"Il Daspo urbano? Inutile"
“Il Daspo urbano? Inutile, sposta solo il problema”. Il sindaco Renzo Caramaschi boccia lo strumento introdotto dal decreto sulla sicurezza nelle città promosso dal ministro dell’interno Marco Minniti. Secondo il primo cittadino – che a Bolzano è sostenuto anche dal Pd, il partito del titolare (uscente) del Viminale – la misura presentata in pompa magna un anno fa non serve per intervenire in situazioni di marginalità come quella emersa dal caso di cronaca di sabato scorso. Un senzatetto di origini straniere, che aveva trovato un riparo di fortuna all’ex hotel Alpi, si è ustionato cercando di riscaldarsi e ha riportato traumi non gravi.
Caramaschi mercoledì discuterà sul da farsi assieme al presidente della Provincia Arno Kompatscher e al commissario del governo Vito Cusumano. “Servono più poteri” dice esplicitamente il primo cittadino - in un'inedita versione da sindaco-sceriffo alla Gentilini - a proposito "del problema delle persone che bivaccano nei parchi e nei luoghi pubblici creando disagi e problemi di ordine pubblico e di sicurezza". Sono ritenuti insufficienti gli strumenti a disposizione delle istituzioni locali per agire nei confronti delle persone che volontariamente non intendono accedere ai servizi di accoglienza messi a disposizione, come i posti letto dell’emergenza freddo. “In questo caso – precisa il primo cittadino – parliamo di una fascia di marginalità presente in città: senzatetto che hanno o non hanno ricevuto il foglio di via, persone maleducate all’eccesso, che creano degrado e disturbo e che non vanno assolutamente confuse con i migranti, con i richiedenti asilo. Una parte di umanità allo sbando. Purtroppo, siamo una società troppo garantista e le istituzioni non riescono a mandarli a casa loro”.
Nessuno può obbligare una persona che dorme fuori ad andare nei posti letto allestiti per chi è senza dimora. “Noi abbiamo posti a sufficienza. Se questa persona si fosse rivolta a una delle nostre strutture quanto accaduto non sarebbe successo – continua Caramaschi –. Ma noi come amministrazione cosa possiamo fare?". Per il sindaco la soluzione è drastica. "Dovremmo poterli prendere di peso con la polizia municipale, portarli in un edificio riscaldato, lavarli, farli dormire in un luogo caldo. Ma non ho questo potere, diventerebbe sequestro di persona. Certo, se potessimo agire a questo fine con maggiore severità saremmo una società più civile”.
L'amministratore ritiene inutile il ricorso alle misure del decreto Minniti, che era stato pensato prevalentemente per la tutela del “decoro urbano”. “A Trento il Daspo non ha risolto niente. Si riesce solo a spostare il problema per 48 ore, poi si ripresenta. Neanche un'ammenda o una denuncia valgono, perché si tratta di persone nullatenenti” conclude Caramaschi. Anche se, in realtà, le misure contenute nel decreto sono varie. Il testo ha introdotto sanzioni amministrative da 300 a 900 euro con l’allontanamento fino a 48 ore “per chi lede il decoro urbano o la libera accessibilità o la fruizione di infrastrutture (ferrovie, aeroporti, ecc.), luoghi di pregio artistico, storico o interessati da flussi turistici, anche abusando di alcolici o droghe, esercitando la prostituzione "in modo ostentato", esercitando il commercio abusivo o facendo accattonaggio molesto”. Mentre il Daspo urbano vero e proprio – che scatta per chi si è ripetutamente reso protagonista di lesioni al decoro urbano – comporta l’allontanamento fino a 12 mesi.