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Mindfulness sul Latemar

Thomas Bernagozzi ha ideato il primo percorso immersivo sulle Alpi e lo ha realizzato ai piedi del Latemar, in un luogo emblema di distruzione, rinascita e resilienza. "Ho scoperto questa pratica in Australia".
Thomas Bernagozzi
Foto: Thomas Bernagozzi
  • Completamente travolti dai ritmi frenetici di una società che corre veloce, non siamo più in grado di fermarci, di vivere in maniera autentica, di prenderci il tempo per sentire ciò che proviamo e per osservare la vita che si muove intorno a noi.  Possiamo ancora imparare a vivere il qui e ora? Per molti tra quanti la praticano la Mindfulness  consente di acquisire consapevolezza del momento presente, "coltivando la pratica dell’ascolto intenzionale, autentico e non giudicante". Per comprendere meglio di cosa si tratta abbiamo intervistato  Thomas Bernagozzi, Psicologo del Benessere, istruttore certificato di Mindfulness, fondatore di Benexthere e ideatore di Mindful.Latemar: un percorso di Mindfulness esperienziale, realizzato sulle Dolomiti lungo il sentiero circolare sul monte Golfrion a Obereggen (Bolzano).

    SALTO: Cos’è Mindful.Latemar e perché si può definire una pratica immersiva? Ci spiega meglio cosa significa vivere “mindful”?

    Thomas Bernagozzi: Mindful.Latemar è un’esperienza di Mindfulness nella natura, a 1872 metri di altitudine, ai piedi del Latemar. Una passeggiata che mi piace definire “consapevole” e che si articola in un percorso a tappe, 18 in tutto, in cui ogni stazione prevede un esercizio di meditazione guidata. Il percorso permette, dunque, di comprendere i benefici, da un lato, del mettersi in cammino e del viaggiare, dall’altro, del rallentare: nei momenti di stop impariamo a praticare il silenzio e l’ascolto al fine di focalizzarci sulla respirazione, sull’osservazione consapevole del paesaggio naturale che ci circonda e sulla percezione, non giudicante, dei pensieri e delle sensazioni che ci travolgono.

    Secondo quanto si legge la Mindfulness, se praticata quotidianamente, sembra aiuti ad acquisire consapevolezza del “qui e ora”. Abbiamo oramai, infatti, interiorizzato i ritmi di una società frenetica e proiettata verso il futuro, al punto che non ci possiamo più permettere di prendere un momento di pausa dedicato all’ascolto dei nostri bisogni e pensieri, all’analisi delle nostre emozioni. Come si arriva alla Mindfulness?

  • Thomas Bernagozzi: Il bolzanino è psicologo del benessere. Foto: Thomas Bernagozzi

    La Mindfulness è una pratica che aiuta ad apprezzare e vivere il momento presente in maniera autentica e mai giudicante. In che modo? Prestando attenzione al qui e ora, focalizzandoci, ad esempio, sulla respirazione o su una determinata sensazione corporea. Durante l’esercizio è normale imbattersi in una piccola distrazione come, ad esempio, un pensiero angosciante. Ecco allora che, passo dopo passo, dobbiamo cercare di rimanere mindful, cioè presenti, ma comunque distaccati: anziché allontanarci dal presente, lasciandoci travolgere e condizionare da questo pensiero, dobbiamo imparare ad accogliere quest’ultimo con accettazione, leggerezza e in maniera non giudicante, per poi riuscire a ritornare con gentilezza sul focus iniziale e ritornare, quindi, a noi. Non è facile, ci vuole allenamento!  Le 18 stazioni del percorso Mindful.Latemar hanno lo scopo, infatti, di aiutare a familiarizzare gradualmente con questa pratica, che ognuno di noi dovrebbe poi “allenare” con costanza. Può diventare un momento quotidiano di cura verso noi stessi, di riconnessione con il nostro corpo e la nostra mente. Con la pratica riusciremo a portare la Mindfulness in ogni aspetto della nostra quotidianità e questo ci consentirà di vivere il presente con pienezza e maggiore consapevolezza.

     

  • Come si è avvicinato alla Mindfulness?

    È stato durante uno dei miei viaggi, in Australia, che ho avuto l’occasione di scoprire la Mindfulness e di praticarla per la prima volta. Mi sono appassionato a questa pratica però solo successivamente, durante il mio periodo universitario a Milano. Ho lasciato Bolzano per studiare Scienze e tecniche psicologiche a Milano e poi ho conseguito la laurea magistrale in Psicologia del benessere, con una tesi sull’healing environment: come promuovere il benessere psicologico attraverso l’ambiente. Parallelamente agli studi ho seguito corsi e workshop per ampliare le mie conoscenze nella materia ed è così che ho iniziato a comprendere l’importanza dell’ambiente in cui siamo inseriti e la natura che ci circonda, in termini di impatto sulla nostra salute fisica e mentale. In generale, è cresciuto sempre più il mio interesse verso la psicologia ambientale, il wellbeing e la ricerca di metodi per potenziare il benessere psicologico e mentale. Di conseguenza, è stato per me naturale riavvicinarmi alla Mindfulness. Dopo averla praticata per anni in maniera individuale, terminata la Magistrale, ho conseguito il diploma di istruttore di Mindfulness presso l’AIM (Associazione Italiana per la Mindfulness), il centro italiano più rinomato internazionalmente in questo campo. Il corso prevedeva un percorso teorico ed esperienziale, con ritiri settimanali in silenzio, privi di contatto con l’esterno. Da lì in poi, parallelamente ai miei training per la promozione del Benessere psicologico indoor e outdoor, ho iniziato ad organizzare, sia a Milano sia a Bolzano, i miei primi corsi di meditazione e di Mindfulness, realizzati in spazi verdi o ambienti naturali. Qui ho avuto la conferma di come la natura sia in grado di facilitare la nostra capacità di concentrazione e rilassamento, potenziando quindi i benefici della Mindfulness. Questi miei primi progetti hanno avuto un riscontro molto positivo: capite bene come, specialmente in una città veloce e frenetica come Milano, quanto sia importante saper staccare la spina, dedicarsi al proprio benessere psico-fisico e ridurre lo stress accumulato.

    Da una città grande come Milano, è tornato alla piccola Bolzano per realizzare Mindful.Latemar. Perché?

    Ero spinto dal desiderio di organizzare delle esperienze di meditazione immersiva, a contatto diretto con la natura, dunque ho pensato subito a casa mia e alle mie montagne. La Provincia di Bolzano vanta questo grande privilegio, essendo circondata da montagne, prati, colline e boschi mozzafiato! Avevo già fatto un primo esperimento, organizzando delle “passeggiate consapevoli” lungo i sentieri di Obereggen. Grazie alla preziosa collaborazione con il team marketing di Obereggen e la facoltà di Design dell’Università di Bolzano è nato poi Mindful.Latemar, che si ispirava quindi a quel mio progetto primordiale e che ha dato poi vita ad un vero e proprio percorso di Mindfulness esperienziale nelle Dolomiti. 

  • Mindfulness: Alcuni dei partecipanti alla gita invernale sul Latemar. Foto: Thomas Bernagozzi

    Com’è nata l’idea di realizzare un progetto immersivo? 

    Sono partito da un fatto molto semplice: è dimostrato scientificamente che trascorrere del tempo nella natura o negli spazi verdi aiuta a ridurre lo stress, incrementando, al contrario, il nostro livello di rilassamento, concentrazione e produttività. Di conseguenza, meditare o praticare la Mindfulness nella natura diventa, oltre che più semplice, molto più efficace e benefico per la nostra salute mentale. Da questo presupposto nasce la mia idea di voler creare un’esperienza di Mindfulness totalmente immersiva, che preveda una passeggiata consapevole nella natura delle Dolomiti. L’idea di intraprendere fisicamente un percorso richiama metaforicamente il concetto del viaggio e del mettersi in cammino, di concedersi una pausa per staccare dal resto, per esplorare nuovi orizzonti e cambiare qualcosa della propria vita. Ogni viaggio implica coraggio, prevede ostacoli da superare, momenti di riflessione, paura e solitudine, ma anche di incontro e quindi di confronto, crescita e talvolta rinascita. È inevitabile, dunque, sentirsi diversi quando si ritorna a casa.  Io stesso ho vissuto questa sensazione di cambiamento essendo partito più volte con lo zaino in spalla: da piccolo con il gruppo scout e poi, dopo il liceo, ho girato il nord Europa in autostop, ho viaggiato in Irlanda, in Australia, ho intrapreso il Cammino di Santiago de Compostela. Ogni viaggio regala un bagaglio di esperienze inedito, ci arricchisce di nuovi insegnamenti e consapevol

  • Mindful.Latemar si ispira quindi a ciò che ha appreso durante uno dei suoi viaggi? 

    Ogni mio progetto è frutto dell’insieme di conoscenze e esperienze che ho raccolto durante i miei viaggi. Il percorso Mindful.Latemar richiama, ad esempio, alcuni esercizi e simbologie del Cammino di Santiago di Compostela: valorizza l’aspetto terapeutico del viaggio e del camminare, e incoraggia a porre la propria attenzione sull’essere anziché sul “fare”. Inoltre, all’inizio della passeggiata invito i partecipanti a scegliere un oggetto da portare con sé lungo il cammino e, terminato quest’ultimo, ad abbandonarlo fisicamente all’ultima tappa del percorso. Questo gesto aiuta a liberarsi di un “peso” che può essere un pensiero, una paura, un ricordo da lasciar andare per promuovere il nostro benessere mentale. Tutti gli oggetti raccolti vengono poi lasciati in punto preciso per dare forma al cosiddetto “monumento della consapevolezza”: una sorta di opera collettiva che rappresenta tutto ciò che i camminatori vogliono lasciarsi alle spalle per alleggerire la propria anima e abbracciare il cambiamento avvenuto con positività e consapevolezza. 

    Perché ha scelto questo luogo? Ha un significato particolare per lei?

    Come ricorderemo tutti, a fine ottobre 2018, le fortissime raffiche di vento causate dalla tempesta di Vaia rasero al suolo milioni di alberi, anche in Val D’Ega. A sei anni di distanza, la zona del Latemar presenta ancora ettari di boschi danneggiati. Tuttavia, lungo il sentiero Mindful.Latemar, si possono scorgere anche alberi che, seppur mutilati, hanno trovato il modo e la forza di rimanere in piedi; altri invece sono rimasti integri e hanno resistito alla furia di Vaia. Di conseguenza, ho pensato che un paesaggio naturale caratterizzato da una tale drammaticità avrebbe reso questo percorso ancora più speciale: abbiamo il privilegio di percorrere un sentiero in un luogo simbolo di distruzione, ma anche di resilienza. Rimarco più volte questo aspetto durante la nostra passeggiata, invitando tutti i partecipanti ad osservare i boschi e i prati che ci circondano, le montagne che ci sovrastano, con consapevolezza, ammirazione e rispetto. Le 18 stazioni dell’intero percorso ci aiutano a cogliere e riconoscere, passo dopo passo, l’interconnessione con la natura circostante: partendo dalle sensazioni che proviamo nel sentire il vento sulla pelle, la neve o l’erba che calpestiamo, immedesimandoci nella montagna che abbiamo di fronte, la Mindfulness ci aiuta a portare attenzione a tutto ciò che vive intorno a noi, senza esprimere alcun giudizio, bensì apprezzandolo semplicemente perché esiste. “Siamo tutti in inter-essere” è l’insegnamento di Thich Nhat Hanh che mi piace condividere con gli altri camminatori: tutte le nostre azioni hanno delle conseguenze sulle vite degli altri e un impatto sull’ambiente in cui viviamo. La Mindfulness, quindi, non solo ci aiuta a vivere in maniera consapevole, intenzionale e autentica, ma, se praticata nella natura, ci consente di potenziare questo legame con il tutto e a coltivare i valori della cura e della gratitudine, orientandoci ad uno stile di vita ecosostenibile anziché egoistico. A questo proposito, ci tengo a sottolineare che Mindful.Latemar è anche un perfetto esempio di Slow Tourism, in quanto si tratta di un progetto studiato per non avere alcun impatto sull’ambiente in cui è inserito.

  • La passeggiata di “ben-essere” si può svolgere tutti i giorni, sia in inverno che in estate. Qui di seguito il link al sito ufficiale per contattare Thomas Bernagozzi: https://obereggen.com/it/mindfullatemar