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Museo è donna

Il 14 marzo una lunga serata a Bolzano è stata occasione per riflettere sull’identità di genere nella società odierna partendo da opere d’arte e storie che coprono l'arco di tempo che va dal 1800 al 2000. Metafore e lotte dei tempi passati per ricordare la lunga battaglia per l’eguaglianza.
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Beatrice Tommason ist wahrscheinlich den wenigsten Bekannt. Eine der ersten Bergsteigerinnen die nicht dem Mann hinterher klettern wollte sondern selber die Führung übernahm um „Führerlos und Männerlos“, wie sie es selber nannte, den hohen Gipfel der Gleichberechtigung zu erzwingen. Die Südwand der Marmolata hat sie als erste bestiegen.

Dies ist nur eine der vielen Geschichten die es gestern Abend imStadtmuseum Bozen zu hören gab. Lebensgeschichten und Bilder von Frauen die ein Teil unserer Geschichte mitgeschrieben haben und all zu oft in Vergessenheit geraten. Anlass war das Event „Museum und Frauen“ organisiert vom Assessorat für Kultur und aktives Zusammenleben, Stadtmuseum, in Zusammenarbeit mit dem Frauenarchiv Bozen und der Fondazione Socin. Prendendo spunto dalle opere del museo civico o da immagini artistiche, nove relatrici hanno affrontano varie tematiche 'al femminile' comprese in un arco di tempo tra il 1800 – 2000. La serata è stata aperta dall'Assessora alla Cultura, alla Convivenza, all'Ambiente e alle Pari Opportunità, Patrizia Trincanato che ha ribadito quanto sia importante valorizzare il lavoro delle donne nella storia dell’arte: „è importante ricordare che la donna nella storia dell’arte non è stata solo modella e musa, ma anche autrice e creatrice di opere, in un certo senso si può dire che stasera la donna non è nuda, ma che l’abbiamo vestita e le abbiamo dato intelligenza“.

Sehr zufrieden mit dem Event war auch Roberto Mangogna, President der Fondazione Socin: „Nella nostra fondazione la donna ha sempre un ruolo centrale. È importante dare spazio alle loro opere ma anche far loro organizzare eventi come questi“.

Sulle note della sassofonista Helga Plankensteiner è stato poi dato spazio alle diverse relatrici che hanno, approfondito il tema dell’eguaglianza di genere prendendo spunto da opere e fotografie provenienti da diversi ambiti: dall'alpinismo alla scultura, dal ruolo delle donne durante il fascismo alla visione della donna nelfuturismo. Un’occasione per riflettere sull'identità di genere nel passato e sulla gestione del potere nelle democrazie moderne. Questo anche il tema dell’opera „Welcome to Italy“ di Anna Scalfi Eghenter che é stata presentata da Sabrina Michielli. Si tratta forse dell’opera più interessante dell’artista trentina, composta da tutte le bandiere dei paesi che precedono l’Italia e da quest’ultima, ognuna tagliata in ragione della rispettiva percentuale di donne deputato. Il vessillo italiano diventa un lembo di tessuto, 17,3% della sua interezza, verde.

Ein interessanter Abend an dem den Frauen endlich wieder die Wichtigkeit gegeben wurde die ihnen Gebührt, damit sie “Führerlos und Männerlos“ alle Spitzen erreichen können die ihnen zustehen.