Gesellschaft | Informatica

“Ma come, in Val d’Aosta sì?”

La piccola regione recentemente ha implementato il software sanitario trentino spendendo solo 50mila euro. Paul Köllensperger torna a criticare in merito la Provincia.

“In estrema sintesi la premessa è questa: in Alto Adige, l'Azienda sanitaria ha deciso di spendere circa 30 milioni per rimettere mano al sistema informatico ospedaliero e il grosso del lavoro sarà affidato alla società Insiel Mercato Spa, a cominciare dalla cartella clinica digitale, il cui costo si aggirerà sui 7 milioni di euro. La spesa totale in un triennio per il SIO si aggira sui 70 milioni.”

Così esordisce il consigliere provinciale Paul Köllensperger di M5S in una presa di posizione in cui ricorda che in questa legislatura il suo movimento si è molto battuto per il riuso gratuito del sistema utilizzato nel vicino Trentino, definito una “best practice riconosciuta a livello nazionale, già rodata in anni di utilizzo e che permetterebbe inoltre di disporre di un sistema unico regionale che semplificherebbe la mobilità dei pazienti, anche in un’ottica di specializzazione degli ospedali periferici”. 
La vera perla del sistema trentino sarebbe proprio la cartella clinica digitale, denominata TreC (che è poi la piattaforma che consente ai cittadini della Provincia autonoma di Trento di entrare in rete con le istituzioni sanitarie e il proprio medico, consultare i referti online, gestire la privacy e accedere ad altri servizi, collegata ad una serie di applicativi per così dire sottostanti).
Nel suo comunicato Köllensperger prosegue riferendo di essere rimasto sconcertato quando i responsabili sanitari altoatesini recentemente hanno motivato la ‘non adozione’ del sistema trentino affermando che “implementare costava di più che rifare da capo”. Per questo il consigliere provinciale pentastellato si è messo in contatto con la Valle d’Aosta scoprendo che la Regione autonoma del nordovest ha scelto di muoversi in direzione contraria rispetto alla Provinai di Bolzano

salto.bz: Köllensperger, ha senso paragonare l’Alto Adige con la Val d’Aosta? Lì il capoluogo ha 34mila abitanti e l’intera regione di abitanti ne ha 85mila a fronte del mezzo milione della provincia di Bolzano…
Paul Köllensperger - In effetti esistono dei calcoli che raffrontano la spesa pro capite per il software sanitario. Ma la progressione non è così lineare. Se noi avessimo adottato il software del trentino che funziona su 500mila persone e lo avessimo utilizzato sui milione di abitanti della regione, le spese senz’altro non sarebbero state raddoppiate. 
Io sono andato a vedere quanto hanno speso in Val d’Aosta perché mi ha lasciato perplesso la risposta che mi hanno dato in Consiglio Provinciale durante l’audizione in merito che c’è stata. Si parlava del sistema TreC trentino, realizzato con un bando da 3,5 milioni vinto da una ditta trentina, grossa, che si chiama GPI.
Il loro sistema era disponibile in riuso e la provincia di Bolzano aveva già firmato per prenderlo, ma poi ha deciso di non usarlo. Perché, hanno detto , che gli sarebbe costato di più implementarlo piuttosto che farlo da capo. Per questo hanno deciso di affidare la cosa ad Insiel che per 7 milioni fa tutto.

Quindi lei è andato a vedere cosa è successo in Val d’Aosta dove il TreC per le cartelle cliniche è stato invece adottato e implementato. Però la Val d’Aosta non è la Provincia di Bolzano.
Sì, lì il sistema è più piccolo e sicuramente anche meno complesso. Però hanno speso solo 50mila euro per adattare questa interfaccia e collegarla ai sistemi sottostanti. In più si sono  fatti il fascicolo sanitario elettronico, per il quale hanno speso 1,8 milioni. Quello che è successo ad Aosta smentisce il fatto che implementarlo costa più che rifarlo. 

Nell’implementazione la Val d’Aosta ha modificato TreC per farlo diventare bilingue?
No, quello sembra di no. In ogni caso tradurre un software non è un grosso lavoro, a suo tempo me l’avevano detto anche i trentini. Vi posso garantire che la traduzione del sistema trentino in tedesco si può fare con soli 50/60mila euro. L’importante è che il software sia ‘localizzato’, cioè predisposto per essere tradotto. 

Quando lei ha sentito la Val d’Aosta per ottenere le informazioni che cercava, ha anche avuto occasione di dire loro qual è la spesa che in merito si sta apprestando a sostenere la Provincia di Bolzano? 
Quando ho detto che qui sarebbero stati spesi 70 milioni in 3 anni di cui 30 circa destinati al sistema informativo ospedaliero mi hanno detto che con 15 milioni avrebbero potuto fare loro tutto quanto. Insomma: le cifre che girano in Alto Adige per loro sono una follia. 
Naturalmente per dare un giudizio serio occorre un’analisi seria. Che qui dicono di aver fatto ma il problema è sempre cercare di capire quanto sono effettivamente oggettivi quando fanno queste cose. A me piaceva l’idea di collaborare con i trentini.

Solo per motivi economici? 
No. Loro hanno anche un’enorme esperienza per quanto riguarda gli applicativi. Come pure nel fare bandi di gara sul mercato. In ogni caso la mia richiesta di collaborare con i trentini non era nell’ottica di un sistema unico, ma di fare due installazione separate che venivano portate avanti insieme ottimizzando nello sviluppo.

Ma i collegamenti con Trento ci dovranno comunque essere per forza. Spesso i pazienti si spostano tra le due province…
Scegliere il sistema di Trento avrebbe comportato la chiusura di Saim. Avrebbero dovuto fare questa cosa come primo passo. Hanno perso due anni ed ora hanno urgenza perché il sistema informatico sta crollando. Devono prestare attenzione perché rischiamo un grosso blackout. Ora dicono che hanno fretta per dare di nuovo tutto alla Saim. 

L’adozione del sistema trentino avrebbe necessitato però di tecnici in grado di fare il lavoro di implementazione…
Il CED ha 70 dipendenti che naturalmente non sono tutti sviluppatori. Sarebbero serviti sviluppatori di linguaggio Java, ma avrebbero potuto attingere a Siag che sviluppatori di questo tipo ne ha 20. Di sviluppatori idi questo tipo ne trovi quanti ne vuoi, puoi anche fare un centro di competenza qui dividendoti i compiti con quelli di Trento ed andare avanti assieme. 

E’ in arrivo una nuova interrogazione in merito da parte di M5S?
Ormai la partita è stata giocata. Se un domani ci saranno problemi se ne dovrà assumere la responsabilità chi di dovere. Non era neanche mia intenzione far perdere tempo e bloccarli. Io volevo farli ragionare su una vita alternativa che a mio parere sarebbe stata molto migliore non solo sotto il profilo della spesa ma anche funzionale. 

Questo è il ruolo dell’opposizione…
E’ anche giusto mettere il naso e non dare tutto per scontato quello che ti raccontano. A me avevano detto che la Saim aveva un’esclusiva per 30 anni ma poi si è scoperto che non era vero. Ogni volta che metti il dito nella piaga cambia la versione della storia. 

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gorgias Fr., 17.06.2016 - 17:39

Noi siamo scemi con troppi soldi. Addesso che abbiamo riddotto le pensioni ai politici, dobbiamo ben avere un posto dove mettere i soldi superflui.

Fr., 17.06.2016 - 17:39 Permalink
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Massimo Mollica Mo., 20.06.2016 - 08:36

Il punto è sempre lo stesso. C'è poca chiarezza! Non si mettono mia le carte in tavola! Se ci fosse TRASPARENZA a mio avviso non ci sarebbe nemmeno bisogno che esistesse il M5S. Faccio i sinceri complimenti a Paul Köllensperger per la sua considerazione. Da sudtirolese e contribuente sono leggermente alterato (per non dire un'altra parola) all'idea di pagare 70 milioni invece che la metà! Sono (anche) i miei soldi, e vorrei che fossero spesi meglio, magari per gente più bisognosa!

Mo., 20.06.2016 - 08:36 Permalink