Politik | Bolzano 2016

I duellanti composti

Confronto all’insegna del fair play fra i candidati sindaco Caramaschi e Tagnin. Si è parlato di quote rosa, rapporti con la Provincia, immigrazione e possibili alleanze.

Nessun exploit pirotecnico da talk show televisivo, nessuna atmosfera rapace, nessuna provocazione urticante, ma piuttosto un argomentare e un contro-argomentare cronometrico ed educato. Questi, in sintesi, i toni del primo faccia a faccia fra i due aspiranti sindaci, Renzo Caramaschi (centrosinistra) e Mario Tagnin (centrodestra e Lega) che si sfideranno al ballottaggio di domenica 22 maggio. Il dibattito, ultimo della serie “Quo vadis Bolzano?” organizzato al Circolo della stampa da Alberto Stenico e Barbara Repetto di Forum democratico, è stato moderato dal giornalista Toni Visentini.

Quote rosa e legge elettorale
La sala è gremita, la prima domanda “rompighiaccio” è sulla scarsa presenza femminile in consiglio comunale (10 sono le elette), potenziale problema che andrà affrontato in vista della formazione della giunta in ottemperanza alla norma regionale sulle quote rosa - dovranno infatti essere garantiti almeno due posti. “È giusto che le donne partecipino di più alla vita politica ma è il merito che conta, non il sesso, non mi piacciono le quote rosa, le reputo un impedimento, come la proporzionale”, riferisce Tagnin. Di altra opinione Caramaschi secondo cui la regolamentazione delle quote rosa è utile perché in grado di garantire “un equilibrio di genere seppur minimo, le donne hanno quel qualcosa in più, non a caso nella mia coalizione sono ben rappresentate”. Il capitolo legge elettorale è quello più ostico. La norma ha di fatto liquidato alcune liste “minori” sfoltendo in tal modo l’arena del consiglio comunale ma presenta al contempo alcune “curiose” incongruenze: come è possibile ad esempio che la Svp sia il primo partito in città eppure abbia meno seggi rispetto alla seconda compagine politica più votata (Il Pd)? “È una legge provinciale (“regionale”, suggerisce il pubblico), non l’ho fatta io, prendo atto della contraddizione”, divaga Tagnin. “La norma è stata fatta per favorire le aggregazioni di partito”, interviene Caramaschi.

La fase del corteggiamento
Mentre la “Dynasty” delle alleanze apre la nuova stagione con i primi colpi di scena - l’annuncio di Holzmann di non escludere l’appoggio a Caramaschi, per esempio, anche se quest’ultimo sottolinea che un eventuale sostegno da parte dell’ex deputato non inciderà sulla costruzione di una maggioranza che resterà “autonoma, a prescindere da lui” -, conquistare la mano della ritrosa Volkspartei è il punto in comune delle rispettive agende politiche. “La Svp dovrebbe sostenermi per uscire dagli schemi e per garantire, dopo anni al fianco del centrosinistra, finalmente un’alternanza necessaria come accade in ogni democrazia, se si governa sempre con gli stessi si ripetono anche i medesimi errori”, osserva Tagnin. “È con il centrosinistra che la Stella alpina ha costruito nel tempo l’autonomia di questa Provincia - ribatte il rivale - e i risultati di questo connubio sono sotto gli occhi di tutti: siamo i primi per qualità della vita e reddito e abbiamo il tasso di disoccupazione più basso”. Tagnin accetterà invece l’eventuale corte di CasaPound? “Punto al consenso dei cittadini, non mi rivolgo ai partiti - glissa il candidato della coalizione del centrodestra -, credo che molti elettori abbiano premiato CasaPound per esprimere più che altro un malcontento nei confronti dei partiti politici tradizionali”. L’ascesa dell’estrema destra a Bolzano è un campanello d’allarme per il centrosinistra che deve analizzare i motivi di questa avanzata,  spiega Caramaschi, “non demonizzo nessuno ma condivido ciò che ha affermato il candidato sindaco della Svp Baur, con la violenza non si può gestire una società”.

Il modello di Laives: un’utopia?
Un asse Svp, Lega, centrodestra e Movimento 5 stelle è la soluzione per la governabilità? Tagnin non disdegna, un’alleanza con la Svp, nello specifico, dice, significherebbe aprire a una parte dei cittadini senza passare sempre attraverso l’ingombrante presenza del centrosinistra. Ma Bolzano non è Laives e certi accordi politici a livello nazionale vanno rispettati, ha detto in questi giorni il senatore della Volkspartei Karl Zeller. “Il partito di raccolta mostra una certa resistenza perché ha avuto una brutta esperienza, nel recente passato, con l’ultimo governo di centrosinistra, ma sono convinto che potremo trovare un’intesa includendo nel quadro anche i Verdi con i quali mi auguro di superare le divergenze sull’aeroporto, che, non essendo competenza del Comune, non è una questione dirimente”, afferma Caramaschi che aggiunge rivolgendosi all’avversario: “Se ti troverai a capo dell’opposizione mi auguro che riusciremo a collaborare, sono quelli, infatti, i momenti più belli della democrazia”. Disse qualcosa di simile anche Prodi quando vinse le elezioni nel 1996, la risposta dello sconfitto Berlusconi fu che il centrosinistra non era in grado nemmeno di prendersi la responsabilità di governare. Tagnin applaude, annuendo lusingato.

Parliamo di temi
Le differenze fra noi sono sui programmi, “Bolzano non è ferma, ma ha bisogno di un’accelerata”, evidenzia il candidato sindaco del centrosinistra. “Non ho nulla contro Caramaschi ma non va dimenticato che chi lo sostiene ha condotto la città in questo stato”, replica Tagnin. Questione profughi: La Lega, alleato del centrodestra, è l’unica forza politica che si è recata al Brennero - ricorda Visentini - per applaudire la volontà espressa dall’Austria di chiudere la frontiera. “Zaia e Calderoli - precisa l'aspirante sindaco del centrodestra - hanno dichiarato, quando sono venuti in visita a Bolzano, che l’Italia ha il diritto di tutelare i propri confini se il governo centrale adotta una politica fallimentare riguardo la gestione dei flussi migratori, ma è chiaro che il Brennero debba restare aperto. La Lega - dice - ha perso voti perché ha smesso di urlare dal momento che vuole proporsi come forza di governo”. “Mi hanno detto che tra i problemi più urgenti della città c'è quello del sottodimensionamento dell'inceneritore” (“sovradimensionamento”, suggeriscono ancora dal pubblico), aggiunge Tagnin che, per recuperare l’offuscata soggettività politica, snocciola zelante gli altri temi del programma: decoro urbano (sostituire, dove occorre, i sampietrini in città, cancellare i graffiti dai muri), sicurezza (telecamere, impiego dei vigili urbani a sostegno di polizia e carabinieri), sostegno alle piccole e medie imprese, investimenti nell’impiantistica sportiva. Sul fronte della cultura: rivalutare il museo civico, distribuire le opere inutilizzate che si trovano al suo interno per creare punti di attrazione in città. Per Caramaschi le priorità sono ripensare i rapporti finanziari fra capoluogo e Provincia; investire nelle infrastrutture, nell’Areale; abbassare le tasse; mantenere il commercio di vicinato; riprendere il Piano di sviluppo strategico; recuperare quella fetta della società marginalizzata per reinserirla nel circuito produttivo; fare in modo che le grandi associazioni culturali presentino i loro eventi nei quartieri. Sul tema immigrazione il candidato del centrosinistra chiosa infine: “Occorre stringere i rapporti con la Provincia nella fase di programmazione, non in quella dell’emergenza perché è necessario un intervento strutturale”. Un’ultima stretta di mano e si torna ognuno nel proprio angolo, illesi.