Raccontare la ludopatia con il teatro
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SALTO: È stato difficile portare in scena un tema così delicato come quello della ludopatia?
Alessandra Limetti: Il tema è delicato perché affronta il punto di vista delle vittime collaterali del gioco d'azzardo patologico: i famigliari del giocatore. Ho cominciato a interessarmi al tema nel 2021, quando ho raccolto una testimonianza diretta di persone a me vicine. Ho trovato il tema potentissimo nella sua tragicità. Successivamente ho raccolto altre voci di donne (la maggior parte dei giocatori patologici gravi sono uomini, ci dicono i dati) che si sono trovate in situazioni analoghe. Ho dunque elaborato uno scritto a voce unica, quella della moglie del giocatore), a partire da queste testimonianze.
La drammaturgia "Un gioco senza amore" è la trasposizione teatrale del mio libro "A perdere - un gioco senza amore" uscito per Athesia nel dicembre 2023.
Per la drammaturgia mi sono avvalsa della preziosa collaborazione di Francesco Niccolini, drammaturgo e regista, che ne è coautore.Come sono le protagoniste dello spettacolo? Quali sono i tratti psicologici maggiormente presenti?
La protagonista è una. Una donna cui danno voce tre donne, che ne incarnano, per così dire, le tre anime, in un gioco ad incastro serrato che vorrebbe rendere così l'universalità del problema.
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Leggendo le notizie, si nota che la ludopatia è un problema del tutto attuale nella nostra società; possiamo quindi dire che lo spettacolo fa luce su dinamiche ancora non del tutto chiare, ma che circondano ogni giorno?
Negli scorsi giorni sono stati pubblicati i dati, estremamente allarmanti, relativi al problema azzardo. Nel 2023 sono stati giocati 150 miliardi di euro, una cifra spaventosa e, purtroppo, in crescita: il dato del 2022 riportava 136 miliardi di euro (che già erano circa il 7% del PIL del Paese. Se ne parla ancora poco, troppo poco, anche perché è una piaga che, a livello sociale, resta perlopiù nascosta.
Le tre donne in scena, trovano conforto e appoggio nella famiglia e negli affetti, oppure questi sono ostili rispetto alla loro difficoltà?
I famigliari del giocatore, annientati dalla scoperta, dal problema, schiacciati dall'emergenza economica e dal correlato di violenza psicologica che l'azzardo porta con sè (il giocatore diventa un abilissimo manipolatore, costruisce un sistema di menzogne estremamente strutturato e coerente, nel quale intrappola chi sta lui intorno, che si accorge - ovviamente - del fatto che qualcosa non vada, ma non si rende conto della provenienza del problema. Le menzogne si protraggono ped periodi lunghi, a volte lunghissimi, anche parecchi anni, prima che di arrivi sull'orlo del baratro - o lo si superi), soprattutto nei casi di separazione e fi divorzio, ma non solo, vengono spesso abbandonati dalla famiglia di origine del giocatore. Le vittime sono scomode, ricordano il fatto. Più semplice cancellarle in nome del "È un problema tuo/vostro". E a farne le spese, il più delle volte, sono i figli.
Come ogni dipendenza, anche il gioco d’azzardo, è una risposta ad uno o più disagi, più o meno visibili. Chi guarda lo spettacolo può in qualche modo, rispecchiarsi nella vita delle protagoniste, nelle loro difficoltà e debolezze?
Il gioco d'azzardo spesso va a braccetto con altre comorbidità. Doppie personalità, nel caso che ho descritto il bipolarismo. Una combinazione disastrosa. Io penso che nel mio libro, così come in questo spettacolo, molte donne possano rispecchiarsi rispetto a vissuti di situazioni relazionali tossiche, da cui è difficile uscire perché di innesca una spirale di co-dipendenza psicologica ed emotiva.
Qual è il messaggio che lo spettacolo vuole trasmettere?
Che anche nel disastro è possibile rialzare la testa e provare non a sopravvivere, ma a vivere. Che si può uscirne vive, come cita la battuta finale dello spettacolo. Personalmente tengo particolarmente a questo spettacolo anche perché che in questi ultimi anni, oltre a raccogliere le voci che hanno composto la mia narrazione, ho approfondito tantissimo il tema, sia grazie alla consulenza scientifica di psicologi psicoterapeuti - in particolare il Dott. Belletati, responsabile del settore azzardo per il centro contro le dipendenze Hands di Bolzano- , che firma anche la postfazione del libro, sia con la Dottoressa Clotilde Bellani. Inoltre ho seguito molti corsi di formazione specifici sul tema.
"Un gioco senza amore" andrà in scena martedì 16 e mercoledì 17 gennaio 2024 presso il Teatro Cristallo di Bolzano, alle ore 20:30. L'entrata è gratuita con prenotazione tramire e-mail a [email protected]. Il 17 gennaio alle 18:30 poco prima dello spettacolo, ci sarà un incontro con le famiglie come vittime collaterali del gioco d'azzardo. All'incontro parteciperanno: esperti nel settore consulenze debitori Caritas, pedagogisti, psicologi e psicoterapeuti.