"L'assegno di cura da solo non basta"
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Ubaldo Bacchiega, lei è referente per le diverse abilità del Comune di Bolzano. Negli ultimi decenni l’attenzione e la sensibilità per i problemi legati alla disabilità sembrano piuttosto aumentati. E‘ così?
Certamente, oggi la diversa abilità è maggiormente conosciuta, ma rispetto agli anni Sessanta in cui sono nato esiste meno solidarietà perché tendiamo a delegare tutto: al volontariato, alla famiglia soprattutto. Spesso vado a tenere corso di formazione per volontari e dico sempre che se imparassimo dai bimbi sarebbe tutto meno complicato. Non basta dire no alle barriere architettoniche perché prima vanno rimosse quelle mentali.
Lei si muove da sempre in carrozzina. Questi miglioramenti li riscontra nella sua vita di tutti i giorni?
Qui vengo alla seconda domanda: negli ultimi anni le leggi in materia di barriere architettoniche sono assai avanzate, ma spesso disattese oppure i tecnici talvolta non chiedono direttamente alle persone direttamente interessate.Sono anni, per esempio che chiedo di abbassare le pulsantiere di chiamata ai semafori perché chi ha difficoltà agli arti superiori non ce la fa. Oppure esistono condomini dove prima di arrivare all’ascensore ci sono gradini. Mi chiedo se i progettisti pensino in modo globale oppure no. Per esempio sugli autobus extraurbani con la sedia a rotelle non puoi salire e questo è pazzesco. Ormai nel 2023 non si dovrebbe più parlare di barriere architettoniche in quanto e sono il prodotto di quelle mentali.
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Sua madre Angiolina da molti anni denuncia tra i problemi più grossi quello del „dopo di noi“, e cioè chi si prende cura e come delle persone disabili dopo la morte dei genitori. Ora sembra che la prima struttura pensata per rispondere a questa esigenza possa nascere in via Visitazione. Ma c’è chi non è d’accordo. Cosa ne pensa?
Chi per primo in Consiglio comunale affrontò il tema importantissimo del dopo di noi fu il sottoscritto. Il 7 agosto c’è stata una Commissione congiunta in cui la Consigliera comunale di Fdi Anna Scarafoni ha definito il progetto edilizio un cottolengo domotico (esiste il verbale). Una Consigliera comunale di opposizione ha tutto il diritto di criticare un progetto comunale, ma senza offendere. L’art. 54 della Costituzione recita che le Istituzioni devono essere rappresentate con disciplina ed onore. Per questo ho presentato istanza di querela, ma purtroppo se le forze di governo oggi offendono è un segno di debolezza. Le famiglie, i genitori anziani desiderano il meglio per i loro figli e sperano che siano seguiti nel loro percorso di autonomia.
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Quali sono i problemi maggiori che una famiglia con un figlio diversamente abile deve affrontare, anche in un territorio dove gli investimenti di denaro nel sociale non mancano? Dal punto di vista normativo, sia a livello nazionale, sia a livello locale, quali sono le cose più urgenti da fare, secondo lei.
Avere in famiglia una persona diversamente abile significa reggere ritmi, pesi insopportabili. Soprattutto la famiglia, specie nelle valli, vive tutta la solitudine che non merita. Oggi con l’assegno di cura si pensa di aver risolto tutto. Intanto vanno aumentati i livelli, poi occorre ampliare una rete capillare di sostegno affinché non ci si senta solo. Questo per me è l’obiettivo primario.
Lei è candidato nella lista del PD. Per quale ragione una persona dovrebbe votarla.
Con la elezione della Segretaria Elly Schlein ho deciso di candidare nel Pd. Ho sempre creduto che la politica sia un mezzo a favore del bene comune. Una Persona potrebbe votarmi perché da sempre penso per tradurre in pratica le soluzioni possibili per un territorio provinciale a misura di tutti, soprattutto di persone in difficoltà. Quello che propongo è un percorso che dia benessere, autonomia e felicità.