Il giovane profugo egiziano morto di freddo morto di freddo a Bolzano Sud la notte tra l’8 e il 9 dicembre si era presentato all’Infopoint di Volontarius il giorno prima della tragedia. Tra qualche settimana avrebbe compiuto 20 anni. Non era, dunque, un senzatetto ma una persona arrivata a Bolzano per disperazione e senza un tetto sulla testa perché nel 2020 si è deciso di chiudere i Centri di assistenza straordinari. Il ragazzo era in lista d’attesa con altre 170 persone (!) per un posto al caldo. Proprio così: in lista di attesa, in un territorio traboccante di turisti per il ponte di Sant’Ambrogio, dove per mesi si è finto di cercare di ridurre i posti letto negli hotel per non arrivare al collasso, ma si è finito per aumentarli. Mentre i Centri di assistenza straordinari sono stati chiusi nel 2020.  

Da quello che dicono i rappresentanti del Comune e le associazioni che si occupano professionalmente del problema da settimane veniva comunicato alla Provincia che c’erano circa 200 profughi, provenienti anche dalla cosiddetta rotta balcanica e diretti verso nord, costretti a dormire per strada. Ci è voluta la morte per congelamento di un ragazzo per far annunciare sui media al presidente Arno Kompatscher che già oggi saranno aggiunti 25 posti all’ex Alimarket ed altri, circa 150, arriveranno fuori dal territorio del capoluogo dopo che si sarà trovata l’intesa con i Comuni. Ci vorranno almeno due settimane.

L’identità del ragazzo è ancora sconosciuta e quindi i suoi genitori ancora non sanno ancora della sua morte. La questura ha preso contatti con il consolato egiziano a Milano. (fg)