Commissario ad acta
Scuola Fgci e poi Ds, orgogliosamente “mai renziano” e zingarettiano di ferro: questo, in sintesi, il ritratto politico di Carlo Bettio, nominato da Enrico Letta “commissario ad acta” del Pd altoatesino sabato 8 gennaio dopo che la commissione di garanzia nazionale il 16 dicembre 2021 aveva demolito l’architettura del congresso in programma solo alcuni giorni dopo. La decisione giunge in parte inattesa dalla dirigenza bolzanina, ma era già di fatto anticipata nelle frasi conclusive del documento redatto dall’organismo nazionale laddove si prefiguravano “provvedimenti conseguenti” all'annullamento del congresso da parte di Letta. Il pasticcio procedurale del congresso organizzato in fretta e furia sollevando malumori e sospetti nella minoranza si chiude, dunque, definitivamente e viene dunque aperto un capitolo tutto nuovo.
Bettio, 52 anni, padovano, dirigente del Pd della città veneta “ma non politico di professione”, è entrato nella direzione nazionale con l’elezione di Nicola Zingaretti nel marzo 2019, divenendo responsabile dell’organizzazione del partito nel nord Italia. “Sono stato l’unico ad essere confermato nel ruolo dal nuovo segretario Enrico Letta quando ha assunto l'incarico”, dice, con orgoglio. L'8 gennaio Letta lo ha quindi nominato commissario ad acta "per l’indizione del congresso per l’elezione del segretario e dell’Assemblea provinciale e dei segretari di circolo".
“Non è un commissariamento vecchio stile – spiega Bettio – messo in opera per tentare di sanare forti conflitti politici. Qui c’è stato un problema riguardo alle regole e alle procedure e ora è mio compito avviare un percorso per fare in modo che il congresso si svolga in modo ordinato e coordinato, dando spazio a tutte le realtà territoriali e a tutte le componenti, con un confronto vero”. La minoranza che ha annunciato di sostenere la candidatura di Elio Dellantonio sperava forse di avere un po' più di tempo per prepararsi alla sfida, ma il mandato di Bettio prevede che le operazioni congressuali debbano concludersi perentoriamente entro il 28 febbraio. “Ovviamente c’è un margine di incertezza legato agli sviluppi della pandemia – spiega Bettio – ma il mio obiettivo è di procedere celermente e di rispettare i tempi magari utilizzando quando possibile le nuove tecnologie nella fase preparatoria. Intendo comunque svolgere il mio compito in punta di piedi”, precisa. Bettio, infatti, non ha avuto da Letta pieni poteri. Restano quindi in carica il segretario Alessandro Huber, il tesoriere, e la commissione provinciale di garanzia.
Alessandro Huber, come nel suo carattere, non si scompone. “Spiace per l’errore procedurale – commenta – ma così ora siamo tutti certi che l’iter sarà inoppugnabile. Per me va bene così, sono felice di poter celebrare il congresso e ovviamente riconfermo la mia candidatura sulla base di un progetto politico ampio che possa riportare il centrosinistra al centro della scena politica provinciale”. La minoranza, questo è certo, darà battaglia.