte dell’Unione, in quanto essa "non agisce a tutela di interessi riferibili alla categoria rappresentata”, bensì ad esclusivo interesse dei commercianti del centro storico. Un’accusa pesante quella espressa contro l'associazione di categoria, che, appunto, pare abbia resistito in appello soprattutto per le pressioni di alcuni commercianti dei Portici, e ciò nonostante il loro presidente, Thomas Rizzolli, contraddicendo nei fatti questo atteggiamento di forte preoccupazione degli associati, proprio ieri abbia definito il Waltherpark "già superato" . Da sottolineare anche che a rafforzare la sensazione espressa dai giudici è stata sicuramente anche la mossa della Waltherpark spa che per dimostrare la "parzialità" dell'Unione ha trovato tre associati che si sono schierati dalla sua parte.

Tornando al merito della questione, come si ricorderà, dopo il referendum consultivo in cui il 65% dei votanti bolzanini si espresse per il “sì”, l’allora Commissario straordinario del Comune, Michele Penta, nell’aprile 2016, sottoscrisse l'accordo di programma relativo al Piano di Riqualificazione Urbanistica (PRU) di via Alto Adige, via Perathoner, viale Stazione e via Garibaldi presentato dalla Waltherpark spa. Alcuni commercianti del centro storico e l’Unione commercio impugnarono subito gli atti, perché secondo loro la “programmata realizzazione della superficie complessiva di vendita pari a 22.000 mq.,  violava il limite massimo previsto da una delibera del Comune “che avrebbe riferito detto limite alla superficie lorda e non a quella, netta, così detta, di vendita”.

Una sentenza "critica"

Nel 2017 il Tar respinse il ricorso, poiché, “nel quantificare i limiti dimensionali della destinazione commerciale”, il P.R.U., ad avviso dei giudici, “ha fatto espresso riferimento alla superficie di vendita e non alla superficie lorda”. Nel respingere il ricorso il Tar di Bolzano aveva, come detto, “accolto l’eccezione di difetto di legittimazione attiva di Unione Commercio Turismo Servizi Alto Adige, poiché la ricorrente “non agisce a tutela di interessi riferibili alla categoria rappresentata”, bensì ad esclusivo interesse dei commercianti insediati nella zona limitrofa alle nuove superfici commerciali previste nel contestato P.R.U”.

Facendo appello al Consiglio di Stato l’Unione Commercio Turismo Servizi ha denunciato “l’errore di giudizio in cui sarebbero incorsi i giudici di prime cure nel negare la legittimazione e l’interesse ad agire”. A suffragio della propria richiesta l’Unione ha citato uno studio allegato al P.R.U che avrebbe confermato gli effetti negativi “per le attività commerciali del centro cittadino conseguenti alla realizzazione della superficie di vendita superiore a 30.000 mq”. 

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La Mall Così dovrebbe venire secondo i rendering la mall del Waltherpark

 

I Giudici del Consiglio di Stato hanno valutato questa parte dell’appello infondata in quanto l’interesse “è disomogeneo per la categoria rappresentata dall’Unione”. I giudici intendono cioè dire che l’associazione di categoria si preoccupa della “tutela di alcuni iscritti, quelli già insediati nel centro storico”,  ma si contrappone “ad altri iscritti che ambiscono ad insediarsi nel centro commerciale”.

In modo paradigmatico, aggiungono i giudici, il limite dimensionale previsto dalla delibera comunale “sulla destinazione commerciale nella zona non salvaguarda affatto l’intera categoria rappresentata dall’Unione, sebbene coloro i quali, in ottica conservativa, mirano a contenere l’espansione degli esercizi commerciali nel centro di Bolzano”.

La replica dell'Unione

A riguardo, òa posizione dell’Unione commercio al riguardo è la seguente. “L’ulteriore avviso del Giudice amministrativo, pur di carattere meramente processuale, secondo cui l’iniziativa dell’Unione potrebbe essere divisiva per la categoria rappresentata perché volta a tutelare i commercianti del centro ma non anche i commercianti che intenderanno insediarsi presso il nuovo centro commerciale – dicono i vertici in una presa di posizione inviata a Salto -  non appare condivisibile, pur prendendone ovviamente atto”.

Quanto al merito del ricorso l’Unione precisa di aver “proposto un ricorso al TAR Bolzano non per contrastare il nuovo centro commerciale Waltherpark, ma solo nel punto in cui – diversamente dal generale principio urbanistico per cui le superfici di commercio al dettaglio comprendono anche quelle accessorie – il Piano di riqualificazione urbanistica di Via Alto Adige aveva stabilito che presso tale centro queste andavano computate come superfici al netto di quelle accessorie. Inoltre, il ricorso era finalizzato a far dichiarare che i corridoi del centro commerciale non sono utilizzabili come spazi di vendita”.

“In attuazione del suo Statuto – si legge ancora - tale iniziativa mirava chiaramente a far sì che per l’intera categoria dei commercianti potesse valere un unico criterio legale per il calcolo delle superfici di vendita al dettaglio, e che le superfici accessorie non potessero essere usate per il commercio al dettaglio. Il TAR e ora il Consiglio di Stato hanno stabilito che presso tale centro commerciale può essere però applicato il diverso criterio delle superfici nette poiché si tratta di un caso peculiare in cui non valgono i principi urbanistici generali. Ciò in quanto il PRU è uno strumento particolare in cui si coniugano tra di loro aspetti urbanistici e aspetti di carattere commerciale. Inoltre, ha stabilito che nei corridoi e negli spazi di movimento del centro non potrà essere esercitato il dettagli. L’Unione considera importante tale chiarimento, poiché delimita l’ambito applicativo di tale particolare criterio al solo caso del PRU di Via Alto Adige”.

L’associazione di categoria, precisa, infine, che “al di là dell’impatto del nuovo centro nei confronti dei commercianti del centro, e del fatto che il ricorso non mirava né ad impedire la realizzazione del nuovo centro né tantomeno ad ostacolare quei commercianti che intenderanno insediarsi presso di esso, l’iniziativa dell’Unione era nell’interesse di tutti i commercianti perché mirata a garantire un’applicazione uniforme del criterio di calcolo delle superfici di vendita su tutto il territorio provinciale”.