Incontrare Christian Martinelli
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È una mostra complessa e un progetto ambizioso, quella allestita negli spazi di Kunst Merano Arte e dedicata all'artista e fotografo meranese Christian Martinelli, scomparso di recente, a soli 51 anni d'età.
La mostra curata da Ursula Schnitzer e Anna Zinelli, integrata da una sezione a cura di BAU – Istituto per l’arte contemporanea e l’ecologia, di Simone Mair e Lisa Mazza, propone un percorso articolato nella multiforme produzione e altrettanto poliedrica personalità artistica di Christian Martinelli che ha lavorato dal 1993 fino alla prematura scomparsa nel 2022 a molteplici progetti fotografici, dedicandovi anche molti anni.
C’è nella mostra, nella sezione curata da BAU che si interroga sulla Possibilità d’azione di un lascito d’artista, un pannello che riproduce graficamente i molteplici progetti di Martinelli, da Reportage a Stories, Solitudini, Infinito, Album, Wo willst du hin?, Nidi, Matrimonio, Cubo, Still&Life, Galery Van fino a Confini, e la loro sovrapposizione temporale nei decenni. -
Quasi un pentagramma, il grafico stesso si legge come una partitura musicale, dove vita e genialità dell’artista si intersecano in una continua ricerca e resa di bellezza, di stupore e meraviglia, in un gioco infinito con l’ambiente, con i paesaggi in diversi angoli e luoghi della terra, con gli esseri umani, i corpi e la loro personalità sociale.
Prima di percorrere a ritroso l’allestimento, per scendere agli altri spazi della galleria al primo e secondo piano, dove è allestita la parte prettamente retrospettiva della mostra e sono raggruppati i diversi nuclei di opere, ci soffermiamo ancora al terzo piano.
Accanto ai grafici illustrativi, ai raccoglitori delle foto originali e ai moduli da compilare per chi avesse un’opera dell’artista da inserire nel catalogo generale a cui i curatori del lascito stanno lavorando, si attraversa anche un’ampia camera oscura con gli oggetti e strumentazioni recuperati dallo stesso studio di Christian Martinelli, dove si terranno nel periodo della mostra workshop di fotografia analogica. “Questa parte della mostra non è una semplice ‘messa in scena’ del suo spazio e modalità di lavoro, ma è un luogo che potrà essere attivato e utilizzato in determinate occasioni, riprendendo quella pratica didattica e laboratoriale che ha sempre costituito una costante del suo lavoro” –spiegano le curatrici.
Con lo stesso spirito, in concomitanza con la mostra a Merano, è riattivata anche la Galery Van, la piccola roulotte di Christian Martinelli utizzata per corsi ed esposizioni fotografiche in contesti disparati: “Un progetto itinerante con mostre site specific per portare la fotografia in spazi inaccessibili” nelle intenzioni dello stesso Martinelli. -
In queste settimane a Vipiteno, Malles e San Candido, la roulotte torna così ad essere uno spazio temporaneo per corsi di fotografia, camera oscura e galleria, coinvolgendo le generazioni più giovani.
A Merano intanto il grande cuore dell’esposizione è la riproduzione espositiva del Cube, una macchina fotografica gigante di 8 metri cubi con le pareti specchianti e capace di produrre immagini direttamente in positivo, ideata da Christian Martinelli insieme a Andrea Pizzini e Andrea Salvà, a cui il visitatore si trova immediatamente di fronte salendo le scale al primo piano della galleria. Il Cubo di Christian Martinelli ha specchiato e fotografato negli anni luoghi e persone in contesti distanti tra loro, e lungo le coste italiane, in un viaggio che ricorda quello analogo di Pasolini, documentandone poeticamente i Confini, producendo pezzi unici più simili a dipinti astratti che a fotografie e riflettendo nel contempo anche l’anima dell’artista: mobile, vivace e attenta, sempre in equilibrio tra nuovi orizzonti ed elaborazioni della memoria, tra silenzio e solitudine nella natura e il costante impegno e l’interazione sociale. Tutt’intorno nelle altre sale ruotano gli altri settori della mostra, che vuole essere un incontro a 360 gradi con l’opera di Christian Martinelli, legato a Merano e alla scena artistica locale, conosciuto e amato da molti. Così ne fanno parte le centinaia di nuvole nel progetto ‘metafisico’ Infinito oppure le Stories sul valore del ricordo o ancora i lavori più intimi di Album, le Solitudini di alberi e persone e tante altre impressioni di Villa Dolores, abitazione dell’artista a Merano, luogo d’incontro e campo base per le sue esplorazioni nel mondo. -
A dialogare con le singole opere esposte sono intervenuti alcuni solisti dell’ensemble Conductus nella serata del 12 ottobre, in un primo appuntamento del festival Sonora 706, che in questa edizione Orizzonti (dal 12 al 27 ottobre) è ispirato alla serie di fotografie Confini e alla figura di Christian Martinelli. “Nelle sue foto, la linea dell’orizzonte non è più il segno di un limite ma punto di congiunzione tra terra e cielo che appaiono come semplici variazioni cromatiche di una un’unità onnicomprensiva” –osserva Marcello Fera di Conductus, che con l’artista aveva già lavorato, in particolare realizzando e suonando la composizione musicale in un video, in visione in questa mostra, parte del progetto Wo willst du hin? sul poetico viaggio di un semplice sacchetto di plastica rosso fotografato da Christian Martinelli negli angoli più disparati della terra e che nel video sembra gonfiarsi e danzare sulle note del violino di Fera.
In un altro video inserito nella mostra e realizzato da Mauro Podini lo stesso Martinelli racconta la creazione del Cubo: “Mi piaceva l’idea di alleggerire la presenza del fotografo [posizionato all’interno delle pareti ndr] e creare un oggetto capace di riflettere le immagini e allo stesso momento di catturarle”. -
(c) Mauro Podini
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Nella serata, documentata per Salto.bz dalle foto di Othmar Seehauser, i solisti di Conductus Veronica Egger, Irma Maria Troy e Marcello Fera al violino, Federica Ragnini e Clemens Maria Fera al violoncello hanno dialogato singolarmente con le opere esposte di Christian Martinelli eseguendo brani, di Britten, Bach, Gabrielli e dello stesso Marcello Fera, dando così una dimensione sonora alla bellezza delle immagini e insieme allo struggimento per la perdita di un amico.
Dopo l’abbraccio musicale degli strumentisti all’interno della mostra, nella stessa serata al Teatro Puccini l'intero ensamble Conductus si è esibito insieme al gruppo di fiati Windkraft e alla pianista Saskia Giorgini, in un applaudito concerto sempre dedicato a Christian Martinelli con musiche di W. A. Mozart (Piano concerto n.12 K414) e Igor Stravinsky Pulcinella (Concert suite 1947), un canto del Popolo Shibipo- Conibo e lo Yumeji’s Theme di Shigero Umebayashi.
“Un repertorio che sottolinea l’affinità tra gli autori prescelti e lo stesso artista, per la comune tensione verso la libertà e la gioia, per la vitalità e l’intelligenza che li distinguevano” –ha osservato Marcello Fera a cui era affidata la direzione orchestrale, mentre sullo sfondo del palco, in una videoproiezione di Andrea Pizzini scorrevano immagini dalla serie Confini.
La mostra Incontrare Christian Martinelli prosegue fino al 28/01/2024 presso Kunst Merano Arte in Via Portici 163 a Merano, informazioni sul programma e gli eventi collaterali si trovano sul sito www.kunstmeranoarte.org
Il programma completo del festival Sonora 706 Orizzonti con i prossimi appuntamenti fino al 27 ottobre, si trova sul sito www.conductus.it. Del festival ha scritto per Salto.bz anche Mauro Franceschini.