Sicurezza o Controllo?
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Riflessioni sulla democrazia
Bolzano, città di centomila abitanti, di elevato reddito procapite rispetto al resto del territorio italiano, città meta di turismo e business, protetta dalla estesa e solida autonomia altoatesina, si scopre vulnerabile e assediata dalla delinqunza. Realtà o percezione? Sicuramente una percezione alimentata da costanti messaggi attraverso stampa e social che portano i cittadini ad avere atteggiamenti razziali e discriminatori. Non si tollerano più neanche gli adolescenti e le loro tipiche e necessarie manifestazioni di sfida e ribellione. Con la scusa di "proteggerci", si aprezza un aumento esponenziale di telecamere che controllano i nostri movimenti, un aumento importante di addetti alle Forze dell'Ordine di tutti i corpi presenti nel territorio, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili Urbani elevati a Rambo, e ora anche un Superquestore che ricorda supereroi come Batman o Superman, chiamato a salvare la nostra città. Ogni giorno appare nella prima pagina del quotidiano locale e il suo nome è sempre riportato in neretto. Nulla contro l'ufficiale di Polizia chiamato a fare il suo dovere, ma l'esaltazione di questa figura dà origine a dubitare del lavoro svolto dai suoi precedessori nella carica di Questore, tutti inutili? Eppure ho lavorato assieme a loro durante gli anni terribili del massiccio arrivo di immigrati e della pandemia di Sars Cov 2 e ricordo l'impegno delle Forze dell'Ordine per venire in aiuto di chiunque avesse bisogno aldilà di provenienze, etnie, classi sociali e stato economico. Meraviglia anche l'atteggiamento di questo Sindaco, che premia il fatto che la sua città venga sottoposta ad un regime di controllo invece di valutare l'inefficenza e irresponsabilità nella gestione dei Servizi Sociali, e di tutto ciò che attraverso il Terzo Settore veniva egregiamente gestito. Ordini dall'alto di cambiare l'orientamento degli investimenti da sociale a repressione? Di fatto per arginare il fenomeno dei giovani "difficili", non è certamente attraverso la repressione che si ottengono risultati. Lo dimostra la storia, è sufficiente rileggere le cronache degli anni settanta per arrivare alla conclusione che la repressione è l'origine del terrorismo. Per risolvere questi conflitti occorrono strumenti diversi: investire proprio sugli spazi per i giovani, su personale formato sia all'interno di questi spazi che nelle strade (streetworker), dare loro possibilità di esprimersi anziché reprimerli (vedi il caso del ragazzo che protestava attraverso la musica tecno in piazza Erbe), costituire sì una squadra di intervento, ma formata da psicologi, psichiartri, psicoanalisti, operatori sociali , volontri con vocazione e competenze, e soprattutto con amore. Come in una famiglia, quest'ultimo ingrediente - l'amore per i nostri giovani - è essenziale.
Cari amministratori, a mio avviso state sbagliando tutto. Vi riunite fra voi politici e uomini di potere per discutere cose delle quali non avete la minima conoscenza. Chiamate le organizzazioni che operano per strada con quest e ragazze e ragazzi, chiamate gli operatori dei centri giovanili, fate partecipare personale scolastico a queste discussioni e, soprattutto, chiamate chi comprende la salute psichica dei ragazzi. Allora forse riuscirete a stabilire un progetto vincente.
Andrés Pablo Pietkiewicz
Parole che fanno vedere la…
Parole che fanno vedere la direzione giusta da prendere 👍