Pd, nuovo simbolo
salto.bz: Silvano Baratta, vicepresidente del consiglio comunale di Bolzano, il Pd è o non è in crisi come l'uscita di Zanella a Merano e le altre spinte centrifughe della periferia farebbero pensare?
Silvano Baratta: il partito democratico in quanto tale non è affatto in crisi. Ha una struttura diffusa in tutta la provincia e sta reggendo. Diego Zanella a Merano ha fatto affermazioni discutibili, per non usare epiteti inqualificabili. Se uno non sta bene nel suo partito saluta e se ne va, non si mette a fare una lista che non solo potrebbe non fare eletti ma farebbe anche male allo stesso Pd.
I disagi però fuori Bolzano ci sono.
Ci sono sempre stati. Non si tiene conto però che colui che è vicepresidente della Provincia, la più alta carica per un italiano in Alto Adige, appunto Christian Tommasini, è di Laives. La periferia dunque non è solo Sesto Pusteria o Tubre. È qualunque posto fuori Bolzano, il capoluogo dove si concentra la rappresentanza degli italiani in provincia. Quindi, se ci fossero tre eletti, e dato che il terzo posto nella lista dopo Sandro Repetto, di Bolzano, dovrebbe essere occupato da Renate Prader di Bressanone, il capoluogo sarebbe sottorappresentato e servirebbe un riequilibrio.
Quindi come si compone la lista per le provinciali?
Sono solo ipotesi discusse nel partito. Bisogna tenere conto dell’equilibrio di genere e territoriale. Dopo Prader (presidente del consiglio comunale di Bressanone e moglie di Carlo Costa, ndr) potrebbe essere il meranese Zanella, naturalmente se non farà una lista fuori dal Pd che a me sembra una sciocchezza gigantesca. Poi una rappresentanza della val Pusteria, della Bassa Atesina e della Venosta.
Altro che crollo, io mi aspetto una tenuta del Pd. Dopo l'uscita di Bizzo e colleghi stiamo avendo adesioni inaspettate, cittadini che ci telefonano e si iscrivono. Capiscono che il nostro indebolimento è l'indebolimento per il gruppo linguistico italiano in Alto Adige
In molti prevedono o solo sperano un crollo dei “dem”. Se lo aspetta anche lei?
Tutt’altro. Io credo che ci sarà una tenuta. In questa fase, soprattutto dopo l’uscita di Bizzo e colleghi stiamo avendo adesioni inaspettate al Pd, cittadini che telefonano e si iscrivono. Parliamo anche di persone con un consenso sul territorio. Soprattutto nel resto dell’Alto Adige si comprende che un indebolimento del Pd sarebbe un indebolimento del gruppo linguistico italiano in provincia.
È la riscossa dei democratici dopo le defezioni?
Piuttosto un calcolo fondato di tante persone. Visto quello che con il centrodestra al governo ha fatto l’Svp per avere norme di attuazione pensate più che altro per una mera tutela degli interessi del gruppo linguistico tedesco. Guardiamo al commercio: a Bolzano i locali in sofferenza non sono quelli del gruppo tedesco. In Via Milano, via Torino, corso Libertà.
Quindi il Pd riuscirà a confermare i suoi circa 19.000 voti delle provinciali e a eleggere due consiglieri?
Ne ho la certezza, anche se nulla naturalmente è completamente sicuro nella vita. Stiamo facendo acquisizioni e a Merano Zanella è libero di tornare sui propri passi. Non posso fare nomi, non ho l’autorizzazione, ma nei nuovi acquisti abbiamo anche un consigliere comunale. Il Pd non è in una situazione disperata come qualcuno vorrebbe far credere.
Sono certo che faremo due consiglieri alle provinciali. Per portare due assessori in giunta, uno solo è troppo poco. Tra le acquisizioni abbiamo un consigliere comunale e Zanella a Merano è libero di tornare sui propri passi. Il Pd non è affatto in una situazione disperata come qualcuno vorrebbe far credere
A livello nazionale non se la passa bene e in Alto Adige la Lega vuole scalzarvi per governare con l’Svp. Accadrà?
A livello nazionale il momento non è dei migliori ma le indagini dicono che l’elettorato tiene, siamo stabili. Quanto all’ascesa della Lega, in Alto Adige i fenomeni sono sempre arrivati attenuati, c’è l’Svp a sedare gli animi. Speriamo si confermi la tendenza. Mi auguro inoltre un piccolo ridimensionamento della Volkspartei, oltre ad una nostra affermazione per avere due assessori italiani in giunta. Uno è troppo poco, una persona sola non riesce nemmeno a governare tutte le sue competenze, figuriamoci vedere quello che fanno i colleghi.
Vi siete ritrovati nella sede del partito. Di cosa avete discusso?
La settimana scorsa abbiamo parlato delle nuove adesioni, ieri sera in un gruppo più ristretto, con Huber, Costa, Repetto – preciso che tutti gli altri erano invitati, chi non c’era non poteva – sono venuti fuori discorsi di altro tipo. Ad esempio dei fondi del partito e di quelli per la campagna elettorale. C’è chi dice di farla a costo zero, con 20-30.000 euro, ma con una somma così si fa poco. Per le provinciali non bastano, ci sono candidati di altre forze che solo per la campagna personale ne spendono 100.000. Con una somma da definire potremmo stampare opuscoli con il programma e il partito romano ci potrebbe aiutare con i manifesti. Se non avremo il simbolo classico avremo bisogno di qualche modifica.
Ci siamo trovati nel partito per discutere di campagna elettorale, di programma e della possibilità di cambiare simbolo per le provinciali. Io però sono dell'idea di mantenere il nome Pd, è il nostro riferimento storico e fa sì che l'elettorato ci veda
Correrete con un nuovo simbolo?
Potrebbe non essere quello classico delle politiche. La discussione è iniziata ieri e andrà avanti nella prossima riunione che sarà fissata dal segretario Huber. Ci sono opinioni diverse al nostro interno: c’è chi vuole un riferimento all’Europa, chi vuole mantenere la dizione in tedesco, chi vuole toglierla, chi vuole anche il ladino. Io ad esempio sono per lasciare il nome Pd, è un riferimento storico e fa sì che il nostro elettorato ci veda. Poi c’è il programma.
Da dove si parte?
Anche qui il confronto è in corso. Si è detto di trovare una serie di temi chiara, non un programma di 400 pagine. La sanità sarà certamente uno dei punti. In questo settore è successo di tutto di più. Possiamo dire di essere soddisfatti? Non scherziamo.