Le incertezze del Golden Power
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Venerdì la Giunta provinciale ha deciso di tirare dritto sul bando Acciaierie, i sindacati hanno subito protestato chiedendo il suo ritiro come aveva fatto inizialmente il ministro delle imprese Adolfo Urso (FdI), seguito ieri (domenica) dal ministro delle infrastrutture Matteo Salvini (Lega), mentre il ministro degli esteri, Antonio Tajani (leader di Forza Italia), pur dichiarando strategiche le Acciaierie Valbruna, ha invitato a “vedere come va il bando”. Venerdì 14 novembre, intanto, scade il termine per dichiarare la volontà di effettuare un sopralluogo che è indispensabile per poter partecipare alla gara.
Come si comprende dal fatto che sono intervenuti i ministri di tutte le aree della maggioranza anche non direttamente coinvolti (quello che ne ha effettivamente titolo è Urso) la partita è tutta politica e, avendo Valbruna la sede principale a Vicenza, è influenzata anche dalle elezioni in Veneto del 23 e 24 novembre. Se, come pare, la famiglia Amenduni decidesse di non far partecipare la Valbruna al bando perché ritiene troppi i 150 milioni chiesti dalla Provincia e venerdì manifestassero il proprio interesse altre aziende, per il centrodestra sarebbe una sciagura.
Le voci si moltiplicano e si fa davvero fatica a capire come stanno davvero le cose e qual è lo scenario più verosimile, anche perché in questo momento quella che si sta giocando è una partita a poker.
Avendo Valbruna la sede principale a Vicenza, è influenzata anche dalle elezioni in Veneto del 23 e 24 novembre.
La giocatrice-Provincia sembra convinta che Valbruna stia seguendo una strategia per abbassare il prezzo, dal momento che il bando, anche prima dell’intervento di Urso, sarebbe stato evidentemente fatto in modo che potesse vincere Valbruna (grazie ai 4 punti previsti per la siderurgia, dato che gli altri parametri pare ottengano punteggi standard). Galateo, in quanto titolare della delega all’industria, è stato costretto - politicamente – ad adottare al tavolo una strategia propria, chiedendo il ritiro del bando da lui stesso presentato in Giunta. Se qualcosa andasse storto, infatti, il cerino resterebbe nelle sue mani. Gli Amenduni parlano pochissimo pubblicamente ma i loro avvocati hanno demolito il bando, dichiarandolo a pieni polmoni anti-Acciaierie.
Se Galateo ha chiesto il ritiro del documento a sua firma è perché, verosimilmente ha avuto buoni motivi per prendere sul serio i messaggi arrivati dai legali e dai sindacati sulla ventilata mancata partecipazione della Valbruna. Questa eventualità – una sorta di all-in da parte dell’azienda – farebbe senza dubbio tirare un sospiro di sollievo a tutti se il bando andasse deserto. A quel punto Palazzo Widmann potrebbe anche rivedere le valutazioni dei terreni. Ma se dovesse presentare domanda un’altra azienda siderurgica?
In attesa di risposte definitive da parte del ministero delle imprese si possono mettere alcuni paletti. Il Decreto legislativo 23/2020 ha ampliato l'ambito di applicazione del Golden Power ai settori strategici previsti dal Regolamento UE 2019/452 (come le tecnologie critiche, intelligenza artificiale, robotica, ecc.). In sede di conversione in legge, il perimetro è stato ulteriormente esteso includendo esplicitamente sia il settore siderurgico che quello agroalimentare
Questa estensione è stata poi stabilizzata e dettagliata da successivi DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri), che hanno specificato gli asset di rilevanza strategica ricompresi nei nuovi settori, confermando l'importanza della siderurgia, specialmente per le produzioni destinate a settori ad alta tecnologia come quello aerospaziale e della difesa (come nel caso di Acciaierie Valbruna).
In base a quanto previsto in questi decreti, il 4 novembre il Ministro Urso ha potuto far sapere che l’istruttoria Golden Power ha confermato la piena strategicità dello stabilimento Acciaierie Valbruna di Bolzano.
Sentendo varie fonti, si può affermare che, se partecipa al bando, Valbruna avrà la quasi certezza dell’aggiudicazione se gli altri partecipanti (tipo Alpitronic) non sono aziende attive nella siderurgia. Se partecipasse accetterebbe le condizioni attuali che finora sono state giudicate "capestro". Se dovesse arrivare un’offerta migliore, per fare solo un esempio, da Cogne Acciai speciali e questa garantisse stabilità occupazionale, difficilmente Roma potrebbe far valere il Golden Power. Non sarebbe cioè compromesso l'interesse nazionale. Se, invece, dovesse depositare una migliore offerta un colosso straniero dell’acciaio sicuramente Urso farebbe valere i poteri speciali del governo. Se il colosso fosse europeo lo farebbe ugualmente, probabilmente anche a costo di riceve un’altra messa in mora da parte della Commissione europea come avvenuto per il caso Unicredit.
In base a tutte queste considerazioni si può dare per certo che, se dovessero partecipare altre imprese italiane o estere non operanti nel settore siderurgico, queste avrebbero zero chance di ottenere l’aggiudicazione finale, in quanto il governo farebbe valere il Golden Power.
La Giunta provinciale ha detto in modo chiaro che non ritirerà il bando. La prossima mossa spetta quindi agli Amenduni. Uno degli aspetti ancora non chiari dal punto di vista normativo è cosa succede se le Acciaierie Valbruna non partecipano al bando e altre aziende non siderurgiche sì. Il governo può far valere i propri poteri speciali per tutelare un’azienda che non ha mostrato interesse per il bando?
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