Gesellschaft | la coop

Il camp terapeutico-riabilitativo

TimeAUT ha organizzato una settimana intensiva per bambini con autismo in vista della ripresa dell'anno scolastico. "Una richiesta dei genitori".
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Foto: TimeAUT cooperativa sociale

Il progetto KampAUT, illustrato nei giorni scorsi a Laives, è un centro estivo che basa le sue fondamenta su concetti come il gioco e l'apprendimento ed è rivolto ai bambini seguiti dalla cooperativa TimeAut. “Questo è un progetto a cui tengo tantissimo” - spiega Sophie Gasparotti, Presidente della Cooperativa TimeAut – “e nasce dall'esigenza manifestata da diversi genitori di avere un sostegno nella settimana antecedente l'inizio della scuola che all'epoca, nove anni fa oramai, facevano notare come non esistesse alcun tipo di progetto per bambini con autismo.  KampAUT prende spunto da altre realtà attive sul territorio nazionale. La Summerschool, organizzata dall’associazione Camisanese ABAut con cui siamo molto in contatto da sempre, ne è sicuramente un esempio: hanno creato una scuola estiva e noi ci siamo ispirati al loro modello apportando però alcune modifiche, come la variazione dell'orario giornaliero che, nel nostro caso, è dalle 9 alle 16. Questo ci garantisce di attuare sui bambini un lavoro altamente individualizzato che richiama quello che già facciamo durante l'anno, ma con la formula dell'intensività, trattandosi comunque di un campo estivo terapeutico-riabilitativo.  Ci rendiamo conto che sia una formula difficile da inquadrare perché, di fatto, non esiste un altro progetto di questo tipo e infatti anche nel richiedere i contributi non è mai facile capire in quale schema rientri”

A KampAUT i ragazzi seguono una programmazione delineata e quindi il momento più impegnativo è quello della mattina.  “Il gruppo dei piccoli alterna momenti molto strutturati, a momenti di gioco e di abilità sociale e autonomia. Per i grandi abbiamo invece deciso di provare a fare qualcosa di diverso: abbiamo creato dei temi che caratterizzeranno la settimana e tutte le attività svolte. L'anno scorso il tema approfondiva i quattro elementi naturali (acqua, aria, terra e fuoco). Quest'anno invece il prescelto è stato scopriamo il cibo, il tutto ovviamente condito da gite e attività in esterna. Durante questa settimana siamo stati ospitati all'interno di una latteria di Lagundo che ci ha spiegato la produzione del formaggio, poi abbiamo scoperto la produzione delle mele, la fabbrica della Loaker, il museo delle api...Insomma, abbiamo girato parecchio! L'idea di base è quella di partire da un'esperienza e poi farne una breve lezione e avere gruppi molto piccoli garantisce che i ragazzi possano assimilare davvero bene i vari concetti proposti. Il nostro punto di forza è sicuramente questo: essere molto focalizzati su un caso specifico e conoscerlo bene”

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Animatori Gli operatori della cooperativa TimeAUT durante il camp (Foto TimeAut)

 

Ma KampAUT è anche socializzazione e convivialità. “Quest'anno - aggiunge Gasparotti -  abbiamo avuto bambini che hanno stretto davvero amicizia tra loro e questo per noi è un ottimo risultato, mai scontato.  Pranziamo tutti assieme e il pomeriggio è visto come un momento più ludico, con attività come la ginnastica cognitiva e il lavoro sulle funzioni esecutive. Le famiglie sono sempre state molto contente e noi abbiamo visto diversi risultati nel corso degli anni. La presentazione a Laives, infatti, è stata organizzata in primis per i genitori, per dar loro una restituzione delle attività svolte dai figli nel corso della settimana e, in secondo luogo, per far conoscere questa iniziativa che riteniamo essere molto valida e che meriti di essere sostenuta. Un progetto di questa portata ha a livello economico un costo notevole che noi non possiamo ripartire esclusivamente sulle famiglie, perché sennò non potrebbero permetterselo, e di fatto la cooperativa ci va in perdita ogni anno. Questa presentazione crea visibilità e magari a volte capita anche qualche donatore che decide di sostenerci. Progetti come questi possono davvero fare la differenza sia per i bambini, che per le famiglie”

Il servizio della cooperativa TimeAut è attivo tutto l'anno: gli operatori specializzati svolgono interventi in sede o domiciliari e al momento seguono all'incirca quarantacinque bambini tra Bolzano e Trento.

“Il nostro approccio teorico - spiega Gasparotti - è basato sull’analisi applicata del comportamento (ABA), scienza nella quale crediamo fortemente. Collaboriamo con le scuole e la NPI (neuropsichiatria infantile), ma nel caso del servizio pubblico, anche a causa dell’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto negli ultimi anni, ci sono liste di attesa molto lunghe. I genitori decidono quindi di rivolgersi ai privati per poter accedere alle terapie in tempi più brevi, o di affiancare al servizio offerto dalla sanità pubblica anche un servizio privato, così da incrementare il monte ore totale di terapia settimanale abbracciando le indicazioni delle linee guida internazionali e nazionali sul trattamento del disturbo dello spettro autistico. In questo modo si viene a creare una rete di professionisti che collaborano tra loro per uno scopo comune. Nel pratico abbiamo un monte ore più intensivo rispetto a quello di altri centri: i bambini fanno da un minimo di quattro ad un massimo di dieci ore a settimana e nei pacchetti di presa in carico sono compresi, oltre alla terapia 1:1 con il bambino, parent training, teacher training e consulenze.  Ovviamente non tutti i bambini hanno la necessità di fare dieci ore settimanali, però il minimo di quattro noi l'abbiamo fondamentalmente imposto per avere la possibilità di seguire al meglio i genitori e collaborare con le scuole in maniera funzionale. Quelli che seguiamo non sono bambini che escono da questa situazione critica, gli interventi terapeutici sono sempre a lungo termine. Nel percorso di crescita dei nostri ragazzi, ad ogni tappa di sviluppo corrispondono nuove sfide da affrontare e noi siamo pronti a supportarli nell’acquisizione delle nuove abilità necessarie in ogni fase. Molti dei nostri bambini hanno bisogno delle terapie per tutto il resto della loro vita. Magari - conclude Gasparotti - raggiungeranno dei buoni livelli di autonomia e magari ad un certo punto potranno essere semplicemente seguiti da lontano, ma soprattutto nei primi dieci anni ci deve essere un lavoro enorme dietro e allora forse, da quel momento in poi, potrebbe succedere che ci sia meno bisogno di supporto da parte nostra. Obiettivo a cui aspiriamo ogni giorno.”