Accolti 75 profughi ucraini
Fare tesoro di alcune emergenze e trasformarle in provvedimenti duraturi, con un tentativo di strategia, di azioni di lungo periodo. Anche il Comune di Merano ha di fronte l’impatto, emotivo ma soprattutto organizzativo e di cura, dell’arrivo in città di profughe e profughi dall’Ucraina. "La città di Merano sta attualmente ospitando 75 cittadine e cittadini fuggiti alla guerra in Ucraina, 24 sono minorenni – informa l’assessore ai servizi sociali Stefan Frötscher - Merano ha dimostrato e continua a dimostrare grande sensibilità e disponibilità offrendo immobili e aiuti di ogni genere. Vorrei a questo proposito ricordare che la Provincia ha deciso di esentare dal pagamento della tassa di soggiorno gli albergatori e le albergatrici che mettono a disposizione le loro strutture. Anche le società sportive garantiranno alle ucraine e agli ucraini che hanno trovato rifugio in riva al Passirio la possibilità di praticare attività sportive gratuitamente”.
Questo passaggio non è da poco. Mentre la Provincia decide di annullare per alcune settimane in tutto il territorio l’ululato delle sirene nei casi di esercitazioni (se ci saranno emergenze reali ovviamente suoneranno) per non turbare e stravolgere lo stato di salute psicologico dei profughi, a Merano si offrono anche spazi ed esercitazioni sportive e diventa apripista esemplare. Per coordinare l’offerta e l’assegnazione di alloggi a chi è scappato dall’Ucraina in guerra lavorerà il Centro di consulenza immigrati Mokka (uno dei Servizi della Caritas): via Galileo Galilei (angolo via Verdi) entrata via Verdi. E-mail: [email protected].
E a proposito del tentativo del Comune meranese di trasformare in metodo di lavoro alcune emergenze, arriva la notizia che l’amministrazione comunale ha deciso di far installare un impianto fotovoltaico con una potenza di oltre 100 kW sul tetto del Centro della protezione civile di Maia Bassa. A Sinigo partirà un progetto pilota per la creazione di una comunità energetica.
"I costi dell’energia e le incertezze sulla fornitura e le relative dipendenze politiche sono purtroppo destinate ad aumentare ulteriormente -ragiona la vicesindaca Katharina Zeller – la giunta meranese ha deciso di far installare, per una spesa di 370.000 euro, un impianto fotovoltaico con una potenza di oltre 100 kW sul tetto del Centro della protezione civile di via Roma. L'impianto sarà in grado di coprire almeno un terzo del fabbisogno elettrico dell'edificio".
Questi gli altri edifici di proprietà del Comune presso i quali sono già in funzione sei impianti fotovoltaici: palestra della scuola von Gilm (19.80 kW), stadio Combi (19,95 kW), scuola per l'infanzia Maddalena di Canossa (19,80 kW), scuole elementari di Sinigo (47,85 kW), sede del Cantiere e della Giardineria in via Kuperion (50,40 kW), scuola per l'infanzia Maria Trost (18 kW). La potenza complessiva già installata è pari a 175,80 kW. Naturalmente, è solo l’inizio.
Attenzione del Comune anche verso Sinigo e non solo in chiave falda. “Una comunità energetica nascerà presto a Sinigo su iniziativa del Comune e nell'ambito di un progetto pilota. “Il proposito è quello di mettere a disposizione delle famiglie bisognose, come sorta di bonus energia, la corrente elettrica prodotta in eccesso e non utilizzata per la gestione della scuola elementare di via Piedimonte", è la promessa della giunta meranese.
E l'Ufficio ambiente ha inviato a tutto il personale che lavora in edifici di proprietà del Comune, come anche in tutte le scuole, una circolare con alcuni consigli utili per risparmiare energia. C’è da sperare che saranno previste altre iniziative e soprattutto una serie di controlli e di verifiche. Come anche nel caso delle 29 persone anziane ospiti di Villa Burgund, struttura gestita dalla cooperativa Haus Sonneschein che chiuderà i battenti per difficoltà finanziarie. Domani, giovedì 17 marzo, è prevista una nuova riunione con Provincia e Azienda sanitaria per valutare le soluzioni praticabili. “Sono comunque già in corso colloqui con i responsabili delle case di riposo e dei centri di cura della città”, assicurano in Comune. In attesa – comunque - di capire al più presto chi e che cosa hanno portato alla chiusura della struttura di via Manzoni.