Gli italiani di Himmler
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L'ufficio di reclutamento era collocato nella stanza numero 18 al primo piano dell'Hotel Città di Bolzano. Ad accogliere le aspiranti SS un capitano e uno scritturale. Il primo doveva vagliare i requisiti e il secondo riempire i moduli nei quali, tra l'altro, si faceva ampia menzione della storia familiare di chi ambiva poter combattere nel corpo di élite del Terzo Reich. Quello di Bolzano era uno dei non moltissimi punti di approdo per gli italiani che, in quel drammatico autunno del 1943, avevano deciso di incamminarsi su uno dei sentieri più estremi attraverso i quali gettarsi nella fornace di una guerra che sarebbe stata al contempo conflitto mondiale di potenze armate e guerra civile sul terreno italiano.
Non furono in pochi a scegliere proprio quella strada. Erano, si badi bene, anche quelli di Bolzano italiani di origine di lingua perché per i sudtirolesi, quasi tutti optanti per la Germania, erano previste altre soluzioni di arruolamento. Quelli che salirono nella stanza numero 18 del grande albergo cittadino andarono a far parte di quella massa di ventimila reclute che poterono fregiarsi della doppia esse sulle mostrine. La componente italiana di un esercito multinazionale che, per volontà di Heinrich Himmler doveva affiancarsi la componente tedesca per costituire la forza armata del Nuovo Ordine Europeo. Belgi, francesi, olandesi, ucraini. Norvegesi, danesi, lettoni e lituani. Una multinazionale di truppe scelte per combattere sino all'ultimo in una guerra che molti giudicavano già perduta.
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Rivive, la vicenda delle SS italiane, in una mostra, allestita sino al 29 gennaio prossimo presso la Galleria Domenicani di Bolzano. A realizzarla Gianfranco Ceccanei animatore del Circolo Carlo Levi/FILEF di Berlino assieme al Circolo Culturale ANPI Franca "Anita" Turra Hans Egarter in collaborazione con il ARCI Bolzano Bozen con il sostegno dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Bolzano e dell'Assessorato alla Cultura in lingua italiana della Provincia di Bolzano, nell'ambito delle iniziative per il giorno della Memoria 2025.Una serie di pannelli, con ampia documentazione fotografica, conducono il visitatore ripercorre tutta la storia di questo corpo militare che fu attivo sul teatro di guerra italiano sino alla fine del secondo conflitto mondiale con funzioni, prevalentemente, di lotta antipartigiana, come del resto avvenne per le varie formazioni militari della Repubblica di Salò.
Una pagina di storia poco conosciuta che illustra un fenomeno, quello della fascinazione esercitata da questo corpo militare germanico anche sull'animo di molti giovani italiani che in quel momento storico decisero di schierarsi direttamente sotto le insegne del Terzo Reich.
Alla mostra sulle SS italiane si affianca, al piano interrato della Galleria Domenicani, la proiezione di due filmati messi a disposizione degli organizzatori dalla Rai di Bolzano: si tratta del programma “Il Lager di Bolzano” prodotto nel 1997 dalla regista Nives Simonetti contenente numerose videointerviste ad ex deportati/e del Lager di Bolzano realizzate in collaborazione con il Comune di Bolzano Archivio Storico e dell’intervista realizzata dalla giornalista Sandra Bortolin all’ex comandante del Lager di Bolzano, tenente SS Karl Friedrich Titho con ospiti in studio Carla Giacomozzi dell’Archivio Storico e Luigi Emer “Avio”, partigiano in Trentino e deportato nel Lager di Bolzano.