Politik | Referendum 12 giugno

Aeroporto: ecco il voto sul territorio

Partecipazione e consensi consegnano alla politica una fotografia interessante. In cui emergono segnali importanti e in parte contraddittori.

Il risultato del referendum sull’aeroporto evidenzia nei dati aspetti estremi molto interessanti e significativi, facendo registrare nei social commenti che non mancano di ricorrere all’arma dell’ironia. 

Da una parte naturalmente sono posizionati i due comuni della Bassa Atesina di Cortaccia e Termeno, vicinissimi in linea d’aria alle traiettorie di decollo ed atterraggio dell'aeroporto. Nei due comuni, ma anche a Vadena, Ora ed Egna, percentuali bulgare hanno evidenziato il fastidio di cittadinanza, agricoltori ed albergatori all’idea che nel prossimo futuro il loro esosistema sensoriale (arie, rumore e visuale9 potesse essere guastato dal transito di grandi aerei. 

All’estremo opposto si sono posizionati i due comuni ‘lontani’ di Corvara in Badia e Selva Gardena, gli unici in cui a livello provinciale è stata registrata la vittoria del SI al referendum. 
In merito non è mancato chi ha provocatoriamente proposto, di conseguenza, che il nuovo aeroporto venga realizzato a Corvara
Al coro ironico però non si è associato l’albergatore di Corvara Michil Costa che pure, nei giorni scorsi e anche con una personale campagna mediatica, aveva a lungo cercato di mettere in evidenza le controindicazioni legate all’apertura di credito rispetto al turismo ‘mordi e fuggi’ e al ’Südtiroler feticcio’ rappresentato dall’aeroporto. 
Dopo aver riaffermato le sue motivazioni etiche (“l’importante non è avere ragione ma essere nel giusto”), Costa stamani ha sì gioito per il risultato del referendum provinciale, ma poi ha reso l’onore delle armi al Landeshautmann Kompatscher (“a lui vanno i miei complimenti per aver dato il via ad una discussione che è mancata negli ultimi vent’anni”). 
Costa non si è detto stupito dal risultato in controtedendenza registrato nel suo paese e a Selva Gardena, ma ha colto anche l’occasione per ribadire il suo sconcerto (“per me è incomprensibile”). Dopo di che l’albergatore con anima ‘verde’ ha invitato a non riposarsi sugli allori.

“Ora si discuta apertamente anche di altri temi, ce ne sono tanti, anche più importanti dell’aeroporto”

Al di là della levata di scudi della Bassa Atesina e dell’Oltradige, il voto nel resto del territorio provinciale ha inviato altri segnali, all’amministrazione provinciale ma non solo. 

Molto sensibile sulla tematica si è dimostrato il comprensorio Salto-Sciliar, facendo registrare una partecipazione al voto seconda solo appunto alle zone limitrofe all’aeroporto. L’affermazione del NO c’è stata, anche se meno significativa. Se si eccettua il fatto che il presidente Kompatscher è riuscito a perdere la scommessa anche nel comune di Fiè in cui è stato sindaco per ben 10 anni. 

A livello di partecipazione più o meno sullo stesso piano si sono segnalati Val d’Isarco e Pusteria. Nelle scelte degli elettori però la Val d’Isarco si è comportata in un modo molto simile a Salto-Sciliar facendo registrare una percentuale di NO pari ai due terzi dei votanti. In Pusteria - forse complice anche una certa ‘distanza politica’ dalla presidenza Kompatscher - il NO invece ha raggiunto una percentuale di poco superiore alla media provinciale, con il 72%. 

A seguire si sono piazzati i comuni ladini che, complici le scelte controcorrente di Corvara e Selva, hanno fatto registrare nei comprensori la vittoria più debole del NO, con il 57,1%. Molto interessante è risultato però il fatto che, appunto, Badia e Gardena hanno fatto registrare un comportamento non omogeneo da parte dei valligiani. Contrari all’ampliamento dell’aeroporto in generale e nei centri principali, e favorevoli sono nelle ‘punte di diamante’ dell’alta valle (oggettivamente anche più faticosamente raggiungibile dai turisti). 

In Val Venosta l’affermazione del NO con il 77,7% è stata quindi più significativa che nel Burgraviato (67,1%). Mentre il fanalino di coda per quanto riguarda la partecipazione con il 42% è stato registrato nell’Alta Val d’Isarco dove, evidentemente, si sono recati a votare quasi solo i contrari all’aeroporto visto che il NO ha vinto lì con l’80,8%, una percentuale seconda solo all’Oltradige Bassa Atesina.

Un discorso a parte va riservato ai centri principali
Com’era ampiamente prevedibile la maggiore partecipazione, così come la maggiore percentuale di NO, è stata registrata a Laives, comune confinante con l’aeroporto. 
Abbastanza buona la partecipazione è stata anche a Brunico (47,1%), di poco superiore a Bressanone (44,5%). 
Deludente invece è stata la partecipazione a Merano città, fermatasi al 35,7%, una percentuale davvero molto bassa visto che peggio è riuscita a fare solo Vipiteno con il 34,9%. Per quanto riguarda Merano ha stupito il fatto che a disertare le urne su una tematica con forti aspetti ambientali è stata l’unica città altoatesina governata da un sindaco verde

Dulcis in fundo la città di Bolzano, che aveva suscitato molte preoccupazioni nel fronte del NO. Il timore era che il capoluogo, sulla scia della sua impronta seppur debolemente ‘metropolitana’, potesse scegliere decisamente per il SI. Timori infondati: a Bolzano il NO ha prevalso con il 65,3% dei consensi. E i bolzanini sono anche riusciti a lanciare indirettamente un messaggio interessante e provocatorio alla loro amministrazione municipale ‘in gestazione’. Per l’aeroporto infatti hanno votato più cittadini che al ballottaggio che lo scorso 22 maggio ha ‘incoronato’ Caramaschi.