Presepi nelle scuole? NO

Il post
GiovedƬ 5 dicembre lāassessore Giuliano Vettorato, oltre ad aver inviato alle redazioni giornalistiche il relativo comunicato stampa, ha pubblicato un post su Facebook nel quale invita i dirigenti delle scuole ad allestire presepi nei rispettivi istituti.
L'assessore leghista specifica il fatto che il suo non vuole essere unāimposizione ma un āaccorato appelloā in nome del Natale e delle tradizioni simbolo della nostra cultura, tradizioni che āabbiamo il dovere di coltivare e tramandare a chi verrĆ ā. Il post ha suscitato la reazione degli studenti, che si sono presto riuniti per discutere dellāargomento.
La consulta
Il 12 dicembre la consulta degli studenti si ĆØ riunita in assemblea, alla fine della discussione ĆØ stato stilato un documento in cui risulta chiara lāopinione dei rappresentanti delle scuole riguardo alla questione. Si fa presente infatti la laicitĆ dellāistituzione scolastica (āLe istituzioni dovrebbero garantire la possibilitĆ di esprimere ogni peculiaritĆ culturale degli studenti allāinterno delle scuole senza però dare degli indirizzi specifici, privilegiandone alcune rispetto ad altreā) e il fatto che in questo momento ci si dovrebbe concentrare di più sui risultati del test Ocse-Pisa piuttosto che sulle specifiche modalitĆ con cui addobbare i luoghi pubblici. (āLa consulta invita quindi a porre maggiori attenzioni su tali questioni, che sono di competenza dellāassessoratoā).
Ci si dovrebbe concentrare di più sui risultati del test Ocse-Pisa piuttosto che sulle specifiche modalità con cui addobbare i luoghi pubblici
Infine i membri della consulta invitano i dirigenti a consultare gli studenti prima di decidere in merito allāesposizione di simboli religiosi come il presepe nei rispettivi istituti.
Gli studenti
Il post dellāassessore ĆØ stato pubblicato su Facebook, e, grazie al numero di condivisioni e commenti che ha avuto, la maggior parte dei ragazzi ne ĆØ venuta subito a conoscenza. Abbiamo quindi posto una domanda ad alcuni studenti del Liceo classico e linguistico Carducci: Cosa ne pensate della questione āpresepi nelle scuoleā nata dal post dellāassessore?
Sara, 18 anni: āRitengo che le tradizioni come quella del Natale siano molto importanti per un popolo ma che, allestimenti come il presepe- di chiara connotazione religiosa- non dovrebbero essere esposti in unāistituzione laica come la scuolaā.
Alessandro, 18 anni: āTrovo che lāesposizione di simboli cattolici allāinterno di unāistituzione dichiaratamente laica sia una contraddizioneā.
Giusto, 18 anni: āLa religione ĆØ un aspetto inerente alla sfera privata e cosƬ deve rimanereā.
Invece di mettere il presepe
Invece di mettere il presepe nelle squole si dovrebbe togliere la croce,che ĆØ in fin dei conti un relitto fascista.
Antwort auf Invece di mettere il presepe von gorgias
La Croce non ĆØ un relitto
La Croce non ĆØ un relitto fascista, ma un simbolo di pace e fratellanza.
Allestire il presepe nelle scuole poi non contraddice in alcun modo il principo di laicitĆ dell'istituzione scolastica.
La scuola ĆØ infatti un luogo di formazione, dove si devono insegnare non tanto e non solo nozioni, quanto piuttosto valori.
Il primo valore da insegnare ĆØ il rispetto per ogni persona, qualunque sia il suo genere, il suo orientamento politico, il suo credo religioso.
In particolare, rispettare ogni confessione religiosa significa consentire a ciascuno di esprimere liberamente la propria fede in ogni contesto.
Antwort auf La Croce non ĆØ un relitto von Tiziana Buono
>La Croce non ĆØ un relitto
>La Croce non ĆØ un relitto fascista,<
Nella scuola in Italia sƬ!
>ma un simbolo di pace e fratellanza.<
Questa è una delle più grandi menate che mai ho sentito.
>il principo di laicitĆ <
>esprimere liberamente la propria fede in ogni contesto.<
Lei non ha capito in alcun modo cosa significa laicitĆ . LaicitĆ significa propio ad essere in grado a rinunciare di esprimere la propia fede in certi contesti.
Antwort auf >La Croce non ĆØ un relitto von gorgias
āLei non ha capito,..ā da ist
āLei non ha capito,..ā da ist er wieder, Ihr Allrounder, Ihr Lieblingsāargumentā:
bei Ihnen versteht aber auch niemand von irgendetwas etwas - auĆer Ihnen.
Antwort auf āLei non ha capito,..ā da ist von Peter Gasser
Nein das war die Preambel.
Nein das war die Preambel. Sie haben es nicht verstanden.
Und diesmal war es die Konklusion.
Antwort auf Nein das war die Preambel. von gorgias
āder Kaiser steht ohne
āder Kaiser steht ohne Kleider daā
Antwort auf La Croce non ĆØ un relitto von Tiziana Buono
ben detto e condiviso;
ben detto e condiviso;
sapere senza cultura e senza valore non vale niente.
Lo Stato ĆØ laico, non prevede
Lo Stato ĆØ laico, non prevede religioni di Stato, e quindi la presenza di simboli come la croce costituisce unāinammissibile privilegio per la religione cattolica. Essendo ovviamente assurdo appendere al muro simboli di tutte le religioni del mondo (sono più di quattromila!), lāunica strada da percorrere ĆØ la rimozione dei crocifissi dalle scuole.
Ricordiamoci anche che agnostici e atei sono più numerosi dei credenti praticanti.
Antwort auf Lo Stato ĆØ laico, non prevede von Maximi Richard
Uno Stato non perde la
Uno Stato non perde la propria laicitĆ , se ammette la presenza di simboli religiosi. Appendere una Croce al muro di una scuola o di un ospedale non significa dare luogo a religioni di Stato.
Se secondo alcune fonti gli agnostici e gli atei sono più numerosi dei credenti praticanti, è evidente che nel nostro Paese non viga alcun regime di imposizione religiosa. Al contrario ciascuno gestisce la propria relazione con la religione in modo libero.
Non ĆØ comprensibile tanta insofferenza nei confronti del crocefisso, che non ha fatto mai male ad alcuno, anzi ha arrecato beneficio umano e spirituale a tanti. Dinanzi ad una Croce nessuno ĆØ obbligato nĆØ a soffermarsi col pensiero nĆØ a pregare, ben potendo ciascuno volgere lo sguardo altrove.
L'unica strada da percorrere ĆØ riconoscere le libertĆ individuali come insopprimibili, compresa quella di non negare la vista della Croce sui muri degli edifici pubblici a chiunque lo desideri e per qualunque ragione lo voglia.
Antwort auf Uno Stato non perde la von Tiziana Buono
In nome del crocifisso sono
In nome del crocifisso sono state trucidate migliaia di persone. La storia ne tramanda triste memoria.
Chi ne sente la necessitĆ , lo porti al serenamente al proprio collo.
Toll, dass sich die Jugend unseres Landes frei ƤuĆert und auf das hinweist, was ihre Zukunft weit mehr betrifft: Die Ergebnisse der PISA-Studien!
Antwort auf Uno Stato non perde la von Tiziana Buono
Uno Stato non perde la
Uno Stato non perde la propria laicitĆ , se ammette la presenza di simboli religiosi. Appendere una Svastica al muro di una scuola o di un ospedale non significa dare luogo a religioni di Stato.
Se secondo alcune fonti gli agnostici e gli atei sono più numerosi dei credenti praticanti, è evidente che nel nostro Paese non viga alcun regime di imposizione religiosa. Al contrario ciascuno gestisce la propria relazione con la religione in modo libero.
Non ĆØ comprensibile tanta insofferenza nei confronti della Svastica, che non ha fatto mai male ad alcuno, anzi ha arrecato beneficio umano e spirituale a tanti. Dinanzi ad una Svastica nessuno ĆØ obbligato nĆØ a soffermarsi col pensiero nĆØ a pregare, ben potendo ciascuno volgere lo sguardo altrove.
L'unica strada da percorrere ĆØ riconoscere le libertĆ individuali come insopprimibili, compresa quella di non negare la vista della Svastica sui muri degli edifici pubblici a chiunque lo desideri e per qualunque ragione lo voglia.
Antwort auf Uno Stato non perde la von gorgias
Hahaha! Genial!
Hahaha! Genial!
Antwort auf Hahaha! Genial! von Maximi Richard
Apporre la svastica sui muri,
Apporre la svastica sui muri, sinonimo di violenza, morte, sopruso, pretesa superioritĆ di alcuni esseri umani rispetto ad altri, non ĆØ espressione di libertĆ , giacchĆØ la svastica rappresenta la negazione di tutti i valori civili del nostro Stato liberale.
Nessuno ha diritto di promuovere razzismo ed antisemitismo, odio tra esseri umani, in una parola inciviltĆ .
Antwort auf Apporre la svastica sui muri, von Tiziana Buono
Ma che ignoranza!!!!!
Ma che ignoranza!!!!!
Come si permette!!!!!
Solo perchĆØ ĆØ stato mal usato male rimane il suo significato vero:
http://www.yogajournal.it/la-storia-della-svastica/
Antwort auf Ma che ignoranza!!!!! von gorgias
Nein Gorgias, die Ignoranz
Nein Gorgias, die Ignoranz liegt bei denen, die den Ursprung und den Missbrauch des Sonnenrades nicht kennen = die formbare Masse.
Antwort auf Nein Gorgias, die Ignoranz von Elisabeth Garber
Bitte drücken Sie sich
Bitte drücken Sie sich deutlicher aus was Sie genau meinen.
Antwort auf Ma che ignoranza!!!!! von gorgias
Ho solo espresso le mie idee,
Ho solo espresso le mie idee, tra l'altro con rispetto ed educazione. Non ho insultato nessuno. Non mi permetterei e non mi sono infatti permessa di dare dell'ignorante a nessuno. Non mi permetterei mai e non mi sono infatti mai permessa di dire agli altri che non capiscono questo o quello.
Ho espresso solo il mio pensiero sulla svastica e su ciò che essa rappresenta inequivocabilmente per tutti.
Ho espresso solo il mio pensiero su razzismo e antisemitismo che lo Stato italiano punisce come reato e che nessuno può promuovere per nessun motivo.
Purtroppo devo constatare che tra i commentatori dell'articolo c'ĆØ anche chi non rispetta le netiquette!
Antwort auf Ho solo espresso le mie idee, von Tiziana Buono
purtroppo Ć© cosĆ, e non
purtroppo Ć© cosĆ, e non finirĆ” quĆ... wappnen Sie sich gut!
Antwort auf Ho solo espresso le mie idee, von Tiziana Buono
Questa ĆØ la prepotenza e
Questa ĆØ la prepotenza e ipocrisia di quelli che vogliono vedere nella croce solamente un segno positivo e nel resto qualcosa di inferiore.
Tra svastica e croce non c'ĆØ differenza!
Antwort auf Questa ĆØ la prepotenza e von gorgias
Se non si vedono differenze
Se non si vedono differenze tra svastica e Croce, vuol dire che non si vogliono vedere.
Non si può equiparare la Croce, simbolo universale di valori positivi, con la svastica che rappresenta solo disvalori.
Non ĆØ stato mai detto poi che vedere nella Croce qualcosa di positivo implichi di considerare altro negativo o peggio inferiore.
Vedere qualcosa di positivo nella Croce non esclude di scorgere altrettanta positivitĆ in altri simboli, tutti i simboli, ovviamente tranne quelli che rappresentano odio e violenza.
Non c'ĆØ nessuna prepotenza ed ipocrisia nell'affermare con educazione le proprie idee. L'insulto costante Ć© espressione di scarsa cortesia e segno di carenza di ulteriori argomenti a sostegno delle proprie tesi.
Antwort auf Apporre la svastica sui muri, von Tiziana Buono
Cara Community,
Cara Community,
notiamo un intenso scambio di opinioni su un tema chiaramente sensibile.
Chiediamo però vivamente di evitare potenziali escalazioni e di ponderare i vostri commenti in modo da evitare, già a priori, che possano essere miscompresi.
Contando sulla vostra collaborazione,
Salto Community Management
Le crociate sono state
Le crociate sono state condannate dalla storia e da San Giovanni Paolo II che ai tempi del suo pontificato si scusò pubblicamente dinanzi al mondo intero.
Nessuna divinitĆ invita in suo nome e per suo conto ad uccidere od a compiere violenza sugli altri.
Sono stati gli esseri umani che persa la loro umanità hanno usato il Crocefisso come alibi per privare altri della vita, compiendo così atti esecrabili ed ingiustificabili.
Chi porta al collo una Croce, lo può quindi fare serenamente, perchè consapevole del fatto che la Croce non esprima le indegne azioni commesse dagli uomini, ma rappresenti la morte e resurrezione di Cristo.
Certamente è bene che i ragazzi si concentrino sui risultati degli studi di Pisa. Si tratta di tre studenti, però non di tutti gli studenti del territorio.
A tale proposito spiace che i tre giovani non considerino il Natale come un evento storico rilevante, espressione di grande amore, ma solo come una tradizione.
Spiace inoltre che i tre giovani vedano la religione come un fatto squisitamente privato e non come una possibile strada da percorrere per la propria crescita individuale e nella collettivitĆ .
Spiace infine che i tre giovani ritengano l'esposizione di simboli cattolici come una contraddizione rispetto al principio di laicitĆ dello Stato. Esporre simboli religiosi esprime invece al meglio la natura laica e profondamente inclusiva delle istituzioni pubbliche.
Antwort auf Le crociate sono state von Tiziana Buono
Ich stimme Ihnen zu: es war
Ich stimme Ihnen zu: es war immer der MENSCH, der gefoltert und getƶtet hat, der EINZELNE, oder die MEUTE.
Dass er zur Rechtfertigung seiner Gewalttaten und Machtgelüste die Religion benutzt, macht den Menschen nicht besser.
Auch hier gibt es Schreiber, welche die Sprache - wie andere die Religion - benutzen, um Machtgelüste zu befriedigen: nehmen wir diesen deshalb also die Sprache weg?
Non ho capito nulla del
Non ho capito nulla del significato di laicitĆ dello Stato e della Croce?
Ricordo che nella decisione nr. 555 del 13 febbraio 2006 la VI sezione del Consiglio di Stato si è pronunciata sull'esposizione del Crocefisso nelle aule scolastiche e in alcuni suoi fondamentali snodi argomentativi ha affermato quanto segue: "In questa sede giurisdizionale, per il problema innanzi ad essa sollevato della legittimità della esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche, disposto dalle autorità competenti in esecuzione di norme regolamentari, si tratta in concreto e più semplicemente di verificare se tale imposizione sia lesiva dei contenuti delle norme fondamentali del nostro ordinamento costituzionale, che danno forma e sostanza al principio di "laicità " che connota oggi lo Stato italiano, ed al quale ha fatto più volte riferimento il supremo giudice delle leggi.
à evidente che il crocifisso è esso stesso un simbolo che può assumere diversi significati e servire per intenti diversi; innanzitutto per il luogo ove è posto.
In un luogo di culto il crocifisso ĆØ propriamente ed esclusivamente un "simbolo religioso", in quanto mira a sollecitare lāadesione riverente verso il fondatore della religione cristiana. In una sede non religiosa, come la scuola, destinata allāeducazione dei giovani, il crocifisso potrĆ ancora rivestire per i credenti i suaccennati valori religiosi, ma per credenti e non credenti la sua esposizione sarĆ giustificata ed assumerĆ un significato non discriminatorio sotto il profilo religioso, se esso ĆØ in grado di rappresentare e di richiamare in forma sintetica immediatamente percepibile ed intuibile (al pari di ogni simbolo) valori civilmente rilevanti, e segnatamente quei valori che soggiacciono ed ispirano il nostro ordine costituzionale, fondamento del nostro convivere civile. In tal senso il crocifisso potrĆ svolgere, anche in un orizzonte "laico", diverso da quello religioso che gli ĆØ proprio, una funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni. Ora ĆØ evidente che in Italia, il crocifisso ĆØ atto ad esprimere, appunto in chiave simbolica ma in modo adeguato, lāorigine religiosa dei valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di
valorizzazione della persona, di affermazione dei suoi diritti, di riguardo alla sua libertĆ , di autonomia della coscienza morale nei confronti dellāautoritĆ , di solidarietĆ umana, di rifiuto di ogni discriminazione, che connotano la civiltĆ italiana. Questi valori, che hanno impregnato di sĆ© tradizioni, modo di vivere, cultura del popolo italiano, soggiacciono ed emergono dalle norme fondamentali della nostra Carta costituzionale, accolte tra i "Principi fondamentali" e la Parte I della stessa, e, specificamente, da quelle richiamate dalla Corte costituzionale, delineanti la laicitĆ propria dello Stato italiano. Il richiamo, attraverso il crocifisso, dellāorigine religiosa di tali valori e della loro piena e radicale consonanza con gli insegnamenti cristiani, serve dunque a porre in evidenza la loro trascendente fondazione, senza mettere in discussione, anzi ribadendo, lāautonomia (non la contrapposizione, sottesa a una interpretazione ideologica della laicitĆ che non trova riscontro alcuno nella nostra Carta fondamentale) dellāordine temporale rispetto allāordine spirituale, e senza sminuire la loro specifica "laicitĆ ", confacente al contesto culturale fatto proprio e manifestato dallāordinamento fondamentale dello Stato italiano. Essi, pertanto, andranno
vissuti nella societĆ civile in modo autonomo (di fatto non contraddittorio) rispetto alla societĆ religiosa, sicchĆ© possono essere "laicamente" sanciti per tutti, indipendentemente dallāappartenenza alla religione che li ha ispirati e propugnati. Come ad ogni simbolo, anche al crocifisso possono essere imposti o attribuiti significati diversi e contrastanti, oppure ne può venire negato il valore simbolico per trasformarlo in suppellettile, che può al massimo presentare un valore artistico. Non si può però pensare al crocifisso esposto nelle aule scolastiche come ad una suppellettile, oggetto di arredo, e neppure come ad un oggetto di culto; si deve pensare piuttosto come ad un simbolo idoneo ad esprimere lāelevato fondamento dei valori civili sopra richiamati, che sono poi i valori che delineano la laicitĆ nellāattuale ordinamento dello Stato".
Forse chi costiene che io non abbia compreso i significati di laicitĆ dello Stato e del Crocefisso confonde il concetto di Stato laico con il concetto di Stato ateo, ossia di uno Stato che si oppone ad ogni religione.
Essere neutrali rispetto ad ogni confessione religiosa non vuol dire essere contro le religioni e neanche significa essere anonimi, inespressivi ed anafettivi dal punto di vista religioso.
Antwort auf Non ho capito nulla del von Tiziana Buono
La decisione della VI sezione
La decisione della VI sezione del Consiglio di Stato del 13 febbraio2006 ĆØ la numero 556, e non la numero 555, come avevo erroneamente scritto nel mio commento precedente.
Mi scuso per l'errore di battitura.
Antwort auf La decisione della VI sezione von Tiziana Buono
QuestĆ decisione del
QuestĆ decisione del consiglio di stato ĆØ una minchiata contradittoria e ipocrita che ĆØ stata presa per servire una agenda politica compromettendo quello che ĆØ chiaro e semplice. Simboli religiosi non hanno niente a cercare in uno scuola pubblica di uno stato laico vero (e non ateo! vedasi: Francia e Stati Uniti).
>Ora ĆØ evidente che in Italia, il crocifisso ĆØ atto ad esprimere, appunto in chiave simbolica ma in modo adeguato, lāorigine religiosa dei valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di valorizzazione della persona, di affermazione dei suoi diritti, di riguardo alla sua libertĆ , di autonomia della coscienza morale nei confronti dellāautoritĆ , di solidarietĆ umana, di rifiuto di ogni discriminazione, che connotano la civiltĆ italiana.<
MĆ a chi la vuoi raccontare!
http://www.genteditalia.org/wp-content/uploads/2019/05/SalviniCrocifissā¦
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f0/Heinz-Christian_Strā¦
Antwort auf QuestĆ decisione del von gorgias
Lei non rispetta la
Lei non rispetta la magistratura italiana. La decisione non ĆØ contraddittoria, anzi ĆØ coerente in ogni sua parte.
E cosa c'entra alla fine del Suo commento il link con l'immagine di Matteo Salvini? Il premier Conte ha stigmatizzato la condotta di chi strumentalizza la Croce ed il Rosario a fini politici.
Che attinenza ha tale strumentalizzazione politica nei comizi con il Crocefisso nelle scuole? Sono due situazioni diverse non paragonabili.
Antwort auf Lei non rispetta la von Tiziana Buono
Non ĆØ compito della
Non ĆØ compito della magistratura italiana di definire il significato di un simbolo religioso. La croce non ĆØ adeguata in alcun modo a esprimere la ugualianza dei cittadini davanti allo stato indipendentemente dalla loro fede, orientamento politico o della loro Weltanschauung.
Nel occidente i valori di tolleranza sono stati combattuti contro la chiesa e la bigotteria cristiana da movimenti umanistici, illuminati e dei movimenti dei lavoratori. La chiesa si ĆØ trovata bene con il fascismo non solo in Italia ma anche in Portogallo, Austria, Spagna, Slovachia e Croazia. La corce viene vista da molte persone del medio oriente come simbolo di barbari. Persino il nome crociata la dice tutta.
La croce ĆØ il simbolo degli prepotenti e ignoranti che dopo essere stati sconfitti nella loro lotta contro la ugualianza fra uomo e donna, libertĆ di espressione, coscienza e di fede che ha durato dal 700 fin ad oggi, ci hanno messo fino agli anni 60 a riconoscere (almeno sulla carta) i diritti umani e i valori che sono i fondamenta della nostra societĆ moderna (consglio vatticano II).
La croce ĆØ un relitto fascista che non ha da essere in una scuola pubblica di uno stato moderno e laico.
Antwort auf Non ĆØ compito della von gorgias
La Croce cristiana non ĆØ
La Croce cristiana non ĆØ simbolo di prepotenza e di ignoranza, ma ĆØ un simbolo che ricorda le sofferenze che accomunano tutti gli esseri umani e allo stesso tempo rappresenta il riscatto da tali sofferenze, quindi in definitiva essa rappresenta la vittoria dell'amore sull'odio e su ogni forma di sopraffazione o di violenza.
La croce ha quindi una marcata accezione positiva tant'ĆØ che ĆØ il l'insegna di enti di assistenza civile e militare (Croce Rossa, Croce Bianca, Croce Verde, Croce Azzurra) e inoltre ĆØ il segno distintivo di onorificenze e di ordini cavallereschi (per esempio croce al merito, croce di guerra, croce di cavaliere del lavoro, cavaliere di gran croce).
LaicitĆ dello Stato significa forse dover eliminare ovunque il segno della Croce e far tabula rasa di ogni simbolo? Dovremmo forse eliminare la croce dalle ambulanze o attribuire un diverso nome ad associazioni benefiche umanitarie ed alle onorificenze e agli ordini cavallereschi?
Per quanto riguarda gli errori della Chiesa, Anna Arendt ne descrive in modo puntuale le responsabilità al tempo del nazifascismo nel libro "La banalità del male", non dimenticandosi però di ricordare le fulgide eccezioni, costituite dai rappresentanti del clero che si sono esposti in prima linea a rischio della propria esistenza. Nella stessa opera la scrittrice pone l'accento su tutti gli altri corresponsabili storici e politici dell'orrore del nazismo e del fascismo. Gli errori di quella parte di Chiesa colpevole, perchè coautrice o connivente, così come gli errori di quei rappresentanti di altre fedi religiose colpevoli, perchè coautori o complici, ed anche gli errori di quella parte malata di società civile e poltica colpevole, perchè coautrice o collusa, non mettono però in discussione il significato ed il valore della Croce come simbolo positivo. Si tratta di errori, crimini, misfatti di uomini, non di Dio.
La croce non sarĆ mai simbolo delle barbarie del passato, del presente e del futuro, mentre sarĆ sempre e solo un simbolo di pace e di reciproca tolleranza.
Antwort auf La Croce cristiana non ĆØ von Tiziana Buono
>LaicitĆ dello Stato
>LaicitĆ dello Stato significa forse dover eliminare ovunque il segno della Croce e far tabula rasa di ogni simbolo?<
No, solo negli edifici pubblici, come scuole, tribunali e enti in cui i cittadini devono essere accolti nello stesso modo senza privileggiare nessuno. Neanche dando spazio a simboli di certe religioni o visioni del mondo.
Io non vado a fare il bilancio quante persone la chiesa ha aiutato e quanti nazisti ha aiutato a fare soggiorno in Argentina . . .
Ma un modo di arrangiarsi a di quasi andare in simbiosi con regimi fascisti in tutta l'europa contro i valori della società moderna che poi la chiesa quando ha vista che con il fascismo clericale aveva puntanto sul cavallo sbagliato ha cambiato tinta, ma solo dopo aver combattuto per più di cent'anni contro gli diritti umani. NON SI PARLA DI QUESTIONI PUNTUALI!
La chiesa cattolica ha collaborato con diversi regimi autoritari in europa fino alli anni 70 con il tramontare della spagna franchista.
Non si parla di errori puntuali ma di un problema sistemico. La chiesa ultimamente ĆØ un sistema feudale il quale rimane incompatibile con la societĆ liberale moderna e tollerante. Ć fine come una malattia dormente la quale aspetta che l'organismo si indebolisce per scoppiare nuovamente.
>La croce non sarĆ mai simbolo delle barbarie del passato, del presente e del futuro, mentre sarĆ sempre e solo un simbolo di pace e di reciproca tolleranza.<
La croce ĆØ diventata (NUOVAMENTE!!!) un simbolo politico nazional culturale. Basta guardare in Polonia, Salvini, Strache etc.
Antwort auf >LaicitĆ dello Stato von gorgias
Le scuole, gli edifici
Le scuole, gli edifici pubblici, i tribunali sono luoghi simbolo di accoglienza di tutti senza privilegi.
Concordo: tutti sono uguali davanti alla legge, tutti devono poter accedere all'istruzione, tutti possono fare ingresso negli edifici pubblici.
Questi principi e valori, peraltro di rilevanza costituzionale, sono in contrasto con la Croce?
No, la Croce ĆØ anche un simbolo di uguaglianza: tutti siamo ugualmente importanti agli occhi di Dio.
Se ad avviso di alcuni la Croce deve sparire da scuole, edifici pubblici e tribunali, perchè invece può rimanere sulle ambulanze che del pari accolgono tutte le persone bisognose di assistenza senza fare privilegi o preferenze?
Con riguardo alla condotta erronea della Chiesa da taluni vista come un problema sistemico, osservo che durante il nazifascismo tanti Stati sovrani abbiano prestato acquiescenza e peggio collaborazione all'abominio che si stava compiendo. Tali Stati sono forse da considerare ancor oggi come negazione di valori liberali? No, perchè tali stati hanno voltato pagina. La Germania di oggi non è la Germania nazista di allora. L'Itaia di oggi non è l'Italia fascista di allora. In ogni caso la Croce non costituisce invece alcun problema sistemico. Che fastidio può dare una Croce? La si può anche ignorare. Perchè comabatterla? E' forse una nemica? Nuoce forse a qualcuno?
Sostenere che la Croce sia un simbolo politico nazional culturale richiede che si dia adeguata motivazione. E la motivazione non ĆØ certo fornita dall'uso distorto che della Croce fanno alcuni politici per loro interessi personali.
Bisogna distinguere il senso profondo della Croce dai falsi significati che alla Croce vengono attribuiti da chi la strumentalizza per fini di varia natura.
Antwort auf Le scuole, gli edifici von Tiziana Buono
>No, la Croce ĆØ anche un
>No, la Croce ĆØ anche un simbolo di uguaglianza: tutti siamo ugualmente importanti agli occhi di Dio.<
Adesso parla di Dio. Allora è un simbolo religioso. Ci sono diverse credenze e i cittadini non vengono trattati uguali se ci sono simboli ai quali sono ci si può identificare tranne essendo parte di una certa confessione.
>In ogni caso la Croce non costituisce invece alcun problema sistemico.<
La Croce non ĆØ simbolo dei valori della scocietĆ moderna, ma un simbolo ambiguo il quale simboleggia la prepotenza di religiosi i quali non riescono a rinunciare che questi simboli in edifici pubblici, invece di farne a meno come per gli altri citadini. La croce veniva usata come simbolo di dominio e lo ĆØ pur oggi.
>Che fastidio può dare una Croce? La si può anche ignorare. Perchè comabatterla?<
PerchĆØ va contro il principio di ugualianza. La relazione di un credente e di un non credente verso questo simbolo non sarĆ mai uguale.
>Se ad avviso di alcuni la Croce deve sparire da scuole, edifici pubblici e tribunali, perchè invece può rimanere sulle ambulanze che del pari accolgono tutte le persone bisognose di assistenza senza fare privilegi o preferenze?<
PerchĆØ la croce rossa ha una funzione per segnalare che si tratti di una ambulanza e non ha nessun scopo religioso.
La croce nella classe non ha nessuna funzione per l'insegnamento. Non serve a una minchia. Nel tribunale tanto di meno.
Antwort auf >No, la Croce ĆØ anche un von gorgias
Il Croce ĆØ un simbolo
Il Croce ĆØ un simbolo religioso. Mai affermato il contrario. Sottolineo tuttavia che la Croce non sia solo un simbolo cristiano, ma costituisca anche la sintesi dei valori civili nei quali si possono riconoscere i cittadini.
In tribunale, nelle scuole e negli edifici pubblici nessuno ĆØ oggetto di un trattamento diverso dall'altro in ragione del proprio orientamento religioso.
La Croce non ĆØ un simbolo ambiguo, anzi di lampante chiarezza: ha tantissimi significati tutti positivi.
Il crocefisso ha un valore universale: ci ricorda che in ogni parte del mondo ci siano vittime di ingiustizia, violenza, dileggio, crudeltĆ , poveri, diseredati, persone rifiutate, non accolte.
Ci rammenta anche l'importanza del perdono anche di fronte ad atti gravissimi.
Il crocefisso ci porta alla mente che la separazione tra religione e politica, principio cardine di uno Stato laico, sia stata Gesù ad esprimerla in modo netto nel momento in cui ha affermato "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare ed a Dio quello che è di Dio".
La Croce non ha nessuna funzione educativa? Sicuro? Tuttavia, quand'anche fosse che la Croce non abbia alcuna funzione per l'insegnamento, perchĆØ volerla rimuovere dai muri delle scuole? Se a parere di alcuni la Croce non serve a nulla, perchĆØ non lasciarla lĆ dov'ĆØ?
Il fatto che la relazione con la Croce sia diversa tra credenti e non credenti non contrasta col principio di uguaglianza. Si può credere come non credere. Tuttavia ogni essere umano deve essere ugualmente rispettato. La presenza di una Croce in classe non è mancanza di rispetto nei confronti di nessuno. Ciascuno infatti rimane libero di professare la propria religione o nessuna religione.
La Grande Camera della Corte Europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo con la pronuncia del 18 marzo 2011 non ha ritenuto l'affissione di un crocefisso nelle scuole lesivo di diritti costituzionalmente garantiti dei cittadini.
La Corte ha affermato che lo Stato italiano nell'apporre il crocefisso sui muri delle aule scolastiche non abbia esorbitato rispetto ai propri poteri, anzi abbia agito nei limiti del proprio potere discrezionale.
Lo Stato, prosegue la Corte, ha lāobbligo di rispettare, nellāesercizio delle proprie funzioni in materia di educazione e istruzione, il diritto dei genitori di garantire ai propri figli unāeducazione e unāistruzione conformi alle loro convinzioni religiose e filosofiche,
di assicurare, in condizioni di neutralitĆ e di imparzialitĆ , lāesercizio delle varie religioni e fedi, garantire lāordine pubblico, lāarmonia religiosa e la tolleranza in una societĆ democratica, in particolare, tra gruppi opposti.
Secondo la Corte la presenza del crocifisso non può, di per sĆ©, integrare unāopera di indottrinamento e non ĆØ associata a un insegnamento obbligatorio del Cristianesimo.
A parere della Corte l'Italia ha saputo conciliare le esigenze educative ed istruttive con le convinzioni religiose e filosofiche delle famiglie, considerato che nel nostro Paese lāambiente scolastico sia aperto alle altre religioni: vige lāassenza di qualsivoglia divieto per gli studenti di indossare il velo islamico o altri simboli che presentano un carattere religioso.
La presenza della Croce in classe, continua la Corte, mantiene intatto il diritto dei genitori di impartire l'indirizzo religioso desiderato ai propri figli.
Condivido integralmente le considerazioni della Corte.
La Croce, se ben si riflette, non toglie niente a nessuno, anzi dà a molti più di quanto si possa immaginare.
La Croce non ĆØ infine un simbolo di dominio e non potrĆ mai assumere tale significato: sulla Croce c'ĆØ un Uomo che non ha mai praticato alcun atto di dominio, ma un Uomo ucciso crudelmente ed ingiustamente, che ha subito il dominio e la violenza altrui.
Antwort auf QuestĆ decisione del von gorgias
Ogni Stato ha la propria
Ogni Stato ha la propria specificitĆ , la propria storia, il proprio ordinamento giuridico.
Il Consiglio di Stato nella decisione nr. 556/2006 spiega le differenze tra nazioni su questo tema e nel confronto tra diverse realtĆ giuridiche si sofferma sulla Francia e sugli Stati Uniti, cosƬ argomentando: " ... più volte la Corte costituzionale ha riconosciuto nella laicitĆ un principio supremo del nostro ordinamento costituzionale, idoneo a risolvere talune questioni di legittimitĆ costituzionale (ad esempio, tra le tante pronunce, quelle riguardanti norme sullāobbligatorietĆ dellāinsegnamento religioso nella scuola, o sulla competenza giurisdizionale per le cause concernenti la validitĆ del vincolo matrimoniale contratto canonicamente e trascritto nei registri
dello stato civile). Trattasi di un principio non proclamato expressis verbis dalla nostra Carta fondamentale; un principio che, ricco di assonanze ideologiche e di una storia controversa, assume però rilevanza
giuridica potendo evincersi dalle norme fondamentali del nostro ordinamento. In realtĆ la Corte lo trae specificamente dagli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 Cost. Il principio utilizza un simbolo linguistico ("laicitĆ ") che indica in forma abbreviata profili significativi di quanto disposto dalle anzidette norme, i cui contenuti individuano le condizioni
di uso secondo le quali esso va inteso ed opera. Dāaltra parte, senza lāindividuazione di tali specifiche condizioni dāuso, il principio di "laicitĆ " resterebbe confinato nelle dispute ideologiche e sarebbe difficilmente utilizzabile in sede giuridica. In questa sede, le condizioni di uso vanno certo determinate con riferimento alla tradizione culturale, ai costumi di vita, di ciascun popolo, in quanto però tale tradizione e tali costumi si siano riversati nei loro ordinamenti giuridici. E questi mutano da nazione a nazione. CosƬ non vāĆØ dubbio che in un modo vada inteso ed opera quel principio nellāordinamento inglese, laico, benchĆ© strettamente avvinto alla chiesa anglicana, nel quale ĆØ consentito al
legislatore secolare dettare norme in materie interne alla chiesa stessa (esempio relativamente recente ĆØ dato dalla legge sul sacerdozio femminile); in altro modo nellāordinamento francese, per il quale la laicitĆ , costituzionalmente sancita (art. 2 Cost. del 1958), rappresenta una finalitĆ che lo Stato potrĆ perseguire, e di fatto ha perseguito, anche con mortificazione dellāautonomia organizzativa delle confessioni (lois Combes) e della libera espressione individuale della fede religiosa (legge sullāostensione dei simboli religiosi); in altro modo ancora
nellāordinamento federale degli Stati Uniti dāAmerica, nel quale la pur rigorosa separazione fra lo Stato e le confessioni religiose, imposta dal I emendamento alla Costituzione federale, non impedisce un diffuso pietismo nella societĆ civile, ispirato alla tradizione religiosa dei Padri
pellegrini, che si esplica in molteplici forme anche istituzionali (da unāesplicita attestazione di fede religiosa contenuta nella carta moneta - in God we trust -, al largo sostegno tributario assicurato agli aiuti economici elargiti alle strutture confessionali ed alle loro attivitĆ
assistenziali, sociali, educative, nellāorizzonte liberal privatistico tipico della societĆ americana); in altro modo, infine, nellāordinamento italiano, in cui quel simbolo linguistico serve ad indicare reciproca autonomia fra ordine temporale e ordine spirituale e conseguente interdizione per lo Stato di entrare nelle faccende interne delle confessioni religiose (artt. 7 e 8 Cost.); tutela dei diritti fondamentali della persona (art. 2), indipendentemente da quanto disposto dalla religione di appartenenza; uguaglianza giuridica fra tutti i cittadini, irrilevante essendo a tal fine la loro diversa fede religiosa (art. 3); rispetto della libertĆ delle confessioni di organizzarsi autonomamente secondo i propri statuti purchĆ© non contrastino con lāordinamento giuridico italiano (art. 8, 2° co.), e per tutti, e non solo per i cittadini, tutela della libertĆ in materia religiosa, e cioĆØ di credere, non credere, di manifestare in pubblico o in privato la loro fede, di esercitarne il culto (art. 19); divieto, infine, di discriminare gli enti confessionali a motivo della loro ecclesiasticitĆ e del fine di religione o di culto perseguito (art. 20). Dalle norme costituzionali italiane richiamate dalla Corte per delineare la laicitĆ propria dello Stato si evince, inoltre, un atteggiamento di favore nei confronti del fenomeno religioso e delle
confessioni che lo propugnano, avendo la Costituzione posto rilevanti limiti alla libera esplicazione della attività legislativa dello Stato in materia di rapporti con le confessioni religiose; attività che potrà praticarsi ordinariamente soltanto in forma concordata sia con la religione di maggioranza sia con le altre confessioni religiose (art. 7, 2° co., e art. 8, 3° co.). Ne deriva che la laicità , benché presupponga e richieda ovunque la distinzione fra la dimensione temporale e la dimensione spirituale e fra gli ordini e le società cui tali dimensioni
sono proprie, non si realizza in termini costanti nel tempo e uniformi nei diversi Paesi, ma, pur allāinterno di una medesima "civiltĆ ", ĆØ relativa alla specifica organizzazione istituzionale di ciascuno Stato, e quindi essenzialmente storica, legata comāĆØ al divenire di questa organizzazione (in modo diverso, ad esempio, dovendo essere intesa la laicitĆ in Italia con riferimento allo Stato risorgimentale, ove, nonostante la confessionalitĆ di principio dello stesso, proclamata dallo Statuto fondamentale del Regno, furono consentite discriminazioni restrittive in danno degli enti ecclesiastici, e con riferimento allo Stato odierno, sorto dalla Costituzione repubblicana, ed ormai non più confessionale, ove però quelle discriminazioni non potrebbero aversi). Quale poi dei sistemi giuridici ora ricordati, o di altri ancora qui non considerati, sia meglio rispondente ad unāidea astratta di laicitĆ , che alla fine coincide con quella che ciascuno trova più consona con i suoi postulati ideologici, ĆØ questione antica; una questione che però va lasciata alle dispute dottrinarie".
Non c'ĆØ nessuna ipocrisia da parte del Consiglio di Stato.
Uno Stato laico vero ĆØ rappresentato senza dubbio dall'Italia che non sopprime, anzi tutela la libera espressione del convicimento religioso individuale. Ogni altro Stato fa in materia le sue libere scelte, rispettabili, ma non necessariamente condivisibili.
Si stava parlando di Presepi
Si parlava delle Presepi nelle scuole....
Per quanto alla tradizione cristiana di cultura tedesca (alpina?), il periodo di Avvento ĆØ caratterizzato dallāattesa, dallāavvicinarsi della luce e quindi dalla corona di Avvento.
Il presepio rappresenta la nascita di Gesù che i cristiani festeggiano il 25 Dicembre, nelle chiese e nelle case il presepio appare dal 24 dicembre sera. Mai prima di Natale. Quindi la richiesta di Giuliano Vettorato per me non ĆØ solo unāincursione discutibile nella scuola ma anche una non conoscenza della cultura cristiana del posto.
Antwort auf Si stava parlando di Presepi von Katharina Hersel
Nella tradizione cristiana di
Nella tradizione cristiana di cultura italiana il presepe si fa di solito l'8 dicembre e si depone la statuetta di Gesù Bambino il 24 dicembre.
Vi ĆØ anche chi allestisce il presepe giĆ” il 29 novembre.
Nella parrocchia "GesĆŗ Redentore" di Riccione il presepe ĆØ presente in Chiesa tutto l'anno.
Ich bin konfessionsfrei.
Ich bin konfessionsfrei.
Wollen wir den Wahnsinn der Trennung, des "Wir und die Anderen" überwinden, müssen wir jede Form von organisiertem Glauben überwinden. Davon bin ich überzeugt und stelle es hier auch nicht zur Diskussion.
Bezüglich des Kreuzes als Symbol, finde ich es erstaunlich, wer dieses für seine Zwecke instrumentalisiert. Es sind, konsequenter Weise, die Vertreter einer āWir sind wir Politikā. Sie küssen das Kreuz und spucken auf die ach so gepriesenen christlichen Werte. Es sind die verwerflichsten politischen Gestalten unserer Zeit die das Christentum zu unser Aller āLeitkulturā proklamieren wollen. āGottā bewahre.
In Schulen und ƶffentlichen GebƤuden haben religiƶse Symbole nichts zu suchen.
Le risposte a questo articolo
Le risposte a questo articolo sono un esempio eclatante di quanto il crocefisso non sia un simbolo dai significati condivisi e che piuttosto generi reazioni forti dovute ai suoi significati sia fortemente positivi che ne fortemente negativi che ha avuto in passato e che ha tutt'ora.
I sostenitori del crocefisso si facciano un'analisi di coscienza e si domandino, non secondo le proprie convinzioni, ma secondo quello che onestamente vedono, se riescono a vederlo senza essere ottenebrati dalle proprie intime convinzioni, se il crocefisso _oggi_ sia un simbolo che unisce o che divide la gente.
Perché se si crea una frattura nella società , se si litiga, se si fa la guerra a causa di un simbolo, devono essere in grado di prendersene la responsabilità . E il simbolo diventa automaticamente un simbolo di guerra e non di pace.
Chi si dice portatore di pace dovrebbe essere più onesto con sé stesso e verificare se le proprie azioni portano la pace o sono orientate a sostenere esclusivamente le proprie idee in modo molto egoistico e veramente poco "cristiano".
Antwort auf Le risposte a questo articolo von Marco Ciampa
La Croce non ĆØ divisiva, anzi
La Croce non ĆØ divisiva, anzi ĆØ simbolo dell'unione tra Dio e gli uomini e simbolo dell'unione tra gli uomini.
Il simbolo della Croce ha un univoco significato positivo. Se alcuni vogliono vedervi qualcosa di male, é una scelta loro, che però non modifica la natura pacifica e conciliatrice del simbolo.
Chi desidera che nelle scuole e negli edifici pubblici non vi siano simboli religiosi dice di essere equidistante rispetto ad ogni simbolo, ma in realtĆ esprime contrarietĆ al Crocefisso.
Se una persona è o dice di essere indifferente al Crocefisso, perché allora osteggia tanto la Croce? Nessun effetto e nessuna reazione né positiva né negativa dovrebbe sortire
la vista del Crocefisso. Perché tanta ostilità ?
Chi è contrario al Crocefisso é forse così tanto ottenebrato dalle proprie intime convinzioni da non rendersi conto che chi non ha nulla nè a favore né contro semplicemente ignora il tema. Se l'argomento non è ignorato, allora si é fuori dal millantato campo dell'indifferenza.
Sia chiaro, Ʃ del tutto legittimo non essere indifferenti, ma si deve essere coerenti, onesti con sƩ stessi e chiamare le cose col loro nome senza fare mistificazioni di sorta.
Ci sono innumerevoli orientamenti religiosi che non si escludono a vicenda, anzi possono e debbono coesistere serenamente: non solo tra persone che si riconoscono in fedi religiose diverse, ma anche tra persone che si dichiarano atee ed agnostiche. Non ci sono strategie particolari e difficili da adottare. Basta avere reciproco rispetto. Rispettare non significa togliere, rimuovere, cancellare simboli. Rispettare significa invece lasciare che ciascuno esprima liberamente i valori civili rappresentati da un determinato simbolo ed anche il proprio credo religioso rappresentato dal medesimo simbolo.
Spesso si contrasta ciò che fa paura. Viene spontaneo chiedersi: che paura può fare un Crocefisso?
Definire infine la Croce simbolo di guerra francamente trovo non sia condivisibile. Non si sta parlando di una spada o di una bomba o di qualsivoglia altra arma.
La Croce infatti non offende nessuno, non aggredisce nessuno, non ferisce nessuno, non uccide nessuno, non nuoce ad alcuno, piuttosto ricorda la sofferenza ed il riscatto dell'umanitĆ da tanto dolore.
Non è stato Gesù a crocefiggere gli uomini, ma sono stati uomini crudeli e spietati a ucciderlo, mettendolo in croce senza pietà .
Antwort auf La Croce non ĆØ divisiva, anzi von Tiziana Buono
Verfechter der Kreuzes wie
Verfechter der Kreuzes wie Sie, sollten auf eine katholische Privatschule gehen, da müssen Sie niemanden mehr missionieren, und in der öffentlichen Schule könnte man endlich "Religion" unterrichten und nicht "Katholizismus".
Antwort auf Verfechter der Kreuzes wie von Manfred Gasser
PerchƩ dovrei andare in una
Perché dovrei andare in una scuola privata cattolica? Non ne avverto la necessità .
Ho frequentato sempre scuole pubbliche laiche, dove vi era la libertĆ di seguire o di non seguire l'ora di religione. Tornando indietro nel tempo, rifarei lo stesso percorso.