Riforme, Senato approva emendamento Autonomie
Dopo lunghe e non facili trattative è stato approvato ieri pomeriggio (9 ottobre) in Senato, nell'ambito della riforma costituzionale, l’emendamento all'articolo 39 che blinda le autonomie. 204 i voti favorevoli (34 contrari e 7 astenuti), un numero cospicuo tenendo conto della risicata maggioranza di Palazzo Madama. Ruolo decisivo per ottenere il via libera del governo sarebbe stato quello del presidente emerito Giorgio Napolitano, componente del Gruppo per le autonomie. Se i tempi verranno rispettati le successive letture della riforma si terranno prima dell’estate 2016 e in autunno potrebbe essere indetto il referendum.
Nel nuovo testo costituzionale viene scritto che per le Autonomie Speciali resterà in vigore la Costituzione ancora vigente sino alla revisione dei rispettivi statuti d'autonomia e inoltre che, in base all’articolo 116, alle Autonomie Speciali potranno essere attribuite nuove competenze - come ad esempio quella dell’ambiente - tramite un meccanismo più semplice (previsto finora solo per le regioni a statuto ordinario). Soddisfazione è stata espressa dai senatori soprattutto per esser riusciti nell’intento di migliorare ed ampliare la clausola di salvaguardia per le autonomie speciali: “il principio dell’autonomia dinamica è stato elevato a rango costituzionale”.
“Siamo riusciti a correggere il testo uscito dalla Camera, che prevedeva un depotenziamento del nuovo Senato delle Regioni - spiega il capogruppo Karl Zeller, insieme ai colleghi Francesco Palermo e Hans Berger -. Abbiamo ripristinato le sue funzioni di raccordo tra lo Stato, gli altri enti costitutivi della Repubblica e l'Unione europea. Il Senato eserciterà una funzione di coordinamento e di controllo. Inoltre, potrà eleggere due dei 15 giudici della Corte Costituzionale. Anche i cittadini-elettori avranno più voce in capitolo sulla scelta dei futuri senatori”.