Kultur | L'appuntamento

Amazzonia in mostra a Trento

Fino al 22 aprile 90 foto di Beatrice De Blasi allo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. E una sezione dedicata alla vita in foresta nella Bottega Mandacarù.
Amazzonia
Foto: Beatrice De Blasi

“La foresta è la nostra vita. Chi non è di qui ha una visione economica della terra. La vede in termini di guadagno. Noi la vediamo come fonte di vita. Dobbiamo proteggerla... per il futuro della nostra gente”. Le parole di Elsa Wampu, coordinatrice delle donne della Comunità Shuar di Jimiarentsa, nell'Amazzonia ecuadoriana, hanno ispirato il lavoro della fotografa Beatrice De Blasi, e rappresentano il filo conduttore della mostra inaugurata il 9 marzo scorso nella splendida cornice della Tridentum romana, cioè nello Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, con un appendice dedicata alla vita nella foresta presso la bottega Mandacarù di Trento.

Le 90 stampe fotografiche sono il frutto di due missioni in Amazzonia ecuadoriana svolte nell'area tra il 2016 e il 2018. Beatrice De Blasi è responsabile educazione di Mandacarù Onlus, cooperativa trentina di commercio equo e solidale e - dal 2008 - direttrice artistica di Tutti nello Stesso Piatto Festival Internazionale di Cinema cibo & VideoDiversità.

Una delle domande cui è impellente rispondere in un contesto come quello dell'Amazzonia ecuadoriana è: sviluppo umano e conservazione ambientale possono coesistere?

In Amazzonia, l’autrice ha documentato lo stile di vita e di lavoro dei due popoli indigeni Shuar e Achuar, con cui da anni Mandacarù Onlus e Altromercato collaborano nell’ambito di progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo e di commercio equo, grazie al partenariato con Fundaciòn Chankuap, Ong fondata più di venti anni fa da padre Silvio Broseghini, missionario salesiano originario di Baselga di Pinè.

 

 

Una delle domande cui è impellente rispondere in un contesto come quello dell'Amazzonia ecuadoriana è: sviluppo umano e conservazione ambientale possono coesistere?

L’esperienza di Fundación Chankuap in Ecuador sulla difesa e valorizzazione della biodiversità con le comunità indigene Shuar e Achuar aiuta a rispondere in modo affermativo, toccando numerosi aspetti: lo sviluppo umano, la salvaguardia della biodiversità, i nuovi mercati economici relativi all’etnocosmesi.

Nell’Oriente ecuadoriano, la regione amazzonica del paese che sta al di là della cordigliera delle Ande e che ha come limite la frontiera con il Perù, è ancora praticata la poligamia ed il matrimonio in età precoce. Ma qualcosa sta cambiando.

 

 

Grazie al commercio equo e solidale ed ai progetti di cooperazione internazionale realizzati da Mandacarù Onlus e Altromercato con Fundación Chankuap, oli essenziali e arachidi sono diventati uno strumento di emancipazione: le bambine riescono a proseguire gli studi oltre la scuola primaria e le donne cambiano le loro prospettive attraverso progetti di empowerment femminile.

"Le madri che ho incontrato hanno un sogno: che le figlie possano studiare e cambiare la loro vita come loro non hanno potuto fare. Le donne inoltre hanno aumentato la loro autostima, anche perché si sentono investite di un ruolo importantissimo: hanno un reddito, la possibilità di risparmiare e mandare i figli a scuola e sono custodi della biodiversità" scrive De Blasi nel libretto che accompagna la mostra.