“Incontro deludente, mancano certezze”

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Il futuro dello stabilimento di Acciaierie Valbruna a Bolzano è stato al centro di un primo incontro tenutosi presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), convocato su indicazione del ministro Adolfo Urso. Al tavolo romano erano presenti i rappresentanti dell’azienda, della Provincia Autonoma di Bolzano, della Regione Veneto e delle organizzazioni sindacali, oltre che le strutture tecniche del Mimit. “Abbiamo fatto tutto il possibile”, ha sottolineato in vista dell'incontro il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, secondo cui “Per quanto riguarda la permanenza delle Acciaierie Valbruna a Bolzano, come Provincia abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare, sfruttando i margini di intervento a nostra disposizione. Ci siamo mossi in modo chiaro e trasparente”.
Una posizione ribadita anche nel corso del confronto dal vicepresidente Marco Galateo (FdI), che ha ricordato come la Provincia abbia proceduto alla notifica preventiva del bando di gara per l’assegnazione dell’area industriale di via Volta – dove sorge lo stabilimento – in coerenza con la normativa sulla golden power, che consente al Governo di intervenire in settori strategici. “Valuteremo l'applicazione della golden power”, conferma il ministro Urso il cui dicastero, assicura, seguirà la vicenda con la massima attenzione: “Verificheremo, per quanto nelle nostre possibilità, che venga garantita la continuità produttiva del sito, affinché possa presidiare una filiera tecnologica strategica come quella siderurgica e, soprattutto, mantenere gli attuali livelli occupazionali”. In questo senso, è stato annunciato un approfondimento tecnico per valutare l’applicazione dei poteri speciali previsti dalla golden power e un nuovo incontro a ottobre con le parti coinvolte.
Al tavolo era presente anche il deputato Alessandro Urzì (FdI): "La siderurgia a Bolzano è strategica per l’economia nazionale e va tutelata. Il governo, con il ministro Urso, ha dimostrato attenzione eccezionale avviando un tavolo di crisi e aprendo all’ipotesi di golden power. È necessario vigilare sul processo di concessione dei terreni, evitando l’ingresso di attori internazionali con obiettivi poco trasparenti. Fratelli d’Italia sosterrà la continuità produttiva e i lavoratori delle acciaierie Valbruna" scrive il presidente della Commissione dei Sei.
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La concessione e il bando
La situazione dello stabilimento affonda le radici nel 1995, quando, a seguito del disimpegno del gruppo Falck, la Provincia autonoma di Bolzano acquistò gli impianti, concedendoli in locazione trentennale a Valbruna (1995-2025), con un’opzione d’acquisto ma senza obbligo di rimozione degli impianti o disposizioni su un eventuale subentro. Nel 2024 è stato avviato un confronto con le parti coinvolte, e il 12 settembre 2025 la Provincia ha pubblicato il bando per l’assegnazione della nuova concessione. Una scelta che ha suscitato forti reazioni, soprattutto da parte sindacale.
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Fiom: “Incontro al Mimit non è stato positivo”
“L’esito dell’incontro non è stato sicuramente positivo”, così il segretario della Fiom/Mav, Marco Bernardoni, presente al primo incontro al Mimit per gli sviluppi industriali dello stabilimento bolzanino. “Le parti restano distanti – prosegue Bernardoni –, come Fiom abbiamo chiesto il superamento del bando che ci sembra tardivo e non offre sufficienti garanzie per i lavoratori. La Provincia si giustifica appellandosi alle direttive europee, mentre l’azienda dice di essere stata convocata a giochi ormai fatti. Noi crediamo che debba essere fatta immediatamente chiarezza e che i lavoratori non possano aspettare oltremodo per avere delle certezze”. Il sindacato fa sapere che nei prossimi giorni saranno indette le assemblee con i lavoratori per decidere le iniziative da intraprendere in attesa di una riconvocazione del tavolo.
Secondo la segretaria della Cgil/Agb, Cristina Masera ora che sono “chiari i termini e le condizioni del bando di gara per l'utilizzo della superficie dell'area delle Acciaierie a Bolzano, aldilà delle varie analisi sul se e come poteva essere evitato, dato che una legge provinciale del 2018 già lo prevedeva, sarebbe fondamentale sapere se Ameduni abbia o meno intenzione di partecipare. Ciò rimane infatti il punto saliente e più importante per chi ci lavora. I termini temporali non sono lunghi quindi già il 15 gennaio si saprà chi si candida”.
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Le richieste della UIL
La segretaria UIL-SGK ha diffuso un comunicato congiunto a firma di Guglielmo Gambardella (segretario nazionale UILM), Carlo Biasin (UILM Vicenza) e Giuseppe Pelella (UILM Bolzano), in cui si esprime “profonda delusione” per l’esito dell’incontro: “Manca una chiara prospettiva che garantisca la continuità produttiva dello stabilimento di Bolzano e dei suoi 500 dipendenti, oltre a quelli dell’indotto. Non comprendiamo l’urgenza con cui è stato emesso il bando né l’insufficiente punteggio attribuito alla continuità dell’attività siderurgica nello stesso”. Il sindacato critica anche la gestione politica della gara: “È palese che la costruzione della procedura ha seguito indicazioni politiche locali che non hanno tenuto in considerazione il valore industriale ed economico del sito. Un vero pasticcio”.
Preoccupano inoltre le dichiarazioni dell’imprenditore Amenduni, proprietario del gruppo Valbruna, che avrebbe ipotizzato lo spegnimento dei forni a gennaio 2026, la sospensione degli investimenti e il rischio di perdita di ordini e quote di mercato, con ripercussioni anche sul sito gemello di Vicenza, dove lavorano altri 1.200 addetti. “Non possiamo tenere i lavoratori col fiato sospeso per quattro mesi. Anche l’avvio della verifica sulla golden power non ci rassicura” affermano i tre segretari UILM.
La UILM ha infine chiesto al ministro Urso di congelare la procedura del bando, per consentire ulteriori verifiche sulla sua necessità o, in alternativa, modificarne i criteri per garantire la certezza della continuità produttiva. Non viene esclusa, come estrema soluzione, la possibilità di un intervento legislativo del Governo per salvaguardare lo stabilimento.
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