Wirtschaft | start europe up

Artiness: ologrammi in sala operatoria

Tecnologia al servizio della medicina, tra i leader di settore c'è una startup italiana.
Ologramma
Foto: by Rawpixel on Freepik

La tecnologia segue da sempre l’evoluzione umana, ma forse ora la sta superando. Fa paura: il timore è che diventi incontrollata, se non incontrollabile. Ma sotto certi – molti – aspetti, la velocità con cui cresce il processo tecnologico (raffigurabile ormai con un esponenziale) è soltanto positiva. In particolare nel campo medico.

Nella rubrica di salto.bz intitolata Start Europe Up, dedicata a progetti principalmente creati da – o dedicati a – giovani in Europa, stavolta – se non si fosse capito – si parla di tecnologia e medicina.

Si parla, o meglio si scrive, di realizzare e fornire tecnologie innovative a ospedali e cliniche, per migliorare gli standard di cura durante gli interventi chirurgici. Il tutto generando modelli 3D dei pazienti. Potrebbe sembrare fantascienza. Invece è la realtà di Artiness, una startup nata da un team di dottorati al Politecnico di Milano, tra le più interessanti nel panorama italiano ed europeo, che si sta imponendo come leader di settore, il cui motto è: “Un nuovo modo di guardare all’interno”.

Artiness sviluppa tecnologie in Mixed Reality, ovvero fondendo mondo fisico e mondo digitale, rendendo possibili interazioni tra persone fisiche, computer e ambiente circostante, per il campo medico: dà la possibilità a un chirurgo di fare un intervento potendo contare su un modello virtuale oltre al paziente su cui opera.

Si immagini un medico che debba fare un intervento chirurgico pericoloso su degli organi che deve asportare o salvare, che rischiano di essere danneggiati, mettendo a rischio la vita della persona sotto i ferri. Il sangue freddo, la mano ferma, anni di esperienza portano il dottore a non sbagliare mai, o quasi mai. Il pericolo, però, resta elevatissimo. È inevitabile.

Se, invece, di fianco al paziente, il chirurgo ha a disposizione una riproduzione in scala 1:1 in ologramma, grazie a un visore di ultima generazione, ecco che le probabilità di riuscita aumentano notevolmente. Ancora di più, se grazie a olografia e realtà aumentata, il medico può collegarsi direttamente tramite rete internet con altri esperti del settore che possono supportare in tempo reale l’operazione.

A questo serve Artiness: la startup innovativa vuole migliorare gli standard di cura, trasformando il modo in cui le immagini mediche sono analizzate, garantendo ai medici stessi di ottenere risultati sempre più precisi durante i loro interventi e quindi di avere un impatto positivo sulla salute dei pazienti.

 

“A differenza di altre soluzioni – ha commentato il Ceo e co-fondatore Filippo Piatti in un'intervista al Foglio  – Artiness genera una modellazione 3D per ciascun paziente che debba entrare in sala operatoria (con approccio 1:1), fornendo una riproduzione molto dettagliata dell’organo patologico (cuore, arterie, polmoni, fegato). Inoltre, vengono combinate diverse modalità di imaging all’interno dello stesso modello per permettere un’accuratezza e un dettaglio anatomico superiore. Tutto questo unito a tecnologia di realtà aumentata per l’interazione 3D con la modellazione paziente-specifica e la manipolazione virtuale condivisa tra più persone anche all’interno della sala operatoria. Indossando, poi, dei visori di realtà aumentata, con Artiness è possibile preparare ciascun intervento chirurgico immergendosi all’interno del paziente da operare per ottimizzarne il trattamento. Una volta entrati in sala operatoria, la stessa tecnologia permette di connettersi, da remoto tramite reti 5G di Vodafone, con colleghi o esperti del settore che possono supportare live l’intervento chirurgico con l’integrazione real-time dei dati di imaging acquisiti sul paziente in fase intra-procedurale”.

Artiness si dedica, di pari passo, a formare specializzandi e tirocinanti, collabora alla pianificazione di interventi con chirurghi di esperienza ed effettua sperimentazione clinica per poter supportare in futuro i medici in sala operatoria tramite la connessione remota e mira a portare questo tipo di tecnologia nella gran parte delle sale operatorie sia dei Paesi sviluppati sia di quelli in fase di sviluppo, creando rete tra le varie strutture. Senz’altro è una startup da tenere d’occhio.