Politik | L'intervista

“Ci sono ancora”

Roberto Bizzo smentisce la sua presunta attuale ’marginalità’ nel PD altoatesino. Andando all’attacco di Umberto Tait sul malfunzionamento del Pronto Soccorso di Bolzano.
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Foto: web

Salto.bz: Sui giornali di oggi le cronache parlano di un Roberto Bizzo escluso dai giochi per le primarie del PD previste per il prossimo del 30 aprile e ormai marginale nella geografia del partito. Toponomastica a parte lei conferma? Si sente ormai i margini? 
Roberto Bizzo: Io dico solo che non ha senso dividersi su ciò su cui si è d’accordo.

Nel senso che il PD altoatesino, paradossalmente, sta finalmente manifestando in questi giorni una grande compattezza su Renzi?
Assolutamente sì. Dire che io sarei escluso dalle primarie del PD è surreale. Dobbiamo ricordarci che le grandi differenze nel PD altoatesino sono sui temi locali. 

Che non verranno fuori in questo mese di aprile. 
Esatto: in questo momento stiamo ragionando di Renzi, Emiliano, Orlando, Jobs Act, Riforma elettorale, ecc. 

E dopo le primarie nazionali cosa succederà?
Se si aprirà una fase precongressuale allora ci sarà un confronto. Finalmente. 

Però anche il fatto che Mauro Randi appoggi Emiliano di per sé viene visto come una divisione interna alla vostra ‘area’…
Siamo sempre all’interno del PD. I partiti popolari lo sono perché rappresentano una sintesi ampia della società. Ci sono diverse idee e ci si confronta su queste. Anche Claudio Volanti, che è un carissimo amico, sta con Emiliano. Sui temi nazionali ognuno deve essere libero di potersi esprimere. Anche Tommasini e Costa che sono nella stessa corrente sostengono diversi candidati alla segreteria nazionale. Lasciatemi dire che però io rilevo un fatto. 

Quale?
Che in Alto Adige il PD ha il medesimo numero iscritti del Trentino. E che allora o in Alto Adige ce ne sono troppi rispetto alla media, oppure in Trentino ce ne sono troppo pochi. Questo è un dato sul quale mi piacerebbe che qualcuno riflettesse. 

C’è anche chi dice che ci sono alcune località in Alto Adige dove gli iscritti al PD sono in numero maggiore rispetto ai residenti di madrelingua italiana…
Non lo so, io non ho fatto statistiche. Ho guardato solo il dato generale. E in ogni caso vedremo quale sarà la partecipazione alle primarie del 30 aprile. Se devo fare oggi una previsione non credo che Renzi avrà difficoltà nel farsi riconfermare alla guida del partito.

“Le divisioni le abbiamo sulla politica locale. Per questo serve un congresso dove discutiamo, prima di contarci.”

Qual è il suo giudizio sulla legge sulla riforma sanitaria varata la scorsa settimana dal Consiglio Provinciale?
Quello che sta succedendo nella sanità è sintomo di una crisi sistemica della nostra autonomia. Dobbiamo ricordarci che la nostra autonomia è nata all’inizio degli anni ’70 con intenti in parte risarcitori ed è stata anche una straordinaria occasione per promuovere un metodo di sviluppo del territorio altoatesino. 
Si partiva da un’analisi del nostro territorio, estremamente complesso, che aveva l’intento di mantenere le persone nei loro luoghi d’origine distribuendo quindi su tutto il territorio risorse economiche ed umane. E di conseguenza servizi: sanità, scuola, trasporti, lavoro. E’ stato spostato persino il baricentro produttivo, dal capoluogo ad alcuni altri centri del territorio, come Brunico ad esempio. 
Per poter spalmare le risorse sul territorio erano però necessarie due condizioni fondamentali: risorse economiche sempre crescenti e risorse umane illimitate rispetto al fabbisogno. 

Condizioni non più garantite, oggi come oggi. 
Sì ed è per questo che dobbiamo ripensare il tutto, partendo da una nuova visione. In questo quadro, per una serie di meccanismi tutti suoi, la sanità è il primo dei grandi servizi della visione dell’autonomia propria del secondo statuto ad andare in crisi. Non per assenza di risorse economiche. Non per la presenza di uno Stato cattivo che ti impone tagli. Ma perché mancano le risorse umane da un lato e perché la medicina ha avuto uno sviluppo straordinario negli ultimi 20 anni, allontanandosi dallo schema assistenziale al quale siamo ancora troppo legati. 

Insomma: lei dice che la Riforma Sanitaria è collegata ad un necessario ripensamento della stessa autonomia altoatesina. Perché di fatto la sanità è uno degli elementi cruciali della stessa. 
Proprio così. Anzi, dirò di più: oggi vi è anche la trasformazione di genere. La medicina a suo tempo era un compito quasi esclusivamente maschile, mentre oggi invece l’82% delle iscrizioni alle professioni sanitarie e mediche sono femminili. 

La riforma varata la scorsa settimana rappresenta un passo in avanti in questo senso?
No. Ha tracce del problema, ma non ne è ancora la soluzione. D'altronde non è come schiacciare un interruttore, occorre infatti che la popolazione passi attraverso un profondo cambiamento culturale in merito. 

Attualmente uno dei nodi dolenti della crisi della sanità altoatesina è il Pronto Soccorso di Bolzano. Lei come la vede?
Da bolzanino sono straincazzato.

"Accogliere chi ne ha bisogno è sacrosanto. Ma allora va requisita la chiesa dell’ospedale per trasformarla in un luogo di accoglienza. E lo dico da cattolico. Questa è incapacità dirigenziale."

Questo per quanto riguarda senza fissa dimora e profughi. Poi vi è naturalmente il sovraccarico legato al numero di pazienti e la scarsità di spazi e personale. 
E’ un problema di organizzazione. Io ho tre quarti di famiglia che lavora in ospedale. I medici fanno i salti mortali e sono strabravi. A non funzionare è l’organizzazione dell’ospedale, ripeto. E’ chi dirige l’ospedale che deve darsi una mossa, non i medici. 

E la politica?
La politica dovrebbe stare fuori dalla gestione. Io non mi permetterei mai di dare indicazioni ad un dirigente della sanità, ma i dirigenti devono essere all’altezza. E se la struttura non funziona vuol dire che i dirigenti non sono all’altezza. 

La critica sembra essere diretta ad Umberto Tait. 
Ad occhio e croce direi di sì. 

L’assessora provinciale Martha Stocker e Tait hanno parlato di soluzioni per il Pronto Soccorso che verranno varate a breve termine. E’ plausibile secondo lei?
Io dico che ogni settimana che passa è troppo tardi.