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Il CTCU insiste: “Ci sono i margini per un risarcimento danni”

Investimenti discussi. Controreplica del direttore Walther Andreaus al direttore di Sparkasse Calabrò: ”Non si tratta di una battaglia persa”.

Prosegue il dibattito pubblico tra Cassa di Risparmio e il Centro Tutela Consumatori Utenti di Bolzano in merito alle critiche sollevate dal CTCU lo scorso 11 settembre a proposito del presunto danno subito da migliaia di risparmiatori
Dopo le deduzioni formulate dal direttore generale della banca Calabrò ecco la controreplica firmata dal direttore del CTCU Walther Andreaus. 

Il CTCU prende atto del nuovo corso che la dirigenza della banca intende imprimere, ma “ribadisce che per gli errori del passato la Cassa non può chiamarsi fuori e risolvere la questione paternalisticamente richiamandosi alla sua funzione di maggior banca del territorio”. 
CTCU va quindi nel dettaglio, ricordando che “nel passato la Banca ha spinto i risparmiatori a perseguire scelte di investimento fallimentari che hanno provocato notevoli perdite”. 

Come si ricorderà il CTCU aveva imputato alla Cassa di Risparmio di aver operato con scarsa trasparenza nei confronti dei suoi risparmiatori in merito alla reale ‘natura’ dei titoli in loro possesso. 

Ebbene: oggi il CTCU ribadisce che a suo avviso la procedura seguita da parte della banca sia stata “irregolare e non rispettosa della normativa legale e regolamentare” in quanto “quando un’operazione è inadeguata la Banca non può effettuarla perché non nell’interesse del cliente". Nello specifico secondo il CTCU la banca avrebbe agito “al di fuori della tutela e delle garanzie del servizio di consulenza e della valutazione di adeguatezza”. 

“In tale modo, infatti, si consente ad un risparmiatore con profilo di rischio basso o medio basso, di acquistare dei titoli per lui del tutto non adeguati, con evidente danno per lo stesso, il quale non è in grado di sopportare rischi elevati. Ed è anche per tale procedura irregolare che migliaia di risparmiatori dell’Alto Adige acquistando le azioni della Cassa si sono trovati con titoli non commerciabili ed enormemente svalutati con gravi perdite.”

Per il CTCU la questione “resta del tutto aperta e deve essere valutata e lo sarà da una Istituzione imparziale quale la Magistratura”. L’associazione dei consumatori si dichiara quindi “contraria al fatto che che la questione possa essere decisa in un’unica soluzione e senza possibilità di appello da un organismo della Associazione delle Banche Italiane”, così come invece proposto dalla Sparkasse. 

Il CTCU conclude ribadendo la sua intenzione di sostenere i risparmiatori con lo scopo di “ottenere per via giudiziale” il cosiddetto ‘ristoro’ dei danni subiti. 
Per il direttore del Centro Tutela Consumatori Utenti Walther Andreas “non si tratta di una battaglia perduta” e di una ‘illusione’ per i risparmatori, ma si tratta invece - ancora parole di Andreaus - “di aprire loro gli occhi su una questione realmente grave e meritevole di essere sanzionata con il risarcimento dei danni”.

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Steuer Zahler Fr., 18.09.2015 - 22:13

Dass bei einer Gerichtsentscheidung die Kleinsparer Recht und Genugtuung bekämen, ist zweifelsohne. Die Frage ist nur, wie lange die Verbraucherzentrale dafür prozessieren müsste. Und das weiß die Sparkasse und fährt deshalb die Zeitverzögerungs- und Zermürbungstaktitk.

Ich erinnere nochmal an den Hergang der Kapitalerhöhung von 2012, wo Schedl eine geschönte und unrealistische Situation dargestellt hatte.

Im August hatte Schedl eine Halbjahresbilanz von über 18 Mil netto vorgestellt. Dann haben alle Kleinsparer im Oktober gezeichnet - wohl im Irrglauben, dass das ganze Jahr 2012 mit einem Gewinn von 36 Mil oder mehr gahbt hätte. Anfang 2013 legte dann die Sparkasse eine Jahresbilanz von 7 Mil vor. Also hat die Sparkasse entweder im 2. Semester 11 Mil verloren, oder das 1. Semester war zu gut ausgewiesen.
Egal was von beiden, sicherlich wusste Schedl ganz genau, dass die Kunden im Oktober Aktien zeichneten, die in keiner Weise das wert waren, was sie bezahlt wurden.
Schedl hat das aber verschwiegen. Dass die Südtiroler Kleinkunden ihr Geld berloren, war ihm egal, denn er verdiente ja mehr als 600'000 im Jahr.

Als er vor einem Jahr rausgeschmissen wurde, war er dann so geschickt, und konnte sich bei seinen alten Bekannten in der Deutschen Bank einstellen lassen. Aber so langsam langsam hat man auch in der Deutschen Bank gemerkt, dass Schedl das Gehalt nicht wert ist und den Job nicht kann. Gerade heute steht in den deutschen Medien, dass er als Leiter Privatkunden Deutschland abgesetzt worden ist.
http://www.n-tv.de/wirtschaft/Deutsche-Bank-tauscht-Manager-aus-article…
Leider wird diese (späte) Gerechtigkeit den Südtiroler Sparkasse-Aktionären nichts helfen. 5 Jahre lang hat er über 600'000 im Jahr abgesahnt, und das Geld wird ihm niemand mehr nehmen.
Schade eigentlich, denn andere Banken in Italien haben sehr wohl ihre alten Top Manager verklagt, die mit unerhörten Gehältern nix als Schäden verursacht haben.
Die alte Führung der Cassa di Risp. Di Ferrara haben ihren alten Generaldirektor mit gesamten CDA auf 130 Mil verklagt. Die Banca Popolare di Vicenza verklagt auch ihren alten Generaldirektor.
Nur der neue CDA der Sparkasse geht nicht gegen den alten CDA und gegen Schedl vor. Denn sonst riskieren sie vielleicht, dass für manche Mitglieder des heutigen CDA und für die ausgemusterten Landespolitiker der SVP sehr unangenehme Wahrheiten bekannt würden. Und das will der neue Präsident der Sparkasse sicher nicht.
Kann ihm ja nur recht sein, denn draufzahlen tun ja nur die Kleinkunden, und Schedl lacht sich über die dummen Südtiroler ins Fäustchen, während er auf seinen glitzernden Geldhaufen blickt ...

Fr., 18.09.2015 - 22:13 Permalink