“Svp e Lega immobili”
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SALTO: Pietro Calò, il PD da cinque anni è all’opposizione con un solo consigliere, Sandro Repetto. Che cosa rimproverate maggiormente alla maggioranza Svp-Lega? E cosa avreste potuto fare meglio?
Questa maggioranza, dilaniata dagli scandali, ha fatto passare questi 5 anni distinguendosi per inazione e voluto immobilismo, la Lega poi si è dimostrata del tutto impalpabile non incidendo minimamente nelle dinamiche della nostra provincia. Certamente noi, come poi speriamo di fare in futuro, avremmo insistito per approvare un “Piano Casa” (come peraltro previsto) confacente alle emergenze che stiamo vivendo e, rispetto al “Piano Clima” mai avremo accettato di approvare una lista di desiderata priva dei “Come” e dei “Quanto” come quella approvata in consiglio provinciale.
A livello di vulgata il PD altoatesino viene ancora visto come il partito che è stato troppo buono con l’Svp. Posto che ora lo stesso si dice per la Lega, dove avete sbagliato in passato e come possono cambiare i rapporti con un gigante come la Stella alpina?
Vorrei ricordare che nel PD sono confluite due forze politiche che, storicamente e in ciò pesantemente avversate dalle forze di destra, hanno sostenuto la nascita dell’Autonomia, proprio per questo ci siamo sempre confrontati dialetticamente con la SVP. Non ci sfugge che ora sembrano prevalere dentro la SVP quelle forze più conservatrici e meno illuminate che, pronte a dimenticarsi la storia di questo territorio, sembrano pronte a matrimoni “contro-natura”. Sarà nostro compito e dovere contrastare in ogni modo qualsivoglia deriva che vada a compromettere le conquiste raggiunte dall’Autonomia per tutti i gruppi linguistici e per combattere accordi di natura opportunistica come quelli che vengono da taluni evocati. Non è inseguendo un governo confuso e liberticida a Roma che si difendono i cittadini del Sudtirolo.
"La “socializzazione” dell’energia è uno dei fondamenti di un pezzo di quella che si definisce smart city"
Lei è stato a lungo ai vertici dell’allora Azienda energetica altoatesina e quindi conosce le dinamiche del mercato. Come ha affrontato la crisi di questi anni la Provincia di Bolzano? Ha usato tutte le carte? Quanto è possibile rendersi autonomi con l’autonomia?
E’ bene premettere che le norme, prima comunitarie e poi nazionali, non consentono margini di manovra “autonomistici” per le aziende energetiche del territorio; si poteva sicuramente essere, a livello politico, meno timidi nel sostenere, anche pedagogicamente, la transizione energetica, con misure mirate ed efficaci nel breve. L’unica cosa che l’autonomia consente, ed in parte va detto è stato fatto riducendo, nel momento più acuto della crisi appena vissuta, incrementi sulla componente Energia della bolletta (gli interventi fiscali sono stati portati avanti dal Governo Draghi e poi, in parte, mantenuti, dal governo Meloni), è di distribuire (lato dividendi provincia) sul Territorio le risorse che provengono da Alperia.
Che futuro possono avere le comunità energetiche?
Un futuro importantissimo, la “socializzazione” dell’energia è uno dei fondamenti di un pezzo di quella che si definisce “smart city”; la messa in comune di diverse piccole fonti di energia rinnovabile associandole ai consumi puntuali di vicinato è una delle scelte più lungimiranti mai assunte sinora. Bisogna peraltro precisare che siamo, nonostante se ne parli da molto, in uno stato di sviluppo ancora embrionale e perfettibile, in particolare il limite di 1 MW quale taglia massima appare eccessivamente penalizzante rispetto alla necessità di uno sviluppo pervasivo delle CER così come si pensa che associare la gestione dei flussi in entrata ed in uscita alla tecnologia Blockchain (gestione dati in maniera distribuita senza un’entità centrale di controllo) sia la vera garanzia per un uso democratico delle risorse energetiche
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Vettorato risponde
"Caro Pietro Calò, - dice il vicepresidente della Giunta Giuliano Vettorato in una breve nota inviata a stretto giro - ma lo sai che per amministrare serve conoscere quanto meno le regole, le norme e le competenze ? Perché se tanto mi daàtanto, considerato le tue dichiarazioni, non sai che l’urbanistica in territorio comunale è una delega comunale. Se parli di costruire tra via Resia e Casanova, devi rivolgerti all'SVP cittadina e ai tuoi compagni del PD, che fino a prova contraria governano assieme e sono pure succubi, mi pare di capire. Per governare e o candidarsi a farlo, quantomeno l'ABC bisogna conoscerlo, se no si fa la figura degli improvvisati. E in questo caso...
Cambiamo argomento. Nel Comune di Bolzano decidono tutto il sindaco Caramaschi e il Bauernbund cittadino, rappresentato da Walcher. Entrambi sono convinti che la città sia sufficientemente sviluppata, e i Comuni limitrofi giustamente ridono quando il sindaco dice che bisogna costruire case nei loro territori. Ma per far abbassare i prezzi, l’unica è costruire case. Tante case. Come se ne esce?
Case, case e ancora case. La differenza rispetto alle varie soluzioni che si ascoltano è che qui si propone un pesante e massiccio intervento pubblico (pagato dalla Provincia e gestito dai Comuni in relazione al fabbisogno) come in passato si era fatto quando si pianificava in base a precise strategie. Per Bolzano è stato stimato un fabbisogno di alloggi pari a 4.000/5.000 entro il 2.030, per tutta la provincia circa 10.000. Un piano di intervento così importante non può che essere pubblico, questo poi è l’unico modo per sottrarre alla speculazione questo settore e, con questi numeri, sottrarre alla speculazione fette di mercato contribuendo ad un nuovo equilibrio alla portata delle tasche dei cittadini. A questo punto sorgono due domande: a chi va destinato questo intervento e dove si potrà fare. Non si vuole qui una sovrapposizione alle politiche in capo a IPES che sono pensate per coprire il bisogno sociale di alloggi, questa misura è pensata in maniera modulata (metrature e entità dei canoni) per mettere sul mercato alloggi da affittare a prezzo calmierato per giovani lavoratori, studenti universitari, giovani coppie, tutti coloro che oggi sono respinti da un mercato immobiliare in mano alla speculazione, e questo attraverso un meccanismo che, in maniera differenziata rispetto alla tipologia di chi abiterà questi alloggi, garantisca un turn over certo.
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Deve essere chiaro che questa indisponibilità sta indebolendo il nostro equilibrio sociale e sta impoverendo la qualità del nostro vivere. Dove? Dappertutto dove si può ma senza tabù. Deve essere chiaro che ogni area potenzialmente sfruttabile è interessante, ben vengano i fazzoletti ai Piani, si ricomprendano gli alloggi pensati all’interno dell’areale ma non si pensi che lembi di verde agricolo già semi-urbanizzato siano al di fuori della questione solo per mero motivo ideologico: la zona tra Casanova e i nuovi insediamenti di via Resia è già oggettivamente destinata alla residenza, si pensi piuttosto a modelli di residenza innovativa e green sul modello ampiamente noto del quartiere “Vauban” di Friburgo in Germania. Bolzano è città già densissima e i pochi lembi censiti a verde agricolo sono frizionali, delle due l’una o si concede a Bolzano uno status di “città estesa” con accordi con i comuni vicini per scaricare la pressione abitativa o la si lasci scegliere il proprio destino con scelte condivise e lungimiranti.
"Noi riteniamo, in controtendenza rispetto a Sindaco e Vicesindaco, importante realizzare la variante alla statale 12"
I progetti viabilistici in cantiere sono sufficienti per “curare” una mobilità che nei periodi sempre più frequenti di afflusso turistico è come quella di una metropoli asiatica?
La viabilità di Bolzano si risolve solo avendo ben chiari gli obiettivi di lungo periodo, in particolare sapendo che il parco macchine dovrà drasticamente diminuire, che la mobilità elettrica dovrà affermarsi (risolvendo nel frattempo una serie di problemi tecnologici ed infrastrutturali) e che il trasporto pubblico dovrà essere radicalmente rivoluzionato, in questo modo potremmo pianificare correttamente gli interventi senza passare per forza dalla costruzione di nuove mega arterie (come per esempio l’inutile spostamento in galleria dell’A22). Nel frattempo andranno prese e condivise, una serie di misure tampone per minimizzare gli impatti, in particolare per quando avremo terminato la stagione dei cantieri. Tra queste noi riteniamo, in controtendenza rispetto a Sindaco e Vicesindaco, importante realizzare la variante alla statale 12; questo perché ci sembra che il dibatto sia ideologico e non tenga conto dei tempi necessari alla realizzazione di una serie di opere di cui sempre si parla, qualcuno dovrebbe spiegare come rendere compatibile il tunnel del Monte Tondo e qualsivoglia intervento sull’areale senza un’arteria (come la citata variante) che possa essere di supporto ai flussi veicolari che si andranno a creare.
Sui social si vedono sue sponsorizzazioni di post dedicati al tema Autonomia partecipata. DI cosa si tratta?
Ho voluto enfatizzare il fatto che l’Autonomia è un bene di tutti, che va difesa ed aggiornata e che è prima di tutto importante votare: la difesa dell’Autonomia così faticosamente costruita da tutti i gruppi linguistici è un valore non delegabile all’inerzia, alla pigrizia ed alla disillusione. 4Ho poi voluto condire il tutto con alcuni “meme” evocativi delle storture e bizzarrie che si sono nel tempo sedimentate, con l’ambizione di proporre poi qualche soluzione.
Bene la sottolineatura sul…
Bene la sottolineatura sul fatto che i partiti storici del PD hanno creduto nell'autonima. Ed è in forza di questo che chiedo un partito democratico più autonomo e staccato da Roma.
Poi per il resto si puà discutere ma se il bacino primario è Bolzano Bozen e poi Meran o allora i temi principali sono :1) il costo delle case 2) il carovita 3) la viabilità 4) il lavoro.
Sulla viabilità dissento da Pietro perchè va bene la statale 12 (è dai tempi di Tommasini che pareva cosa fatta, e vi sono articoli su Salto che lo testimoniano) ma non basta, ci vuole anche la variante della A22 che ha un doppio obiettivo: a) spostare l'inquinamento fuori dalla città (da studi fatti in provincia le polveri sottili lì sono altissime) b) creare un nuovo arginale che gestca meglio il flusso turisco dalla città verso l'esterno e verso Merano e la valle Isarco.