Umwelt | Mondiali di sci 2031

La speranza è morta. Ma ci conviene.

Mondiali di sci 2031
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  • Non ho parole. Si parla di sostenibilità ambientale e di tutelare la popolazione residente. Di fatto le immagini che arrivavano da Reikiavik lo scorso 4 giugno mi hanno scioccato: il nostro presidente Kompatscher e i suoi complici a festeggiare e ad abbracciarsi. Avevano vinto mentre tutti noi abbiamo perso!

    Siamo perdenti di fronte ai mondiali di sci 2031 assegnati alla nostra valle. All’insegna del “andiamo avanti così senza limiti”, ci stiamo rimettendo la nostra faccia. Le generazioni future guarderanno a noi come esseri ipocriti e avidi, privi di senso di uguaglianza sociale e rispetto per il prossimo. A ragione. Ho l’impressione che ogni singola decisione presa dalla classe dirigente, abbia come unico scopo il lucro e la propria convenienza. Ci dicono che i mondiali di sci 2031 ci convengono, in che senso?

    Ci conviene avere ancora più passaggi sulle piste da sci? Ancora più traffico sulle nostre strade? Ancora più ospiti “tocca e fuga” che girano in macchina per i passi dolomitici o raggiungono le nostre belle cime con funivie e infradito per scattare una “foto-must” guidati da GPS senza alcuna consapevolezza né rispetto per il contesto in cui si trovano?

    Ci conviene vedere i giovani locali che non riescono più a permettersi un’abitazione, neanche un appartamento in affitto, di fronte a chi per una seconda casa in Val Gardena nel nome della speculazione è disposto a pagare milioni? 

    Ci conviene continuare a investire la tassa di soggiorno in marketing per attirare ancora più persone negli hotspot anziché investire nel bene comune e nella qualità di vita per la popolazione locale?

    Ci conviene vendere la nostra acqua come “pura e limpida”, sapendo che in futuro le nostre sorgenti ai Plans de Cunfin sgorgheranno in una zona non più protetta, bensì vittima di speculazione, attraversata da impianti di risalita e cementificata con invasi per l’acqua necessaria a innevare artificialmente i nostri prati?

    Il mio appello è alla coscienza di chi prende decisioni nel nome della collettività, avendo come unica priorità i propri interessi personali. Stiamo segando il ramo su cui siamo seduti!

     

    Alexander Prinoth

    Operatore turistico

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Simonetta Lucchi Fr., 21.06.2024 - 13:33

Anche se, sinceramente, il problema della casa è più per i molti lavoratori anche stagionali che vengono in Val Gardena. E i locali dovrebbero essere i primi a pensare di affittare a prezzo convenzionato ai loro paesani anziché ai turisti. Faccio presente: gli insegnanti hanno da decenni un problema enorme e devono andare via. Sappiamo bene che le acque non sono chiare e limpide da tempo: tutti siamo responsabili e il ramo non regge oltre.

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