Politik | Intervista

Gli ’altri’ Bozner

Gli Arbeitnehmer della SVP alzano la voce: “la ricchezza del capoluogo è prodotta da operai, impiegati e i consumatori non da 20 grandi proprietari”.

Nell’attuale dibattito bolzanino in vista delle prossime elezioni comunali nei giorni scorsi è tornata protagonista l’ala sociale della SVP. Nell’ambito delle manovre preliminari per la formazione di programma e liste, gli Arbeitehmer ci hanno tenuto a far valere la loro posizione, dicendosi disposti anche a prendere in considerazione la possibilità di presentarsi non nella lista principale della Stella Alpina ma in una Civica, qualora il candidato sindaco identificato dalla Volkspartei non dovesse essere quello di loro gradimento. 
Abbiamo quindi pensato di parlarne con il leader provinciale della corrente, il consigliere provinciale Helmuth Renzler

 

Renzler, come vede la situazione attuale? Quali sono le vostre richieste attuali nei confronti del vostro partito?
Per noi il presupposto essenziale è che si converga su candidato sindaco moderato, sia che noi della SVP si vada da soli o in coalizione. Deve essere una persona equilibrata che tuteli gli interessi di tutte le correnti del partito, oltre che naturalmente il nostro interesse etnico. 
Come Arbeitnehmer noi poi chiediamo che soprattutto per quanto riguarda il gruppo linguistico tedesco vengano maggiormente tutelati gli interessi della periferia e cioè della zona abitata prevalentemente dal gruppo linguistico italiano. L’attenzione non può essere rivolta esclusivamente al centro. 

Dal punto di vista della tradizione politica della SVP bolzanina mi sembra una prospettiva abbastanza rivoluzionaria…
Sì. D’altronde occorre pensare al fatto che la maggior parte dell’elettorato di lingua tedesca sono di fatto Arbeitnehmer. E non è possibile che si continuino a tutelare solo gli interessi di una parte e cioè del gruppo economico e dei contadini. Fino ad ora a Bolzano a prevalere sono state le decisioni etniche ma ora siamo arrivati ad un punto in cui le cose secondo me cambieranno. In sostanza vogliamo che il nostro peso come elettorato venga preso in considerazione con la dovuta attenzione e dandogli il giusto peso. 

Fino ad oggi le figure di riferimento sono state Ladinser e Steger con la loro dialettica ridotta quasi solo al pro o contro Kaufhaus, con l’alternativa dei contadini rappresentati da Walcher. Se gli Arbeitnehmer vogliono contare di più naturalmente devono essere in grado di promuovere delle personalità in grado di porsi in prima linea in maniera autorevole. A che punto siete?
Ci stiamo lavorando e abbiamo ancora tempo fino a marzo/aprile del prossimo anno per comunicare le nostre decisioni. Siamo preparando un gruppo di candidati, ben suddivisi tra esperti e volti nuovi per la politica. Devono essere persone affidabili dal punto di vista dell’appartenenza ideologica perché vogliamo essere certi che non cambino poi bandiera una volta eletti. La squadra dovrà essere omogenea per poter lavorare in team sia all’interno del partito che rispetto all’elettorato che stimiamo essere il 70% della popolazione di madrelingua tedesca di Bolzano. 

Da chi è composto il vostro elettorato di riferimento?
Non sono proprietari, non sono capitalisti e non sono contadini. È gente che lavora e che deve essere rappresentata per il peso che ha nella città. Affrontando tutte le problematiche, dalle case sociale fino al traffico, la mobilità e i parcheggi. Lo ripeto: non è possibile che tutto venga concentrato nel centro città. Se la città si vuole sviluppare i quartieri della periferia non possono essere soltanto dormitori ma essere invece non solo vivibili ma anche nucleo di spinta per il rinnovamento. Va ammorbidito il legame esistente tra economia ed SVP. 

Sembra un percorso in controtendenza questo, in una a fase in cui la SVP di Bolzano dopo il fallimento di Spagnolli sta prendendo un po’ le distanze dal Partito Democratico…
L’ala sociale ha un compito ben preciso: difendere gli interessi dei lavoratori, dei pensionati e dei ceti deboli. Senz’altro non è nostro compito quello di difendere gli interessi di quelli che stanno bene. I ‘nostri’ non abitano in centro o a Gries ma piuttosto a don Bosco, Firmian, Aslago e ai Piani. Non dico che in passato sono stati trascurati. Ma senz’altro è vero che i grossi interessi si sono concentrati in centro. Bisogna trovare un equilibrio anche perché quelli che producono la ricchezza della città di Bolzano la producono gli operai, gli impiegati. Quelli che nella città vivono e spendono i loro soldi e non una ventina di grossi proprietari…

I cosiddetti poteri forti… 
Sì. E va tenuto conto che questa è una fase delicati per via dell’aumento del costo della vita per cui contiamo di poterci far valere di più rispetto al passato nella predisposizione del programma e delle liste della SVP per le prossime elezioni comunali. C’è anche da vedere quale sarà la costellazione con la quale arriveremo alle elezioni. 

Infatti: ci sarà forse una moltiplicazione di stelle alpine a quanto pare. 
Gli Arbeitnehmer resteranno senz’altro nella SVP, sarà solo da vedere quale sarà la dimensione della nostra stella, se piccola o grande. Se ci saranno delle liste civiche il tutto comunque sarà collegato al candidato di punta.

Il candidato di punta della SVP dovrà essere espressione del mondo degli Arbeitnehmer?
No. Ma deve aver dimostrato nel passato di saper collaborare con tutte le correnti. 

Nel suo partito molti sono affascinati dall’esperimento di Laives che in questi primi mesi in apparenza è riuscito a combinare gli opposti e cioè SVP, destra italiana e addirittura Movimento 5 Stelle con l’appoggio esterno. Le cosa ne pensa?
Bolzano non è Laives ed ha anche un rilevo nazionale, soprattutto per il governo. 

Quindi a Bolzano per la SVP sarebbe impossibile prescindere dal PD. Ma bisogna avere i voti, però.
Gli elettori di lingua tedesca si ricordano dell’elezione di quello che successo con l’elezione di Benussi che all’epoca era anche moderato. L’occupazione del comune all’epoca fu uno shock. 

Come vede la Lega?
Sono completamente dipendenti da Salvini e poi devono risolvere la contraddizione tra la Padania e l’orientamento nazionale che sta assumendo il partito. A livello locale per poter dialogare con loro non basta il fatto che siano autonomisti, dovrebbero cambiare anche completamente il loro atteggiamento nei confronti degli immigrati. 

Quale sarebbe l’atteggiamento della SVP se i partiti tradizionali del centrodestra facessero tutti un passo indietro rispetto ad una lista civica moderata magari guidata da Giorgio Holzmann?
Non sarebbe credibile. Tutti noi ricordiamo chi era Holzmann prima di diventare un moderato. Ci vorrebbe qualcun altro non compromesso con il passato.