Politik | Il ddl

Come sarà il nuovo Senato

Cosa prevede la riforma e quali le conseguenze per la Provincia di Bolzano? Rispondono il senatore Francesco Palermo e il consigliere parlamentare Claudio Tucciarelli.

“In Italia vige il ‘bicameralismo perfetto’ il quale prevede che le due camere parlamentari svolgano funzioni perfettamente identiche, un unicum nel panorama delle democrazie occidentali consolidate. Questo non significa, tuttavia, che il nostro sistema bicamerale funzioni perfettamente”. (Claudio Tucciarelli)

La prossima settimana ci sarà la seconda, e definitiva lettura, in Senato del disegno di legge sulla riforma costituzionale che con ogni probabilità verrà approvata e, a seguire, nell’autunno del 2016, si farà il referendum confermativo. Ma il sistema del bicameralismo perfetto ha funzionato finora? La risposta è tendenzialmente negativa. A discutere la tematica di stringente attualità Claudio Tucciarelli — consigliere parlamentare della Camera dei deputati — insieme a Francesco Palermo, senatore della Repubblica, ieri (15 gennaio) in una tavola rotonda nella biblioteca dell’EURAC a Bolzano. La serata, battezzata con il titolo “Il nuovo Senato, seconda camera federale – finzione o realtà?” è parte del ciclo “L'autonomia dell’Alto Adige: oggi - domani?”, lanciato dall'Istituto per lo studio del federalismo e del regionalismo dell’EURAC e dalla Società di Scienza Politica dell’Alto Adige POLITIKA. 

La riforma costituzionale introduce la differenziazione nella rappresentanza parlamentare, Camera e Senato assumeranno funzioni diverse; di quest’ultimo, inoltre, cambierà la composizione: dai 315 senatori attuali a 100, di cui 95 senatori elettivi più 5 di nomina presidenziale. Per quanto riguarda i suddetti 95 - spiega Tucciarelli - ci sarà una prima elezione diretta da parte dei cittadini e successivamente una seconda, indiretta, dei consigli regionali che dovranno eleggere ognuno un sindaco della propria regione e un numero di consiglieri che varierà in proporzione alla popolazione della regione stessa. Saranno i cittadini, al momento di eleggere i consigli regionali a indicare quali consiglieri saranno anche senatori. I consigli regionali eleggeranno con metodo proporzionale i senatori tra i propri componenti.

La Camera dei deputati rimane con i poteri attuali e come espressione della politica nazionale, il Senato diventa un organo rappresentativo degli enti territoriali, interviene Tucciarelli. Occorrerà ora capire se la rappresentanza che dovrà trovare sbocco nella seconda camera sarà realmente territoriale. Il Senato, poi, avrà competenza legislativa piena solo su riforme e leggi costituzionali. Per quanto riguarda le leggi ordinarie potrà chiedere alla Camera di modificarle, ma Montecitorio non sarà tenuta a dar seguito alla richiesta. Se il Senato chiede alla Camera di modificare una legge che riguarda il rapporto tra Stato e Regioni, l'assemblea di Montecitorio può respingere la richiesta solo a maggioranza assoluta.

La difficoltà, qualora la riforma dovesse entrare in vigore - chiosa Palermo -, “si manifesterà nell’approvazione della legge elettorale per il Senato che dovrà coniugare elementi di elezione diretta e indiretta; dovrà tenere conto della rappresentanza politica, dei consigli regionali, degli equilibri di genere, della presenza di un sindaco per regione. Ora - continua il costituzionalista - dal momento che la maggioranza delle regioni avrà solo due senatori, uno dei quali sarà un sindaco, mi chiedo come si potrà tener conto, per una persona sola, della maggioranza e della minoranza politica del consiglio regionale, della differenza di genere e possibilmente delle scelte degli elettori, trovare la quadra non sarà certo cosa facile”. 

Non mancano quindi alcuni dubbi che conducono di fatto a una sospensione del giudizio circa la riforma in questione. “Avremo una Camera dei deputati, eletta con la nuova legge elettorale, con un forte premio di maggioranza e quindi con una effettiva maggioranza che appoggia il governo e che quindi tendenzialmente approverà anche tutte le sue iniziative legislative”, sottolinea Palermo che aggiunge: “qualora il Senato avesse la stessa maggioranza politica rispetto alla Camera sarà inutile perché mai realmente solleverà delle obiezioni, mentre il suo ruolo potrebbe crescere nel momento in cui fosse dominato da una maggioranza diversa da quella della Camera e quindi potrebbe avere un interesse politico nel proporre delle modifiche a una legge”.

Per quanto concerne la Provincia di Bolzano e la regione Trentino Alto Adige esiste una disposizione speciale; riguardo il capitolo delle competenze fra Stato e Regioni, per esempio, la nuova riforma non entrerà in vigore. Altra storia circa la composizione del senato e le sue funzioni. “I senatori della regione Trentino-Alto Adige saranno quattro - continua Palermo - due della Provincia di Trento, due di quella di Bolzano ma dal momento che le due province sono di fatto delle regioni ci si trova di fronte a una sovra-rappresentanza di questi territori, regioni che hanno fino a un milione e mezzo/2 milioni di abitanti hanno due senatori, la Provincia di Bolzano, con poco più di 500mila abitanti, avrà due senatori, e dunque sarà senz’altro più rappresentata di quanto lo sia oggi”.

La modalità di elezione per la Provincia di Trento sarà uguale al resto d’Italia, per la Provincia di Bolzano sarà diverso: non si voterà sulla base di una singola lista composta da consiglieri regionali e sindaci (il numero di senatori spettanti a quella determinata regione) ma si svolgerà in due votazioni separate, una che eleggerà il consigliere che sarà senatore e l’altra il sindaco che sarà senatore a sua volta. “Questo per garantire la rappresentanza dei gruppi linguistici (i due senatori non possono appartenere allo stesso gruppo linguistico, ndr). Verosimilmente il consigliere sarà di lingua tedesca mentre il sindaco scelto sarà di lingua italiana, ma non si tratterà in automatico del primo cittadino della città di Bolzano”, conclude il costituzionalista.