
Di consenso
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Degli 51 uomini (comuni) andati a processo per aver abusato di Gisèle Pelicot in stato di incoscienza, Husamettin Dogane è andato in appello. La sua difesa ha argomentato che non era consapevole di commettere uno stupro, dato che aveva creduto al marito che la moglie era consenziente.
La corte ha deciso non solo di confermare la condanna a 9 anni di detenzione, ma ha addirittura aumentato la pena a 10 anni. Non è certo questo anno a fare la differenza, a cancellare il reato, a restituire a Gisèle Pelicot ciò che le è stato tolto. O a cambiare improvvisamente una società basata sulla cultura dello stupro. Però è un messaggio forte e chiaro.
Ora, il caso Pelicot si presta a innumerevoli analisi, riflessioni, dibattiti. Dall’uso di droghe dello stupro, alla trasversalità e ordinarietà di chi commette questo reato. Dall’oggettificazione della donna alla violenza della fiducia, quando il violento è proprio colui di cui più di tutti ti fidi. Dalla domande su “come” alla domanda su “se” sia possibile fidarsi di un uomo seppur conoscendolo da una vita.
Il consenso è un “SI” libero, informato, specifico e può essere riconfermato o revocato in qualsiasi momento.
E poi la questione alla base: il consenso. Non costringere la partner a fare sesso dovrebbe essere scontato e fondamentale. E invece non lo è. Esercitata con forza, coercizione o manipolazione, la violenza sessuale è uno degli strumenti di potere e controllo nella violenza domestica. Come se convivenza e matrimonio dessero il diritto a possedere la partner proprio in tutti i sensi. Tanto da offrirla, a sua insaputa, anche ad altri uomini come è successo a Gisèle Pelicot. Oppure, in modo diverso ma con la stessa matrice, con la condivisione non consensuale di immagine intime su piattaforme online come recentemente “miamoglie” e quotidianamente su numerose piattaforme analoghe.
Il consenso non può essere tacito. Non può essere dato da una persona terza. Non è mancanza di resistenza o l’assenza di un “NO”. Il consenso è un “SI” libero, informato, specifico e può essere riconfermato o revocato in qualsiasi momento. Oserei dire questo “SI” dev’essere anche gioioso e entusiasta. Altrimenti non è consenso e quindi violenza. È chiaro a tutti?
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