Ohne Kommandant
Per i tiratori scelti trentini (ops, tirolesi della provincia di Trento) non c’è pace.
Dopo lo scandalo realtivo all’accordo elettorale che ha coinvolto il consigliere provinciale ed ex capogruppo del PATT Lorenzo Baratter ed i vertici degli Schützen Paolo Daprà e Giuseppe Corona, nei giorni scorsi a mandare in fibrillazione i cappelli piumati era sta l’elezione del Kommandant. Che in un primo momento aveva visto un esito incerto, con una rielezione zoppa di Dalprà davvero per il rotto della cuffia.
L’elezione - convalidata solo dopo diversi giorni di verifiche e discussioni - aveva avuto solo parzialmente un effetto rasserenante all’interno del mondo dei tiratori scelti trentini. Divisi tra l’ala tradizionale, legata a filo doppio al PATT e quella più indipendentista rappresentata da Marco Grossmann (Ominigandi) con il suo movimento Nuovo Trentino Nuovo Tirolo legato ai Freiheitlichen sudtirolesi.
Da qui le dimissioni di Dalprà - nella vita enologo a Folgaria - motivata con una lunga lettera.
Il Kommandant si è detto convinto che occorra “riportare la dovuta tranquillità all’interno della Federazione, già al centro di attenzioni mediatiche per molteplici ragioni”.
Dalprà compie il suo passo indietro nella speranza - scrive - “che questo gesto possa ristabilire quel clima di serenità di cui tutti abbiamo bisogno”. Il comandante uscente fa quindi riferimento alle molteplici sfide che attendono ancora ai Welschtiroler Schützen, osservando che "non potranno essere superate senza ritrovare quell’unità di intenti che fino ad oggi ha permesso una crescita sia quantitativa che qualitativa” del ‘corpo’ trentino.
L’idea di Dalprà è quella di dare il via libera ad una riconvocazione dell’assemblea che consenta di eleggere un gruppo direttivo con una Bundesleitung più solida.
Nel congedarsi dal ruolo di Kommandat, Dalprà non manca di invitare i ‘suoi’ Schützen “a sapersi confrontare con il mondo che sta attorno, non chiudendosi in sterili estremismi che porterebbero all’emarginazione totale del movimento nel quale la politica partitica deve rimanere fuori”.
Dalprà conclude la sua lettera di dimissioni con un chiaro e scontato richiamo patriottico.
“Si tratta di un grande sacrificio per il mio amato Tirolo, che sono disposto ad accettare solo se potrò essere utile per riunire gli Schützen del Welschtirol”