Pesticidi, coscienza pulita
A fare la segnalazione erano stati alcuni abitanti di Sinigo, residenti nei dintorni dei campi del centro di sperimentazione del Laimburg: “I pesticidi sono troppo vicini alle case”. E l’occasione era stata colta al balzo da Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore/Fratelli d’Italia, che si era fatto portavoce della protesta incalzando la Provincia: “Perché i contadini non spengono gli atomizzatori quando si avvicinano sensibilmente alle case finendo con l’irrorare di veleno anche le abitazioni stesse ed i residenti tra cui donne incinte e bambini in tenera età?”, aveva chiesto l’esponente di centrodestra. “Nell’approssimarsi alle case i contadini - aveva proposto Urzì - potrebbero spegnere i loro atomizzatori e irrorare manualmente le piante poste ai confini degli appezzamenti; in questo modo limiterebbero la quantità di veleni che raggiungono le abitazioni. Invece gli addetti - pare peraltro privi loro stessi dei dispositivi individuali di protezione - proseguono a pieno regime anche a pochi metri dai condomini con il risultato che le finestre delle case confinanti con i campi risultano imbrattate di veleno e l’odore acre e irritante dei pesticidi si propaga fin dentro le abitazioni”.
La regola è che in linea di massima tutti gli addetti all’irrorazione sono tenuti, nel girare il trattore, a spegnere gli spruzzatori, è la replica dell’assessore all’agricoltura Arnold Schuler. Entrando nel dettaglio l’alfiere della Svp spiega che i “filari esterni vengono trattati solamente verso l’interno, seppur previsto per legge solo a partire dall’anno prossimo, in modo tale che i prodotti fitosanitari raggiungano possibilmente solo le piante. Inoltre già da anni vengono utilizzati solo ugelli ad iniezione su tutta la corona, per evitarne la dispersione”. Per quel che riguarda invece la protezione individuale dei contadini Schuler puntualizza che tutti i trattamenti fitosanitari a Sinigo vengono compiuti da trattori muniti di cabina che è sufficientemente protettiva.
Nessuna denuncia, nessun campionamento
Nell’interrogazione il consigliere di Fratelli d’Italia-Alto Adige nel cuore aveva inoltre chiesto se fossero stati effettuati dei campionamenti per rilevare la quantità di esposizione ai pesticidi di chi abita vicino nell’area interessata, quella di via Vittorio Veneto. Si parte dalla stessa rassicurazione di sempre: “I prodotti fitosanitari sono oggi tra le sostanze chimiche più studiate e sono soggetti a rigorose procedure di autorizzazione. Le autorità controllano che i fitofarmaci siano sicuri per le persone se utilizzati correttamente e conforme allo scopo previsto. Anche l’esposizione di terzi, come residenti o passanti, viene esaminata mediante la deriva e inclusa nella valutazione - chiosa l’assessore -. Sono compresi nella valutazione gli utenti e i lavoratori che intervengono successivamente sulla superficie, ma anche i residenti o le persone che si trovano casualmente nelle vicinanze durante l'applicazione. Inoltre, sia a livello statale sia a livello provinciale sono state emanate numerose norme sull'applicazione dei pesticidi”. In questo specifico caso non essendoci state “precise denunce di di intossicazione, accertate o presunte” non sono stati eseguiti campionamenti per valutare l’esposizione della popolazione, si smarca Schuler ricordando che i residenti hanno la possibilità di segnalare immediatamente agli organi di polizia locale i casi di scorretta distribuzione di prodotti fitosanitari, come ad esempio il mancato rispetto delle distanze di sicurezza.
A regola d'arte
L’impegno, ribadisce l’assessore, è quello di cercare sempre di tenere limitati gli effetti dei trattamenti fitosanitari nei riguardi dei confinanti e dell’ambiente. ”Per la dispersione utilizziamo ugelli ad iniezione e trattiamo gli impianti situati ai bordi, dall’interno verso l’interno. Inoltre in alcune strade sono state piantate siepi che fanno da barriera. Tutti gli spruzzatori vengono controllati regolarmente e rispettano le norme vigenti. I trattamenti fitosanitari vengono eseguiti quanto più possibile al mattino e non vengono usati prodotti fitosanitari che provocano odori sgradevoli”, conclude Schuler.
Il Piano d'azione nazionale
Il Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN), prevede misure per la riduzione dei rischi derivanti dell'impiego dei prodotti fitosanitari nelle aree frequentate dalla popolazione. Cita testualmente: "È fatto obbligo di avvisare la popolazione attraverso cartelli che indicano, tra l'altro, la sostanza attiva utilizzata, la data del trattamento e la durata del divieto di accesso all'area trattata."
Queste informazioni consentirebbero alle persone esposte al pericolo dei pesticidi di tutelare la loro salute.
In Alto Adige queste importanti informazioni non vengono date. Si preferisce minimizzare e nascondere la pericolosità delle molte sostanze chimiche utilizzate in agricoltura, ed in particolare nella coltivazione delle mele.