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Caso vaccini, bolzanini multati

A rischio l’affare da 2,7 milioni per la fornitura di 150mila dosi di antinfluenzale alla Lombardia. I dentisti intermediari non sono iscritti nel registro del Ministero.
Vaccini
Foto: upi

Si infittisce la vicenda legata alla fornitura delle 150mila dosi di vaccino antinfluenzale che la Regione Lombardia era pronta ad acquistare per oltre 2,7 milioni di euro dallo Studio Dr. Mak & Dr. D’Amico Srl, neonata società che ha come soci e amministratori il dentista Lars D’Amico e la specialista in ortodonzia Rozmary Mak D’Amico e che gestisce un piccolo studio dentistico a Bolzano. La srl altoatesina aveva vinto un bando lampo - pubblicato dalla centrale acquisti lombarda Aria (travolta peraltro dal “caso camici” in cui è coinvolto il governatore Attilio Fontana) - aperto e chiuso in 24 ore.

Ora l’affare rischia però di andare a monte. Sul caso sono scattate una serie di verifiche da parte dei carabinieri del Nas di Trento e della guardia di finanza di Bolzano, oltre che da parte dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (“la compravendita di farmaci è lecita solo per farmacisti e farmacie, ditte farmaceutiche e grossisti” aveva ricordato su salto.bz la presidente Monica Oberrauch) e di quello dei Farmacisti.

Dai primi accertamenti è emerso che i vaccini in questione, provenienti dall’India, sarebbero stati importati attraverso un intermediario turco, grazie all’intervento di un conoscente cinese. È questa la ricostruzione fatta dal ilfattoquotidiano.it che ora svela anche un altro importante dettaglio: la società dello studio dentistico non risulterebbe iscritta nel registro degli intermediari di prodotti farmaceutici presso il ministero della Salute. Ragion per cui gli uomini dell’Arma hanno già applicato allo studio una sanzione da 6mila euro.

Intanto la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta sui prezzi elevati a cui sono stati acquistati alcuni lotti dall’amministrazione lombarda. E piove sul bagnato: 620mila dosi (su 2,9 milioni ordinate dalla Regione guidata da Fontana) sono al momento prive dell’autorizzazione all’importazione dell’Agenzia italiana del farmaco.