Politik | Millenials al voto

Dal '68 al '98: "Andrai a votare?"

Millenials bolzanini alle urne: queste le impressioni dei '98 e dei '99 che si troveranno per la prima volta al voto per le elezioni politiche.
Voto
Foto: upi

“La campagna elettorale è ufficialmente iniziata” titolano saggiamente tutti i mezzi d'informazione italiani. Meno di due mesi alla data delle elezioni, il 4 marzo 2018, tra arrovellamenti generali sulla nuova elegge elettorale, l'ennesima che finisce in -ellum, gli ingranaggi per addetti ai lavori intorno alle candidature in liste e collegi e partiti che rincorrono i membri della società civile - figurarsi quella incivile – per rimpolpare le fila dei propri schieramenti.

 

Intanto sono passati 50 anni dall'inizio delle rivolte studentesche del '68, quando lo scenario della repubblica cambiò da un momento all'altro. Sono i tempi delle piazze e degli striscioni, delle università occupate e dei figli contro i padri. Almeno, così sono entrate nel mito le vicende di quegli anni. Ricorrenza, quella dei "moti", che ha affascinato gran parte dei settimanali nazionali, un'etichetta giornalistica d'antan molto suggestiva ma anche piuttosto triviale, che ovviamente non può avere alcuna sfumatura sociologica ma solo una divertente soluzione grafica di assonanze. Quello stesso '68, che come scrive Maurizio Ferrandi, a Bolzano non sembrava essere arrivato.

 

A 50 anni di distanza dalle rivolte degli studenti, quindi, abbiamo intervistato alcuni ragazzi che si ritroveranno per la prima volta con la tessera elettorale in mano, per votare alle elezioni politiche nazionali. Stiamo parlando di quella generazione di studenti che non ne può più di etichette, da Millenials a Generazione Y, fino alla iGen. Ne abbiamo intervistati alcuni nati tra il 1997 e il 1999, quando Prodi e D'Alema erano alla presidenza del consiglio e Silvio Berlusconi era già “sceso in campo” da diversi anni, vincendo le elezioni del 1994, subito dopo Tangentopoli.

 

Abbiamo chiesto loro se stanno seguendo la campagna elettorale, cosa vorrebbero chiedere a un politico se ce lo avessero davanti, cosa pensano del Movimento 5 Stelle - dato al 40% tra i 18 e i 24 anni -  e se sanno quando si vota (senza cercare su Google). Alcuni dati danno l'astensione giovanile alle urne circa al 60%, di cui hanno parlato tutti, noi siamo andati da alcuni di quelli che alle urne andrà a votare.

 

 

Giacomo Fabris, 19 anni, ex ITI Galileo Galilei di Bolzano, ora Informatica a Trento

Sì, sto seguendo la campagna elettorale tra internet, televisione e anche i giornali tradizionali. Guardo con un po' di preoccupazione a tutte le proposte di abolire qualcosa. Credo siano proposte che per essere realizzate richiedono ingenti quantità di denaro, ovvero altro debito pubblico a carico di noi giovani e le future generazioni. Molte di queste proposte inoltre (come la Flat tax o l'abolizione delle tasse universitarie) credo contribuiscano ad acuire ancora più il divario economico italiano. A danno delle classi meno agiate.

 

Ho un'opinione tendenzialmente negativa nei confronti del M5S. Non riesco a capire la loro linea politica, su questioni importanti, come Europa o le politiche migratorie: si sono contraddetti più volte. Il sostegno di diversi esponenti a tesi complottistiche e la retorica gentista fanno il resto. Guardo con interesse alla lista di Emma Bonino, ma non ho ancora preso una decisione.

"Se studiassi fuori sede non potrei votare nella città dove studio".

Mi piacerebbe che la politica parlasse di più di giovani, su università e ricerca, occupazione, con proposte serie. E mi piacerebbe si parlasse più di Europa, che ora per tutti i principali partiti spesso è solo uno strumento per giustificare misure economiche impopolari, ma che in realtà è una enorme risorsa per tutti noi, e può esserlo ancora più se mettiamo da parte idee nazionalistiche.

 

Si vota il 4 marzo. Certo, andrò a votare. A proposito, se studiassi fuori sede non potrei votare nella città dove studio. Ecco una misura, tutto sommato semplice, che mi aspetterei dalla politica.

 

 

Matteo, 18 anni, Liceo Classico Carducci

Sì, guardo un paio di telegiornali al giorno e leggo qualche articolo. Per quanto riguarda le ultime proposte che ho sentito, beh, sarebbe bello vivere senza tasse, certo, ma nessuno parla di come prendere i soldi per "togliere". I 5 stelle non mi hanno mai ispirato fiducia, ma almeno qualche anno fa sembrava un partito diverso. Adesso più ci si avvicina al voto più, ovviamente, si omologa agli altri ma non ho preferenza per nessuno.

 

Mi piacerebbe che qualcuno parlasse di come abbassare il debito pubblico e, come studente, investire nel sistema scolastico. A votare andrò, perché credo sia quasi un dovere, ma non mi sento rappresentato. So che saranno a marzo ma non so ancora la data precisa.

 

 

Matteo Paganini, 18 anni, Liceo Scientifico Torricelli

Sto seguendo la campagna elettorale, non sempre con continuità, ma cerco di tenermi il più informato possibile. Pare che a nessuno piaccia la legge Fornero, anche se più che una scelta bastata sull'economia sembra fatta sul favore popolare. Abolire può essere favorevole, ma deve essere utile.

"Alla politica chiederei maggiori criteri di selezione del personale pubblico"

Per quel che riguarda i 5S il mio parere è positivo per quel che riguarda alcune proposte e idee, ma mi pare ancora troppo poco organizzato e a tratti confuso. Il centrosinistra, che più mi si addice, non ha la mia fiducia.

 

Alla politica chiederei maggiori criteri di selezione del personale pubblico e l'obbligo di determinati titoli di studio per entrare in politica. Andrò a votare perché è comunque importante esprimere il proprio parere e sentirsi "al meglio" rappresentati.

 

Nicole, 21 anni, Economia e Management all'Università di Bolzano

Sto seguendo gli ultimi sviluppi, sia su internet che in tv, qualche giornale, sì. Sinceramente mi sembrano inutili e quasi tutte infattibili le proposte. Non si può tagliare da una parte senza peggiorarne un’altra, il fabbisogno dello stato è sempre quello e i soldi devono entrare in una maniera o nell’altra.

"Non per idealismo ma per dovere civico".

Il 5stelle? Per carità... lo trovo falso e privo di fondamenta. Un partito nato in una crisi, senza una base solida ma fondato solo sul “facciamo rivoluzione”.

 

Sinceramente parlare di fiducia per i partiti di oggi quasi fa ridere, hanno tutti quanti promesso e deluso per cui mi oriento verso quello che a mio parere è il “meno peggio” A un politico chiedere di portare avanti battaglie come l’istruzione e il tasso d’impiego giovanile, in generale mi piacerebbe che venissero elaborati temi un po' più dei soliti immigrati e sacchetti a pagamento. Andrò a votare pur non credendo nella politica di oggi. Per cui non per idealismo ma per dovere civico. Sinceramente non so la data esatta, mi sembra agli inizi di marzo.

 

Michele Modesto, 20 anni, Giurisprudenza a Trento

La campagna elettorale la seguo su Facebook e sui giornali, poco dalla tv. Mi sembra fatta di propaganda e promesse da marinaio.
Quello dei 5stelle è solo populismo e dilettantismo. Al momento nessun partito o formazione mi interessa, nonostante la politica mi interessi molto.

 

Quello che chiederei è una riforma strutturale del mondo del lavoro, innovazione sostenibile del sistema produttivo, razionalizzazione della spesa pubblica
Alle elezioni andrò a votare perché, voglio dire, usiamola 'sta democrazia, visto che c'è l'abbiamo. 4 marzo, comunque.