Kultur | Società dei Concerti

"... tra intrattenimento e arte."

Al Monteverdi musiche di Janaček, Schönberg, Busoni e Ives nell’interpretazione del pianista Giuseppe Albanese. L’intervista di SALTO.
abanese giuseppe, pianista
Foto: Fausto Fabbri
  • Giuseppe Albanese si è diplomato giovanissimo al  Conservatorio di Pesaro, e perfezionato all'Accademia Pianistica Internazionale di Imola. Ha conseguito una laurea  in Filosofia presso l'Università degli Studi di Messina. A Bolzano propone il suo recital pianistico per la Società dei Concerti.

  • SALTO: ricorda la sua prima lezione di musica?

    GIUSEPPE ALBANESE: Ricordo che un giorno, intorno ai sei anni d’età, fui vicino all’accordatore per tutto il tempo (svariate ore, dalla mattina alla sera!) in cui lavorò sul pianoforte di casa. Fu lui a suggerire ai miei genitori di propormi lo studio della musica. Si sarà accorto di qualcosa, anche se per me rimane un mistero.

    A Bolzano suonerà opere di Janaček, Schönberg, Busoni e Ives. E’ un programma dedicato a quattro importanti quanto diversi autori del Novecento. Quale è il “filo rosso “ di questo recital? 

    In questo 2024 cadono anniversari che riguardano queste quattro emblematiche figure della storia della musica (170 anni dalla nascita di Janáček; 150 da quella di Schönberg; 100 dalla morte di Busoni; 150 dalla nascita nonché 70 dalla morte, nel caso di Ives). Ognuno di loro, in quella ampia cornice che può essere considerata il decadentismo (e più precisamente il simbolismo), è stato attivo e particolarmente in quei primi quindici anni del ‘900 che, per trasformazioni culturali, evoluzioni del linguaggio musicale, coesistenza di fortissime quanto diversissime personalità, possono a buon diritto essere considerati il periodo più innovativo e vivace della storia del pianoforte. Di più: le opere presentate hanno praticamente tutte (ad eccezione delle Elegie di Busoni, leggerissimamente anteriori) cominciato a vedere la luce nel 1911, e comunque nel quinquennio 1911-1916. Dal micro cosmo dell’op. 19 di Schönberg al macro cosmo della Concord di Ives, dal carteggio Busoni-Schönberg alla concisione e frammentarietà dei brani di quest’ultimo e Janáček, dalla colossale monumentalità di Ives così come dalla sua filosofia “americana” contrapposta all’altra America, quella dei nativi americani cui si rivolge Busoni, da tutto ciò, dico, emerge una fitta trama di rimandi, direi più una rete che un unico filo, per rosso che sia.

  • Giuseppe Albanese: il suo repertoria abbraccia opere di Bach e di autori del nostro tempo Foto: Fausto Fabbri
  • Alla 54esima edizione del Busoni ha vinto il Premio speciale per la migliore esecuzione dell'opera contemporanea. Ma il suo repertorio comprende Bach e Ligeti, senza trascurare anche autori meno “impegnati”, come Nyman, e meno noti. In un mondo che tende alla iperspecializzazione la sua è una scelta non comune...

    Ho dedicato la vita alla musica e al pianoforte. Il mio è un cammino alla ricerca dell’equilibrio tra intrattenimento e arte, tra perfezionamento e sperimentazione, tra riflessione e osservazione, tra voglia di sicurezza e amore per l’avventura. Amo tutta la musica e ci sono generi e composizioni che mi piacciono più di altri, come pure ci sono mie interpretazioni ed esecuzioni che al pubblico piacciono più di altre. L’iperspecializzazione ci aiuta a mettere ordine nell’offerta musicale, ma qualsiasi musicista si sentirebbe diminuito ad essere identificato con un unico genere musicale, salvo casi di eclatanti vocazioni. Non so se la non specializzazione debba essere considerata oggi come anacronistica o rétro. Sarà che molti dei concertisti del passato che ammiro di più non erano specialisti nel senso odierno, fatto sta che ho in mente una visione piuttosto umanistico-rinascimentale quando penso al concetto di artista. 
     

    Nel corso o a margine di un suo concerto le è capitato un episodio buffo (o tragicamente comico) di cui ancora sorride?

    Quella volta che al Festival di Ravello, durante le prove nella Sala dei Cavalieri di Villa Rufolo (all'aperto), una vespa precipitò in picchiata dai riflettori direttamente sulla mia mano. Traiettoria perfettamente perpendicolare: impossibile schivarla! L'organizzazione provvide immediatamente a medicarmi e il concerto, per fortuna, andò liscio...

  • Giuseppe Albanese: ha collaborato, quale solista, con numerose prestigiose orchestre Foto: Ennio Guarneri
  • Ci suggerisce un testo di filosofia della musica che ci aiuti a comprendere la musica del nostro tempo?

    Alex Ross: Il resto è rumore. Ascoltando il XX secolo. Non è un testo di filosofia e non parla del nostro tempo in senso stretto, ma credo che possa aiutare a riflettere sul fenomeno e magari a darne un'interpretazione. 

    Pensa con Dostoevskij che “la bellezza salverà il mondo”?

    Forse. Prima però bisogna salvare la bellezza.

  • 17.04 ore 19.30

    Società dei Concerti di Bolzano

    Giuseppe Albanese, pianoforte

    musiche di Janaček, Schönberg Busoni e Ives

    Bolzano, Conservatorio