Gesellschaft | Giornata internazionale dei Popoli Indigeni

L'Alto Adige è un territorio sensibile

Domani ricorre la giornata internazionale dei popoli minacciati. Qui a Bolzano esiste un'associazione che si occupa di sensibilizzare e informare agli altoatesini sulle sorti di culture molto distanti ma anche vicine.
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Sabrina Bussani collabora da dieci anni con l'Associazione Popoli Minacciati di Bolzano, e da allora si preoccupa di dare voce a popolazioni molto spesso inascoltate perché distanti geograficamente e culturalmente. Si tratta degli indigeni del Sud America o dell'Asia, minacciati dall'avanzata prepotente della cultura occidentale e dei suoi interessi, per lo più economici. "Spesso sono multinazionali occidentali quelle che costruiscono dighe, distruggono foreste e mettono in pericolo popolazioni che non hanno gli strumenti per difendersi" ha commentato Sabrina Bussani.

L'associazione per cui lei lavora è un'associazione internazionale, la cui sede principale è a Gottinga. Ogni realtà distaccata - Vienna, Sarajevo, Bolzano - è molto indipendente nelle proprie scelte, e cerca di avvicinarsi il più possibile alla realtà locale. "Se a Sarajevo si occupano di far dialogare le culture che vivono la città dopo la guerra degli anni Novanta, qui a Bolzano diamo molta rilevanza a Sinti e Rom. Sono due popolazioni presenti sul territorio ed è importante informare gli altoatesini e sensibilizzarli sulla loro realtà" ha commentato la collaboratrice.

"Questo è un territorio molto sensibile alle problematiche dei popoli minacciati, e siamo contenti di lavorare qui" ha affermato Bussani, che ha continuato: "Ci siamo resi conto che qui in Alto Adige c'è una grande comprensione non solo della dimensione globale di questo problema ma anche delle responsabilità che noi, in quanto cittadini del mondo occidentale, abbiamo". Le operazioni che mettono in pericolo i popoli indigeni spesso danneggiano l'ambiente in cui vivono, e sono a opera di imprese e aziende dei paesi più avanzati, come ad esempio l'Enel che sta costruendo dighe in Cile, distruggendo i territori delle popolazioni autoctone. "Se abbiamo delle difficoltà a farci sentire dalla politica e dalle multinazionali, altrettanto non vale per la popolazione, che si sente comunque responsabile e, alla fine, ha un peso politico non indifferente", conclude la volontaria.