La finale letta dai finali

Proviamo ad anticipare le emozioni della finale mondiale tra Germania e Argentina attraverso le ultime frasi di alcune opere famosissime.
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Si chiama finale e quindi da lì sarà appropriato ripartire per sciogliere l’ingarbugliato pronostico di Germania-Argentina che domenica incuriosirà tutto il mondo, non tanto per vedere nelle mani di chi finirà la Coppa del Mondo ma per cercare lo spirito giusto con cui guardare questo evento planetario. Proviamo, dunque, a leggere le carte a questa finale partendo da alcuni celebri “finali”.


Com’ero buffo quando ero burattino!... E  come ora son contento di essere diventato un ragazzino perbene… (Pinocchio, Collodi). Inutile girarci attorno, questa sarà la sfida intinta nella storia per Lionel Messi. Ha vinto tutto con il Barcellona, ha sbaragliato il presente e la storia con 4 palloni d’oro consecutivi ma per essere il più grande di tutti gli manca proprio la vittoria di questa partita. E’ il più splendido burattino che il calcio ci abbia regalato negli ultimi due decenni ma se domenica trionferà nessuno sarà “perbene” come lui. Nella storia.


Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta. (I Promessi Sposi, Manzoni). Diciamocelo chiaramente: questo Mondiale brasiliano doveva essere quello dello spettacolo e invece è uscito come un albero storto. Molte partite con reti servite con il contagocce (Germania-Brasile a parte), squadre chiuse a riccio e livello tecnico non eccelso. Difficile, onestamente, che la finale possa essere un carillon di emozioni ma alla fine i palpiti i tifosi gli hanno trovati lo stesso. Il calcio è così, non lo fa apposta.


L’amor che move il sole e le altre stelle (La Divina Commedia, Alighieri). Dante ci svela il segreto di Pulcinella. Alla fine sul rettangolo verde vince chi ci mette più amore: per sé, per la squadra, per la propria Nazione. Altrimenti nella storia avrebbero vinto solo i favoriti. Non è una predizione, ma un’indicazione.


Ma sa ch’io non posso scherzare; non le è possibile ammettere che io scherzi, per un momento solo; e seguita maledettamente a guardarmi, atterrita.(Novella La Carriola, Pirandello). Finale del Mondiale, non si scherza. Difficile che squadre e popoli come quello tedesco e argentino si deconcentrino o escano troppo fuori dal cerimoniale però che bello sarebbe defluire un attimo dalla tensione del momento. Un abbraccio, un sorriso, persino uno scherzo da avversari per ricordare al mondo intero che il calcio è un gioco. Niente meno niente più.


È stato un viaggio estenuante, non molto diverso da quello dei nostri protagonisti, Frodo e Sam; non c’è stato molto tempo per dormire, poco o niente per la vita privata e ci sono stati giorni in cui noi tutti ci siamo chiesti se saremmo mai arrivati alla fine. (Tolkien, Il Signore degli anelli).E’ vero, i calciatori guadagnano cifre spropositate ma le Nazionali serie ai Mondiali impongono una vera e propria clausura ai loro calciatori. Zero vita privata, zero distrazioni. L’obiettivo è quello di formare un gruppo granitico per prendere in faccia le avversità, non scoprire quando Fanny sposerà Balotelli. Germania e Argentina, in questo senso, sono i collettivi migliori del panorama brasiliano e meritano di essere dove sono dopo aver fatto i conti cone le loro brave difficoltà (Algeria, Svizzera, Olanda). Doveroso, insomma, un applauso a prescindere.


Poiché non ci fu mai storia più pietosa di questa di Giulietta e del suo Romeo. (Romeo e Giulietta, Shakespeare). Inutile girarci attorno: una delle due Nazionali perderà arrivando a un passo dal coronamento dell’amore più grande per un calciatore senza soddisfarlo. D’altronde il Mondiale è l’obiettivo appropriato di carriere ingarbugliate che hanno la curiosità di conoscere la vetta più alta. Lasciare lo sguardo sulla vulnerabilità e la dignità degli sconfitti, che probabilmente non avranno mai una seconda possibilità, può essere la lezione più preziosa che può lasciare questa semifinale. Soprattutto per chi la guarderà con qualche bimbo a fianco.


"Le cose delle quali ci sentiamo assolutamente sicuri non sono mai vere; questa è la fatalità della fede e la lezione del romanzo." (Il ritratto di Dorian Gray, Wilde). Ce la siamo immaginati noi, figuriamoci i calciatori coinvolti. La finale sarà passata nei loro occhi decine di volte prima di giocarla ma poi, come sempre, sarà il campo a dare la sua verità. La Germania ci arriva da favorita, ma tutto può succedere in 90 o 120 minuti e la sicurezza dell’esito, stavolta, abita lontano dal Maracanà. Le certezze delle previsioni e del momento sono aria: in fondo è il bello dei romanzi, del calcio e della vita.


E’ esattamente il consiglio che gli ho dato, disseTeodoro. (Esercizi di stile, Queneau).Un libro che è l’esercizio del possibile da un orizzonte stilistico rivela che, Germania o Argentina, i consigli per arrivare in cima al Mondo possono essere tanti e multiformi. Alla fine, però, vince solo uno e non è detto che la sua sia l’unica strada possibile. Davvero trionfa solo chi arriva in cima al pianeta?