Schwazer e Kostner, l’incubo continua
Sembra oramai inevitabilmente tramontata la carriera del marciatore di Vipiteno Alex Schwazer; spuntano infatti nuove indiscrezioni secondo le quali anche la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Pechino del 2008 sarebbe inquinata dallo spettro del doping. Continuano infatti le indagini guidate dal Procuratore di Bolzano Guido Rispoli, lodato da Franco Arturi sulla Gazzetta dello Sport per la sua solerzia: “È uno dei tanti magistrati che suppliscono all’inerzia in materia di istituzioni sportive”, scrive il giornalista. Salgono intanto a 38 gli atleti che non hanno comunicato le informazioni sulla reperibilità alle autorità competenti per l’eventuale arrivo di controlli antidoping a sorpresa.
In questa lenta e inesorabile discesa nell’annichilimento dell’etica Schwazer ha trascinato anche l’allora fidanzata Carolina Kostner - simbolo di grazia e agilità sportiva molto amato dagli altoatesini – che avrebbe dichiarato agli ispettori della Wada, presentatisi presso la sua abitazione di Oberstdorf, che il marciatore di Vipiteno si trovava a Racines quando in realtà era nascosto in casa. La pattinatrice artistica non è al momento indagata – anche se non è escluso che la procura anti-doping del CONI possa approfondire il caso - ma interrogata al riguardo dagli inquirenti, avrebbe confermato la versione di Schwazer, violando in tal modo l'articolo 2.8 del Codice Wada in base al quale “è sottoposto a sanzione chiunque favorisca un atleta nel doping o nell'eludere un controllo antidoping”.