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Kent Nagano dirige la Haydn

Considerato uno dei migliori direttori d’orchestra sia per il repertorio operistico che per quello concertistico, Kent Nagano salirà questo sabato sul podio della Haydn.
Kent Nagano
Foto: Antoine Saito

Nel cartellone della stagione sinfonica dell’Orchestra Haydn il concerto di sabato 19 febbraio viene presentato con l’etichetta “concerto straordinario”. Non è un termine improprio, dal momento che a dirigere l’ensemble sarà Kent Nagano, considerato uno dei migliori direttori d’orchestra sia per il repertorio operistico che per quello concertistico.

Dalla stagione 2015/16 Kent Nagano è direttore musicale generale e direttore principale dell’Opera di Stato di Amburgo e direttore musicale generale dell’Orchestra Filarmonica di Stato di Amburgo. È stato anche direttore musicale dell’Orchestre symphonique de Montréal e ne è stato nominato direttore onorario nel febbraio 2021. Dal 2006 è direttore onorario della Deutsches Symphonie-Orchester Berlin e dal 2019 direttore onorario di Concerto Köln, l’orchestra specializzata nella prassi esecutiva storica. Nel 2021 è stato pubblicato il suo secondo libro “10 Lessons of my Life – Was wirklich zählt”, in cui ricorda dieci incontri cruciali della sua vita. Nello stesso anno è uscito per l’etichetta BR Klassik il cofanetto di 3 CD che documenta la sua interpretazione di opere di Olivier Messiaen con la Bavarian Radio Symphony Orchestra. La sua discografia comprende progetti per le etichette BIS, Decca, Sony Classical, FARAO Classics e Analekta, Berlin Classics, Erato, Teldec, Pentatone, Deutsche Grammophon e Harmonia Mundi.

Oltre alla presenza di Kent Nagano in questo appuntamento è straordinaria la proposizione di un opera nuova, commissionata ad Alex Nante, trentenne affermato compositore argentino la cui musica è pubblicata da Durand/Universal Music Publishing Classical e Éditions Henry Lemoine.

Al centro del programma è collocata la Sinfonia “Degli addii” di Joseph Haydn, mentre la parte iniziale è dedicata a “Sieben Worte per violoncello, bajan e archi” di Sofia Gubajdolina.

Tra i molti riconoscimenti tributati alla compositrice nata in Tatarstan nel 1931 riportiamo qui il Prix de Monaco, il Premio Abbiati della critica musicale, Heidelberger Künstlerinnenpreis, Russian State Prize, SpohrPreis, il Praemium Imperiale del Giappone, il danese Polar Music Prize, il Classical Awards di Cannes. Nel 2004 Sofija Gubajdulina è stata eletta membro onorario straniero dell'American Academy of Arts and Letters e nel 2013 è stata insignita, alla Biennale di Venezia, del Leone d'oro alla carriera. “Sieben Worte per violoncello, bajan e archi” di Sofija Gubajdulina è documentato in numerose incisioni discografiche.