Politik | Elezioni europee

Non c’è solo la SVP

Anche il “Rassemblement Valdôtain” ammesso al Nord-ovest come lista di minoranza linguistica — senza raccolta firme. Un precedente utile ad altri partiti sudtirolesi?
Rassemblement Valdôtain
Foto: Rassemblement Valdôtain
  • Lo scorso due maggio è stata ammessa nella circoscrizione Nord-Ovest la lista “Rassemblement Valdôtain”, depositata dal suo leader Davide Bionaz in apparentamento a “Libertà” per le elezioni europee dell’8-9 giugno. Il dubbio sulla regolarità era legato alla raccolta firme: la legge elettorale italiana del 1979 per l’elezione del Parlamento europeo non prevede infatti un'esenzione specifica per le liste rappresentative di minoranza linguistica, ma alcune interlocuzioni dei valdostani a Roma avrebbero fatto emergere un vuoto normativo in materia; anche nel 2004 la lista “Federalismo in Europa” non raccolse le firme. Dal canto suo, nella circoscrizione Nord-Est, la Südtiroler Volkspartei fa valere l’esenzione alla raccolta firme grazie alla presenza di propri eletti nel Parlamento italiano e in quello europeo.

  • Il Rassemblement Valdôtain è un movimento di centrodestra presente nel Consiglio regionale della Valle d’Aosta con quattro consiglieri regionali, Stefano Aggravi, Dennis Brunod, Dino Planaz e Diego Lucianaz, fuoriusciti dalla Lega nel 2023; il nome trae ispirazione dall’omonima forza politica degli anni Sessanta, nata da una scissione a destra dell'Union Valdôtaine, la Volkspartei valdostana.

    Foto: Aostasera
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    L'Ufficio elettorale circoscrizionale presso la Corte d'appello di Milano, ha ammesso la lista Rassemblement Valdôtain precisando come “non sussiste l'obbligo della sottoscrizione (…) trattandosi di partito o gruppo politico espresso dalla minoranza di lingua francese della Valle d'Aosta collegato, agli effetti dell'assegnazione dei seggi (…) con altra lista della stessa circoscrizione presentata da partito o gruppo politico presente in tutte le circoscrizioni con lo stesso contrassegno”.

    Una decisione, spiega il sito isimbolidelladiscordia, che “contribuisce a fare luce su una questione non regolata espressamente e, salvo nuove decisioni future, rilevante anche per le nuove consultazioni elettorali europee” in quanto certifica che, pur in mancanza di esenzioni esplicite, è irragionevole chiedere a una lista che rappresenti una minoranza di raccogliere 30.000 firme (quest’anno dimezzate per decreto a 15.000) o anche solo di 3.000 firme (ovvero 1.500) nella singola regione.

  • (da dx) Paul Köllensperger con Carlo Calenda: il Team K, anziché apparentarsi, si presenterà dentro la lista "Azione" alle elezioni europee di giugno. Foto: Team K
  • Il Team K in Sudtirolo aveva tentato di percorrere una strada analoga ai valdostani: "Hanno rischiato e la Corte di Appello di Milano ha dato loro ragione - spiega Paul Köllensperger - noi invece abbiamo ricevuto un no esplicito del Ministero degli Interno e nessuna risposta da parte della Corte di Appello di Venezia. Dal momento che la legge non prevede una deroga esplicita per i partiti di minoranza linguistica, abbiamo preferito non rischiare. Almeno il precedente viene buono per la prossima volta".

    In ogni caso, la normativa che regola l’elezione dei parlamentari italiani a Bruxelles resta discriminatoria per le altre minoranze linguistiche e le relative forze politiche diverse dalla SVP. Vediamo perché.

  • La norma pro-SVP

    Come noto, la legge elettorale del 1979 concede ai partiti espressione dalla minoranza di lingua francese della Valle d’Aosta, di lingua tedesca del Sudtirolo o di lingua slovena del Friuli-Venezia Giulia la possibilità di presentare liste autonome apparentate ad una lista nazionale nella propria circoscrizione. L’elettore del listino apparentato ha la possibilità di esprimere una sola preferenza. L’apparentamento fa scattare un complesso meccanismo di sostituzione: il candidato della minoranza linguistica che abbia ottenuto almeno 50.000 preferenze personali che non risulti direttamente eletto, occupa l’ultimo seggio assegnato alla lista nazionale di riferimento accedendo dunque al Parlamento europeo.

  • L'eurodeputato sudtirolese Herbert Dorfmann: è l'unico eletto dell'Italia appartenente a una minoranza linguistica. Foto: Zuaglost
  • Il legislatore italiano ha però parametrato la cifra di 50.000 preferenze alla consistenza numerica della sola minoranza di lingua tedesca del Sudtirolo, ovvero al consenso della Südtiroler Volkspartei. Se Herbert Dorfmann ha raggiunto quota 100.000 preferenze nel 2019, l’unico rappresentante della minoranza francese della Valle d’Aosta eletto in quarant’anni, Luciano Caveri, nel 1999 ha ottenuto nell’intera circoscrizione Nord-Ovest un numero di preferenze di poco inferiore a 29.000 subentrando nel 2000 ad un eurodeputato dimissionario. In Valle d’Aosta hanno diritto di voto circa 100.000 persone, con un tasso di astensione alle europee intorno al 50%. Inoltre, la possibilità di apparentarsi a liste nazionali è limitata alle sole minoranze di lingua francese, tedesca e slovena, escludendo le altre minoranze linguistiche presenti in Italia.