Pasdera: ecco lo studio
La pubblicazione dei dati insegue la sentenza emessa lo scorso 2 dicembre dal Giudice del Lavoro di Bolzano.
Di seguito ecco il comunicato emesso oggi dalla direzione dell’Azienda Sanitaria Altoatesina.
Oltre ai principali DRG dei singoli servizi e dei diversi reparti, così come previsto dalla sentenza, sono state messe a disposizione delle Associazioni sindacali anche le schede di sintesi sui costi effettivi e sui costi standard relative ai reparti e servizi presi in considerazione.
“Pregheremo le Associazioni sindacali di essere molto attente nell’interpretazione dei dati”, sottolinea il Direttore generale dott. Andreas Fabi: “Dal nostro punto di vista si tratta di uno strumento interno per la pianificazione del budget, attraverso il quale è possibile mappare ed ottimizzare i risultati di reparti e servizi. Non vogliamo mettere nessuno alla gogna.”
Nella valutazione dei risultati bisogna soprattutto tenere in considerazione il fatto che i dati si riferiscono all’anno 2012, si tratta, per così dire, di un’istantanea di un determinato momento storico. Tali dati sono stati nel frattempo utilizzati anche in sede di colloqui per concordare i budget e gli obiettivi che ogni anno avvengono con i Primari e i Coordinatori infermieristici; in questo contesto sono già state adottate diverse misure di miglioramento e di ottimizzazione sia da parte delle dirigenze ospedaliere che da parte delle Direzioni aziendale e comprensoriali. “Chi non possiede le informazioni basilari a questo proposito, corre il rischio di fare valutazioni errate e giungere a conclusioni non esatte”. Inoltre, i dati si riferiscono all’assistenza erogata in regime di ricovero; il rilevamento delle prestazioni ambulatoriali non è stato eseguito poiché la standardizzazione, per questo ambito, si è rivelata molto più complessa.
Spesso la responsabilità dei risultati non sta esclusivamente nelle mani di coloro che dirigono un reparto. È proprio il caso del reparto di Medicina di Bolzano dove, nell’anno 2012, si è rilevato un potenziale di miglioramento di 1,390 milioni di euro. “Questo reparto dell’Ospedale di Bolzano deve, ora come prima, adempiere a molti compiti, che – dal punto di vista clinico – sarebbero eseguibili altrove. Inoltre, su questo reparto grava molto l’accorpamento delle medicine 1 e 2. Grazie al progetto di “Lean Management” stiamo lavorando intensamente ad una riorganizzazione – in stretta collaborazione con la Direzione dell’Ospedale, i/le referenti del reparto nonché il personale.
“Il risultato emerso nel 2012 non potrebbe quindi più essere attendibile”, afferma il Direttore generale dott. Andreas Fabi.
Nel frattempo è stato possibile intervenire anche su altri aspetti emerse dallo Studio: il reparto per post- acuti dell’Ospedale di Merano, dove è stata registrata la percentuale più alta di scostamento dal valore di riferimento (- 65,7%), è già stato esternalizzato due anni fa. Per quanto riguarda il reparto di Neurologia dell’Ospedale di Brunico (- 55,8%) va detto che attualmente è in funzione un unico posto letto per la clinica diurna. Entrambe le divisioni non saranno quindi più prese in considerazione per le future rilevazioni.
“Per noi è importante”, prosegue il Direttore generale dott. Andreas Fabi, “che si tratti di un processo di miglioramento continuo. Insieme ai responsabili dei servizi analizziamo le cause che possono avere portato ad un tale risultato e cerchiamo di individuare misure volte all’accorpamento e alla riorganizzazione”. I potenziali di miglioramento assoluti per l’Ospedale di Bolzano nell’anno 2012 erano, ad esempio, pari a 3,285 milioni di euro, mentre al secondo posto c’era l’Ospedale di San Candido con 1,670 milioni di euro: “In entrambi i casi – spiega il Direttore generale dott. Andreas Fabi – abbiamo a che fare con problematiche di tipo strutturale che saranno a breve discusse anche nel contesto della Riforma della Sanità.”
In generale, comunque, in ogni ospedale esistono dei potenziale di miglioramento: se prendiamo in esame ogni reparto i cui risultati assoluti erano inferiori al valore di riferimento (tenendo in considerazioni un fattore di tolleranza > 4,9%), nell’anno 2012, per tutti e sette gli ospedali della Provincia vi sarebbero stati i seguenti ipotetici potenziali di risparmio: Ospedale di Bolzano: 5,2 milioni di euro, Ospedale di Brunico: 2,0 milioni di euro, Ospedale di Merano: 1,9 milioni di euro, Ospedale di San Candido: 1,7 milioni di euro, Ospedale di Silandro: 430.000 euro, Ospedale di Vipiteno: 378.000 euro, Ospedale di Bressanone: 330.000 euro.
Per il Direttore generale dott. Andreas Fabi il risultato è pertanto inequivocabile: “Quel che ormai da anni abbiamo appreso da questo Studio è che dobbiamo muoverci come un “sistema” unico per lavorare sulla nostra efficienza. Andremo naturalmente ad intervenire in quei settori dove il potenziale di risparmio è maggiore, tuttavia, come già detto, i risultati dovranno prima essere analizzati e contestualizzati”. Ed al tempo stesso, per l’Azienda, è stata fatta chiarezza anche per quanto riguarda i reparti di “punta” dai quali è possibile apprendere: nell’anno 2012 i reparti di Ginecologia di Bolzano, di Chirurgia di Merano, di Ortopedia di Bressanone e di Medicina di Brunico si trovavano al di sopra del benchmark.
Decisamente, conclude il Direttore generale dott. Andreas Fabi, i risultati del progetto sui costi standard rappresentano un importante input per delineare il budget di ogni singolo reparto, pur non trattandosi dell’unico strumento di budget, appunto. L’orientamento futuro di ogni reparto in merito all’appropriatezza delle prestazioni offerte non dipenderà da questi dati.
In quest’ottica i dati saranno utilizzati anche per le proposte inerenti la Riforma della Sanità. Dal momento che si tratta del progetto sui costi standard relativi a precisi dati rilevati presso i reparti ed i servizi dei sette ospedali, essi saranno tenuti in considerazione anche per valutare l’impatto delle proposte per la riforma. Le proposte di riforma saranno tuttavia elaborate sulla base di considerazioni politico-sanitarie e di criteri di garanzia di qualità e di miglior assistenza possibile per la popolazione. Questi dati non devono assolutamente essere confusi con l’aumento dei costi previsto per i prossimi 6 anni, quantificato in circa 120 milioni di euro che, grazie alla Riforma della Sanità, dovrebbe scendere a circa 60 milioni di euro.