Report UE in materia di corruzione
L’altro giorno è uscito il report della Commissione Europea in materia di corruzione; il giudizio è a dir poco impietoso: nonostante “gli sforzi profusi dall’Italia” il fenomeno “rimane preoccupante”. Reazioni politiche? Pressoché inesistenti. Secondo la UE la nostra legge anticorruzione è “insufficiente” perché “lascia irrisolti” diversi problemi. Si invoca poi uno stop alle leggi ad personam che più volte hanno “ostacolato i tentativi dell’Italia di darsi norme per garantire processi efficaci”. Al riguardo qualche dubbio era sorto in parecchi. Ora in materia di anticorruzione è bene ricordare che è stato il Governo Monti a dare una brusca accelerata, cercando di contenere la crisi sistemica dei partiti, sempre più coinvolti da inchieste giudiziarie e scandali diventati poi tristemente all’ordine del giorno, ma soprattutto con lo scopo di ridare un minimo di credibilità alle istituzioni. Era ottobre 2012 e il ddl anticorruzione diventava legge, accolta più o meno trasversalmente da destra a sinistra con grande enfasi e soddisfazione, soprattutto in vista della campagna elettorale alle porte, per le politiche di febbraio 2013. E in effetti una delle norme principali, l’incandidabilita’a seguito di condanne definitive, viene giudicata da Bruxelles “un importante passo avanti”. Ma la Commissione suggerisce anche di mettere mano al conflitto di interesse, altro evergreen delle campagne elettorali. Secondo il Premier Letta “è il momento di discuterne. Gli italiani aspettano da troppo tempo”. Ma per capire quanto il tema sia intoccabile, quasi un tabù, come dire attenzione a giocare con il fuoco, basta ascoltare le parole del ministro Delrio: “il Premier non chieda la luna”.