Dialogo tra sordi
A settembre in Scozia si svolgerà, come noto, un referendum per decidere se la regione britannica più settentrionale abbandonerà definitivamente l'Inghilterra, nella cornice istituzionale definita “Gran Bretagna”, oppure se il legame perdurerà. Per i secessionisti locali si tratta di un “caso di studio” molto interessante e per questo motivo stamani (10 luglio) il gruppo consiliare dei Freiheitlichen ha proposto ufficialmente che una delegazione sudtirolese possa recarsi sul posto per osservare la situazione.
La notizia è riferita in modo critico da Alessandro Urzì (Alto Adige nel Cuore), il quale rappresenta all'interno del Consiglio provinciale l'unico sopravvissuto dei partiti del centrodestra italiano, compagine tradizionalmente ostile ad ogni discussione che tratti il tema del separatismo. “Ho fermamente protestato – scrive Urzì in un comunicato stampa – l'approccio leggero con il quale si affronta il tema dei referendum secessionisti, opponendomi al fatto che la Provincia di Bolzano si confonda con simili eventi”.
Secondo Urzì chi mostra interesse per quanto sta avvenendo in Scozia (o altrove siano all'opera movimenti secessionisti) peccherebbe di ambiguità, non volendo rinunciare ai “privilegi” dell'autonomia ma parallelamente lavorando per eroderne i principi. La proposta, messa a votazione, non è comunque stata approvata (ed è mancata l'unanimità anche sulla proposta, avanzata dalla Svp, di organizzare a Bolzano un convegno sul tema). Ecco la conclusione di Urzì: “Ma che autonomisti siete se continuate a sognare un modello fuori dall'Italia? Abbiate almeno il coraggio di dire che se siete per l'indipendenza rinunciate ai benefici che vi offre l'autonomia”.
In attesa che decolli la tanto sospirata Convenzione utile ad affrontare in una appropriata cornice istituzionale le ipotesi di riforma dell'autonomia, il dialogo tra sordi, intanto, è destinato a proseguire.
Ci sarebbero solo vantaggi a
Ci sarebbero solo vantaggi a creare uno stato indipendente. Se oggi c'é un ritorno fiscale del 90% (sulla carta), se ci fosse indipendenza totale il "ritorno" sarebbe del 100%, senza considerare che non sarebbe necessario lottare in continuazione con un governo centrale per molte questioni. Uno stato libero piccolo sarebbe molto meglio amministrabile (Svizzera docet) in quanto i feedback politico-amministrativi ed economici sarebbero molto piú efficaci e rapidi che in uno stato grande (non federale come é l'Italia). I partiti nazionali a Bolzano hanno tradizionalmente sempre fatto una cosa che é contro l'interesse degli stessi italiani della provincia. Prima si opponevano all'autonomia e oggi si oppongono alla secessione. Anche io prima mi opponevo alla secessione ma onestamente adesso non trovo piú ragioni (ne politiche ne economiche) per oppormi. Se lo capissero finalmente anche i partiti italiani del provincia non sarebbe male...
Ci sarebbero vantaggi e
Ci sarebbero vantaggi e svantaggi, caro Catalano. E comunque una ridefinizione dell'autonomia (cfr. l'idea della Convenzione) non presuppone (anzi) una secessione.