Wirtschaft | Google-UE
Una sentenza epocale
Foto: upi
"Le sanzioni comminate dalla Direzione generale 'Concorrenza' della Commissione europea finiscono nel bilancio generale dell'istituzione: la sanzione a Google non può rapresentare un 'voce separata', e non sarà possibile destinare specifiche somme a determinate attività, come al finanziamento di start-up indipendenti impegnate nello sviluppo di nuove App". Il professor Michele Carpagnano insegna Diritto della concorrenza alla Facoltà di Giurisprudenza di Trento, è condirettore dell’Osservatorio permanente sull’applicazione delle regole di concorrenza istituito presso la medesima Facoltà, ed è partner dello studio legale Dentons.
Commenta così la proposta di Matteo Biasi, il 22enne CEO della startup FlashBeing, che ha sviluppato l'omonima App, secondo cui l'Europa dovrebbe destinare alle startup i 2,42 miliardi che dovrebbe incassare da Google, per dimostrare "interesse nel futuro dei giovani imprenditori".
Carpagnano è però convinto che "se l'UE volesse decidere di 'declinare' un'azione del genere, a valle della decisione che ha colpito Google, potrebbe recuperare fondi dal bilancio generale della Commissione: interventi del genere vengono decisi dall'organo politico coinvolgendo più direzioni generali e non la DG Competition".
Intervistato da Salto.bz, il professor Carpagnano sottolinea l'importanza dell'intervento della Commissione europea, "frutto di un'indagine avviata 7 anni fa, e chiusa ponderando con grande attenzione tutte le informazioni raccolte, mentre restano aperti, sempre sul 'fronte Google', altri filoni d'inchiesta".
La vera notizia, però, sarebbe un'altra: "La Commissione europea stabilisce in modo esplicito che Google è in posizione dominante nel mercato delle ricerche on line. Tutti noi usiamo Google, però questa posizione di dominanza, da un punto di vista giuridico, non era una certezza (ed è peraltro discutibile da un punto di vista tecnico-giuridico). È comunque un turning point: premesso che il motore di ricerca Google è al momento ritenuto dominante, ecco che scattano una serie di obblighi legati alla "speciale responsabilità" dell'operatore dominante ed in primis il dovere di non discriminare i concorrenti, che, considerata la rilevanza del motore di ricerca nell'economia digitale, non dovrà riguardare solo Google Shopping, ma un intero business model fondato sulla centralità del motore di ricerca".
Il problema, cioè, non è la posizione dominante in sé, ma i possibili abusi, e chiama in causa anche tutti "i soggetti potenzialmente danneggiati da Google, che potrebbero denunciare l'azienda" sottolinea Carpagnano. Ecco perché la decisione, che ècomunque soggetta ad impugnazione, potrebbe condizionare (non necessariamente in senso in positivo) lo sviluppo dei mercati digitali in Europa, perché -conclude Carpagnano- "non solo l'antitrust europeo ha comminato la sanzione più alta della propria storia, ma ha imposto a Google di cessare la condotta giudicata lesiva della concorrenza. Google, però, sostiene che l'algoritmo alla base del motore di ricerca sia stato costruito in modo da far "apparire" i servizi in funzione della loro rilevanza e notorietà. Vedremo nei prossimi mesi come sarà gestita tra Google e DG Comp la partita dell'ottemperanza all'obbligo di interruzione della condotta ritenuta illecita".
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L'antitrust europeo ha fatto
L'antitrust europeo ha fatto una boiata pazzesca! Al pari della commissione che ha imposto ai siti di notificare la presenza di COOKIE. E' metafora di una comunità europea che non funziona! La prova sta proprio nell'accusa a Google,come se non esistessero realtà come Amazon o Alliexpress, veri attori principali dell' e-commerce
Ecco perché il mondo giuridico mi fa schifo a prescindere! Va tutto a interpretazione!