Sport | Calcio/L'intervista

Scavone, dal campo alla scrivania

Dopo l'addio al calcio giocato, ha ricevuto la proposta di entrare a far parte del settore giovanile del Südtirol. "Da noi più possibilità che altrove di sfondare".
Manuel Scavone
Foto: MS
  • SALTO: Manuel, come sta andando la nuova esperienza con il Südtirol?

    Manuel Scavone: “Bene, è molto stimolante e naturalmente ci sono le dovute problematiche del caso come è giusto che sia altrimenti non mi avrebbero chiesto di prendere questo incarico. E’ una cosa che mi sta piacendo e sono contento di essere tornato nella società dove sono partito.

  • Manuel Scavone - nuovo responsabile dell’attività agonistica

    Appese a maggio le scarpette al fatidico chiodo, Manuel Scavone, dopo aver girovagato l’Italia da calciatore e aver vinto ben sette campionati (tra cui tre promozioni dalla B alla A),  è stato nominato in estate dal Südtirol responsabile dell’attività agonistica e cioè delle formazioni U15 - U16 e U17, oltre condividere con Hannes Fink la guida della Primavera.

  • Recentemente ha ottenuto il patentino di allenatore, si aspettava dal club una chiamata per il ruolo attuale?

    La mia idea è sempre stata quella di poter avviare la mia carriera post giocatore con un ruolo dirigenziale e non quella di “buttarmi” subito in campo: mi ha fatto molto piacere il fatto che il Südtirol abbia pensato a me per questo ruolo.

     

    Trasmettere ai ragazzi una certa mentalità è la parte più difficile del mio lavoro

     

    Com’è lavorare fuori dal campo con tanti suoi ex compagni di squadra, da Bacher a Fink, da Kiem a Marchi, con i quali ha condiviso diverse tappe nel Südtirol? 

    Porta solo dei vantaggi, perché li conosco e mi fa piacere condividere il campo con loro.

    C’è anche mister Sebastiani, uno dei tecnici che le ha dato di più nella sua carriera...

    Con lui c’è stima reciproca, e anche se non mancano gli scontri tra di noi, è tutto a fin di bene, perché ci teniamo a far crescere i ragazzi.

    Qual è la parte più difficile del suo nuovo impiego?

    Trasmettere ai ragazzi una certa mentalità, che tante volte per superficialità e per età fatica a emergere. Sta a me far capire loro di provare a diventare dei calciatori professionisti, poi non tutti ce la faranno, ma voglio che tutti si giochino le loro carte.

    Arrivare in prima squadra nel Südtirol è più facile ora o lo era ai suoi tempi?

    Qui da noi ci sono quattro ragazzi del settore giovanile in pianta stabile nella prima squadra:, credo che in serie  A, B e anche in C sia difficile riscontrare una cosa simile. Al Südtirol se si ha una certa mentalità, la voglia di migliorarsi e di sacrificarsi giorno dopo giorno, si hanno più possibilità di arrivare rispetto ad altre realtà e per questo sto cercando di fare capire a tanti ragazzi che non sanno la fortuna che hanno.

     

    Il Südtirol ha tutte le carte in regola per centrare la salvezza.

     

    Le manca il calcio giocato?

    No, non mi manca. Ho avuto la fortuna di fare per 17 anni il professionista e qulcuno da dilettante: ho fatto tutto quello che dovevo fare. Aggiungo che è stata una mia scelta quella di smettere, non avevo più stimoli ed è stato dunque piuttosto naturale compiere quel passo. Poi nella nuova veste sono molto occupato e non ho neanche tempo di ragionarci troppo. 

    C’è un giocatore della prima squadra in cui si rivede?

    Non per caratteristiche tecniche o fisiche, ma Fabian Tait per l’intelligenza con cui sa stare in campo mi somiglia molto.

    Quest’anno rimanere in categoria non sarà facile...

    Credo che il Südtirol abbia tutte le carte in regola per centrare la permanenza in serie B anche questa volta.