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Bonus docenti, niente da fare

Scuola, bocciate le due mozioni delle minoranze, di Urzì e di Verdi, M5s, Team K, Pd, Freiheitlichen e Stf. La giunta: “Dieci milioni per la formazione”.
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Foto: Pixabay

Strada sbarrata in consiglio provinciale per le due proposte delle minoranze in tema di scuola. La prima, la “Carta del docente” su modello di quanto previsto dalla “Buona scuola” nazionale, promossa da Verdi, M5s, Team K, Pd, Enzian, Freiheitlichen e Südtiroler Freiheit, riguardava la dotazione per ciascun insegnante di un massimo di 500 euro l’anno per acquistare hardware e software, frequentare corsi di aggiornamento all’estero, corsi online e specializzazioni. La seconda, sottoscritta da Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia), proponeva sulla falsariga della precedente istanza “un bonus di 500 euro destinato ai docenti di ruolo per la loro formazione e aggiornamento professionale, come previsto in tutta Italia”. Entrambe sono state ritenute superflue dalla giunta Svp-Lega, in quanto la Provincia starebbe già valutando l’impiego di 10 milioni di euro per la formazione degli insegnanti - e non hanno incontrato il favore dell’Aula.

 

Mozioni respinte

 

I due dispositivi sono stati respinti, il primo con 16 no, 14 sì e un’astensione e il secondo con 16 no, 11 sì e 3 astensioni.

A pesare sono stati i pareri dei consiglieri di maggioranza e soprattutto degli assessori, che hanno risposto agli interventi nell’assemblea a sostegno delle mozioni. Brigitte Foppa (Verdi), prima firmataria del testo numero 330, ha sostenuto le ragioni del recepimento anche in Alto Adige della “Carta del docente”, introdotta con la legge 107 del 2015 sulla “Buona scuola” (governo Renzi). “La giunta - ha detto - ha sempre detto no invocando le competenze provinciali sulla formazione ai sensi dello Statuto di autonomia. Ma anche gli insegnanti della provincia di Bolzano devono avere la possibilità di accedere a questo bonus, per garantire un salto di qualità al proprio lavoro”.

La giunta è disposta ad erogare quest’anno 10 milioni euro quale bonus non burocratico una tantum per la formazione (Philipp Achammer)

 

 

Dopo gli interventi di Urzì e degli altri consiglieri di minoranza l’ultima parola l’hanno avuta Philipp Achammer (Svp) e Giuliano Vettorato (Lega), assessori all’istruzione di lingua tedesca e italiana. Achammer ha ricordato che “il bonus docenti fosse inteso da Renzi come un elemento dello stipendio”. Accanto a ciò, c’è il fatto che “la giunta altoatesina spende già 900.000 euro per la formazione degli insegnanti, di cui possono beneficiare anche i docenti non di ruolo, e a costo zero”. Inoltre l’esecutivo, ha precisato, “è disposto ad erogare quest’anno 10 milioni euro quale bonus non burocratico una tantum; ci si è già confrontati due volte con i sindacati e si concluderà nei prossimi 10 giorni. L’aumento dello stipendio per i docenti delle scuole statali costerà inoltre 70 milioni. Al fine di attrezzare digitalmente insegnanti e scolari si utilizzeranno anche i fondi del Recovery fund”. Vettorato ha poi ribadito che la Provincia intende “riconoscere gli sforzi della categoria durante il lockdown, e a questo scopo si tratta con i sindacati mettendo a disposizione i 10 milioni già citati come bonus”. Oggi è prevista “l’ultima riunione”.

Il bonus valido in tutta Italia non è e non sarà previsto in Alto Adige. La Provincia ha detto no (Alessandro Urzì)

Amaro dopo il verdetto dell’assemblea il commento di Urzì (Fdi). “Il bonus previsto in tutta Italia, non lo è e non lo sarà in Alto Adige. La Provincia ha detto no. Saranno allo studio altri provvedimenti, in ballo 10 milioni di euro ma nessuna chiarezza su come saranno investiti. Da parte nostra abbiamo ricordato che si parla del bonus docenti dal 2018 e siamo in drammatico ritardo, unici in Italia. E soprattutto che gli insegnanti dell’Alto Adige, sia quelli di ruolo che i precari, hanno le stesse esigenze e gli stessi doveri, ma anche gli stessi diritti, rispetto alla formazione, all’aggiornamento e alla didattica dei colleghi del resto d’Italia. Argomenti che non hanno scalfito la maggioranza Svp-Lega che ha bocciato la misura”.