Chronik | L’indagine

Covid, ecco perché si muore

I decessi aumentano se il sistema sanitario è sotto stress. Lo studio Fbk: l’alta mortalità degli anziani crollata dopo il 16 marzo. “Rispettare le regole anti-contagio”.
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Foto: upi

“La mortalità da Sars-CoV-2 può essere estremamente elevata se ci si trova in una fase con il sistema sanitario sotto enorme stress”. È questa l’osservazione più rilevante che emerge dallo studio coordinato dall’epidemiologo Stefano Merler (Fbk), pubblicato sulla rivista scientifica Eurosurveillance. Dall’indagine, che ha preso in considerazione i tassi di mortalità legati all’infezione da coronavirus in relazione all’età, al sesso, ad altre patologie e al periodo in cui era avvenuta l’infezione stessa, emerge un’indicazione molto attuale, anche per la provincia di Bolzano impegnata nelle misure di contrasto ad una seconda ondata del virus. Più l’epidemia è sotto controllo in un dato territorio, maggiore è la capacità del sistema sanitario locale di offrire le migliori prestazioni al singolo paziente, aumentando quindi le probabilità di una guarigione.

 

Lo studio fra Trento, Lombardia e Usa

 

L’analisi è stata condotta dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento - con Merler e i ricercatori Piero Poletti, Filippo Trentini, Giorgio Guzzetta, Valentina Marziano - in collaborazione con istituzioni sanitarie lombarde e atenei milanesi e degli Stati Uniti. Sono state monitorate nel tempo 5.484 persone in Lombardia che avevano avuto contatti stretti con casi accertati di infezione da Sars-CoV-2 da febbraio ad aprile 2020. Di queste, 2.824 hanno sviluppato l’infezione e 62 sono decedute con una diagnosi di Covid-19.

 

Anziani, le vittime più frequenti

 

Lo studio, spiega la fondazione, ha dimostrato (elemento già noto agli esperti) una probabilità di morte a seguito dell’infezione estremamente alta negli anziani: 10.5% negli over 70 e 18.35% negli over 80. Molto più bassa è risultata la letalità nelle classi di età più giovani: 0,43% negli under 70, con zero decessi osservati nella popolazione studiata negli under 50.

La mortalità da Sars-CoV-2 può essere estremamente elevata se ci si trova in una fase con il sistema sanitario sotto enorme stress

Il tasso di mortalità non è rimasto però sempre lo stesso: differenze importanti sono state riscontrate tra chi si era infettato prima del 16 marzo o dopo questa data, specialmente negli anziani. Negli over 80, la probabilità di morte è stata del 30,43% prima del 16 marzo e dell’8,14% dopo tale data. “Questo dimostra - spiega Merler - che la mortalità da Sars-CoV-2 può essere estremamente elevata se ci si trova in una fase con il sistema sanitario sotto enorme stress”.

 

 

 

Differenze di genere, mistero da chiarire

 

Resta da chiarire il perchè della maggiore mortalità per gli uomini. La ricerca ha infatti evidenziato che la probabilità di morte è minore nelle donne (per la precisione, 1.81% nelle femmine e 2.7% nei maschi). “I motivi - specifica Merler - sono per questo aspetto ancora tutti da individuare”. Lo studio ha inoltre evidenziato che l’82.3% delle persone decedute soffriva di pregresse patologie cardiovascolari, come ad esempio ipertensione o ipercolesterolemia.

 

“Letalità molto più alta dell’influenza”

 

“Questi risultati”, sottolinea Merler “dimostrano che la letalità associata a Covid-19 è altissima, molto maggiore di quella associata all’influenza, specie negli anziani. Infatti, secondo lo studio sierologico nazionale appena reso pubblico, si sono infettate fino ad oggi circa un milione e 500.000 persone in Italia, pari al 2,5% della popolazione, e abbiamo avuto in proporzione un altissimo numero di morti: oltre 35.000 quelli accertati”.

Questi risultati ci dicono che è fondamentale proteggere se stessi e gli altri. Non possiamo permetterci un ritorno alla situazione di febbraio-marzo

“Questi risultati - conclude Merler - dovrebbero spingerci a seguire le indicazioni che ci vengono date per proteggere noi stessi e gli altri dal Covid-19. Non possiamo assolutamente permetterci un ritorno ai mesi di febbraio e marzo, dove la letalità era ancora maggiore a causa dello stress sul sistema sanitario”.