"Il voto utile? Nasconde un vuoto"
Salto:bz: Stefania Gander, a Rovereto, caso unico in Italia, la candidata di Italia Viva è sostenuta anche dal centrosinistra. Lei è candidata nel collegio senatoriale di Bolzano/Bassa Atesina, ma, in virtù di una previsione di legge semplicemente folle e valida solo in Trentino Alto Adige, se non verrà eletta, tutti i voti per lei non andranno nel calderone nazionale e saranno, di fatto, persi. Non era possibile trovare un accordo con il centrosinistra?
Stefania Gander: Il 21 luglio, appena sciolte le Camere, dalle vacanze ho mandato una lettera in cui auspicavo che i partiti della cosiddetta area Draghi si confrontassero, e per caprie se il Pd volesse fare qualcosa oltre il campo largo, che a me non è mai piaciuto. Nessuno si è mai fatto vivo dal Pd, almeno non con me, se non il giorno in cui stavo andando a firmare la candidatura a Trento. Donatella Conzatti, candidata a Rovereto, ha lavorato molto bene, ha svolto un ruolo importante per lo sviluppo dell’autonomia del Trentino. Mi chiede se avrei parlato con il Pd? La risposta è: sì. Saremmo arrivati ad un accordo? La risposta è: non lo so. Dalla caduta del Conte I, due anni fa, la destra è avanti nei sondaggi. Fino a ieri tutto quello che il Pd ha proposto è stato il campo largo con il Movimento 5 stelle e poi un’alleanza, non per andare a vincere, ma per perdere dignitosamente. Io mi domando come si possa aderire un progetto con queste premesse. Anche perché io sono coordinatrice di un partito che è fatto da molte persone che si danno da fare perché credono in qualcosa. Come faccio a chiedere ai militanti e agli elettori la desistenza su qualcosa che non mi convince? Su qualcosa che non ho capito e neppure voglio capire, del resto. L’appello al voto utile nasconde in realtà un vuoto imbarazzante.
La candidatura di Spagnolli era avversata dai Verdi, quella di Bosatra non piace a molti. La Lega ha calato qui l’organizzatore di Pontida dopo che per anni hanno rimproverato l’elezione di Maria Elena Boschi.
In che senso?
Se io penso che nel Collegio senatoriale di Bolzano il candidato del Pd è Spagnolli e, suppongo, che come Bonaccini, parlando di questione energetica sia favorevole ai rigassificatori. Ebbene, alla Camera la stessa coalizione schiera la candidata Elide Mussner che si è detta contraria ai rigassificatori. Qui si parla di candidature al Parlamento nazionale e su una questione centrale come quella energetica i candidati della stessa coalizione hanno posizioni antitetiche? Questo non è accettabile. Non è poi che nel centrodestra le cose vadano meglio, eh … Su una questione fondamentale come la politica estera Salvini dice di togliere le sanzioni alla Russia, e Fratelli d’Italia no. Sembra quasi che questi partiti pensino che sia tutto un gioco. Ma qui si è candidati a guidare il Paese, tutto questo non è accettabile. So che le mie chance di elezione sono basse, ma nel momento in cui io chiedo un solo voto, me la gioco facendo tutto quello che posso per vincere. È una questione di rispetto verso gli elettori. In questo collegio, comunque, si rischia di avere un vincitore che sta sotto il 25 per cento. Non creo illusioni, ma voglio provare a giocarmela. La candidatura di Spagnolli era avversata dai Verdi, quella di Bosatra non piace a molti. La Lega ha cioè calato qui l’organizzatore di Pontida dopo che per anni hanno rimproverato l’elezione della sottosegretaria Maria Elena Boschi. Pure l’Svp era divisa prima della scelta di Mayr. Quindi, ripeto, dei margini ci sono. E se la Svp fa un cappotto 6 a 0 è una vera umiliazione per una parte della società altoatesina. Quindi io sono candidata per fare del mio meglio per vincere, sono stra-convinta che il nostro sia un buon programma e se verrò eletta a quello mi atterrò. È importante che venga eletto un candidato di lingua italiana, ma non mi si venga a dire che gli italiani si devono unire. Bisogna rispettare gli elettori e se si vuole che vadano a votare bisogna presentare progetti politici in cui si riconoscano.
Anche le due forze che costituiscono il cosiddetto polo di centro fino al giorno prima era su posizioni molto differenti in diversi ambiti. Dal punto di vista programmatico cosa vi distanzia maggiormente dal PD?
Il Pd ha sostenuto alcuni provvedimenti votati all’assistenzialismo, che sia il reddito di cittadinanza o la proposta dei 10.000 euro ai diciottenni (la proposta prevede il trasferimento di 10 mila euro ad ogni diciottenne, aumentando l’aliquota delle imposte sulle successioni e donazioni superiori ai 5 milioni di euro al 20 per cento, ndr), che sinceramente non capisco. Noi abbiamo proposte molto diverse volte a valorizzare la creatività e l’intraprendenza dei giovani. Proponiamo l’abolizione dell’Irpef fino a 25 anni e il dimezzamento fino a 30 anni. Letta dice che è finita l’era Jobs act. Tutto è migliorabile ma quel provvedimento ha contribuito alla creazione di 1,3 milioni di posti di lavoro. I rider di Torino se hanno potuto vincere una vertenza di lavoro è stato grazie al Jobs Act. E non mi pare che la modifica all’art. 18 abbia portata a una pioggia di licenziamenti nelle aziende con più di 15 dipendenti. Va detto ai cittadini che il reddito di cittadinanza, così com’è, non ha funzionato. Quei soldi possiamo metterli per contribuire a creare le condizioni per nuovi posti di lavoro, per far emergere il lavoro nero, mentre il reddito di cittadinanza va esattamente nella direzione opposta. Le persone in difficoltà vanno sicuramente aiutate ma non con forme di assistenzialismo. Una patrimoniale farebbe in realtà fuggire possibili investitori, mentre le tasse vanno abbassate, con criterio, senza promettere cose impossibili alla Salvini, ma vanno abbassate. L’Irpef va riformulata, e l’Irap va tolta, non si possono chiedere soldi alle aziende che vengono da un doppio shock di sistema, prima con il Covid e poi con la Guerra in Ucraina e i costi dell’energia alle stelle.
Credo che se riusciamo a ottenere un buon risultato elettorale, come sembra, l’alleanza si rinsalderà ulteriormente. Per quanto mi riguarda io mi rivolgo anche naturalmente agli elettori delle liste civiche
Fino al giorno prima, come detto, l’alleanza tra Renzi e Calenda sembrava impossibile. Lei è una renziana, ma che cosa la convince di più del politico toscano? Entrambi i leader hanno un ego gigantesco, pensa che l’alleanza possa resistere?
Sono entrata nel Pd quando c’era Renzi ma non ho il culto della personalità di Renzi. Lo stimo come politico, ho approvato alcune sue azioni come quando ha impedito a Salvini di andare a governare o quanto ha giustamente fatto cadere il governo Conte. Mi rivedo in quest’area politica liberaldemocratica e stimo parecchie persone del movimento. Renzi e Calenda hanno due caratteri forti, ma per certi versi la base è magari più compatibile di quanto non lo siano i leader. Abbiamo molte cose in comune. Da mesi andava avanti un lavoro sotto traccia. Credo che se riusciamo a ottenere un buon risultato elettorale, come sembra, l’alleanza si rinsalderà ulteriormente. Per quanto mi riguarda io mi rivolgo anche naturalmente agli elettori delle liste civiche, che qui da noi fanno un ottimo lavoro, perché il mio obiettivo è portare quel tipo di approccio alla politica anche a livello nazionale. Negli ultimi dieci anni qualcosa si è rotto tra politica e cittadini, penso alle derive populiste o all’antipolitica dei grillini, agli slogan sul fatto che i politici sono tutti uguali. Questo rapporto va ricostruito, va fatto un nuovo patto sociale. Io voglio spendermi per questo.