Alto Adige violento

In provincia di Bolzano si registra un incremento della violenza a sfondo sessuale, fisica e psichica sui bambini. C’è il quattordicenne regolarmente picchiato dal padre, la cui madre si schiera dalla parte del marito e non da quella del figlio. C’è il padre che viene a sapere che la sua ex compagna, dopo la separazione, tratta in maniera gravemente diseguale i due figli avuti insieme. C’è poi la mamma in pena per la figlia che a scuola subisce un intenso mobbing.
I numeri e i problemi
A tracciare il quadro è la garante per l’infanzia e l’adolescenza dell’Alto Adige, Paula Maria Ladstätter, nel corso dell’audizione di oggi (10 aprile) in consiglio provinciale. Stando alla Relazione sull’attività svolta nel 2018 sono state effettuate 1.767 consulenze telefoniche e 192 colloqui a tu per tu; a 184 richieste arrivate via mail e a 13 pervenute tramite i social media è stata data risposta.
La politica non risparmi in termini di risorse destinate a bambini e adolescenti a scuola, nel sociale, nella sanitá, perché si tratta di un boomerang che poi torna
I temi affrontati riguardavano tutela dei minori, abbandono scolastico, trascuratezza, disparità di trattamento e sviluppo consono all’età, conflitti famigliari, separazione e divorzio, diritto di visita di uno dei genitori e corresponsione dell’assegno di mantenimento dei figli, violenza domestica, psichica, fisica e sessualizzata, problemi tra genitori e figli, questioni educative e relative all’affido, integrazione di scolari e scolare più deboli e di bambini con bisogni particolari a scuola e nella quotidianità, mobbing, cybermobbing e bullismo a scuola e nel tempo libero. Parecchie situazioni erano caratterizzate da molteplici problematiche. Complessa, del resto, è la maggior parte dei casi, la relativa elaborazione è impegnativa e si sviluppa nel corso di diversi anni.
In merito ai suicidi Ladstätter ha poi parlato di situazioni famigliari difficili e di difficile collaborazione famiglia-distretto sociale, con allontanamento dell’adolescente, dell’aumento del bullismo non solo a scuola ma anche al di fuori di essa, di forte pressione, della grande difficoltà che vivono i giovani di seconda generazione che vivono in conflitto tra due culture.
Altro dato da sottolineare è che l’anno scorso, rispetto a quello precedente, le richieste sono rimaste costanti: sono state avviate 411 nuove pratiche, in aggiunta alle 696 del 2017 ancora in elaborazione. Sempre nel 2018 la Garante per l’infanzia e l’adolescenza e il suo team hanno partecipato a 75 incontri di rete e di gruppi di lavoro.
Riflettori puntati
La Garante ha sottolineato l’importanza di sostenere la famiglia anche subito prima e subito dopo la nascita dei figli, un momento che spesso mette in crisi le coppie. Nello specifico alla politica Ladstätter chiede di “non risparmiare in termini di risorse destinate a bambini e adolescenti a scuola, nel sociale, nella sanitá, perché si tratta di un boomerang che poi torna”.
Le aree su cui agire non sono poche, a partire dai distretti sociali che spesso si trovano a gestire la terza generazione di una stessa famiglia, e anche questo dimostra che “c’è bisogno di risorse di personale e di mezzi finanziari, di condizioni di lavoro adatte a impedire l’abbandono, perché per le operatrici - in maggioranza donne - è molto pesante. In campo sanitario, ci vuole un servizio pediatrico a disposizione anche nei fine settimana. Non bisogna risparmiare nemmeno sulla scuola, dove aumentano gli alunni con necesitá particolari, da quelli con background migratorio a quelli con diagnosi funzionali. È importante intervenire contro la povertà, presente anche in Alto Adige e altamente condizionante e con Innsbruck e Trento si vuole rafforzare la collaborazione proprio sul tema della povertà”, così Ladstätter che ha infine auspicato un aumento del personale, con la presenza di uno psicologo nel suo team.
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