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Sono emozioni particolari

“Sono emozioni particolari, quelle che si provano nel fare teatro”.
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Dario Spadon, presidente e direttore artistico della Cooperativa Teatrale Prometeo e Daniele Frison, vicepresidente, ripercorrono i trent’anni di Prometeo con occhio critico, un velo di autoironia e un grande amore per l’arte del teatro.

Non si tirano indietro Dario Spadon e Daniele Frison quando si tratta di rimboccarsi le maniche per mettere in piedi uno spettacolo: dall’allestimento al lavoro dietro la scrivania. “In una cooperativa come la nostra ognuno assolve a più funzioni”, ribadisce l’autore teatrale, attore e regista Dario Spadon, presidente della cooperativa dal 1995.

Ci troviamo negli uffici della cooperativa, uno scantinato scarno dell’Istituto Comprensivo Bolzano V – Gries 1. “I nostri uffici non sono un granché”, afferma Spadon con una scrollata di spalle: “Ma preferiamo destinare le nostre risorse economiche alle produzioni e ai progetti piuttosto che a pagare l’affitto di locali migliori di questo…  d’altronde non importa dove ci troviamo”. Il nome della cooperativa “Prometeo”, infatti, gode di grande prestigio nel panorama teatrale italiano ed è sinonimo di garanzia per un teatro di alta qualità, indipendentemente dall’ubicazione degli uffici.

All’appuntamento per l’intervista si presenta anche il tecnico audio e datore luci Daniele Frison, collaboratore di Prometeo sin dalla sua fondazione. Si era avvicinato all’originario collettivo teatrale nel lontano 1977, “per amicizia”, come afferma, “condividendo l’inizio di quest’avventura”. Allora il gruppo venne fondato da lavoratori e studenti che si sono poi professionalizzati confluendo nel 1985 nella Cooperativa Teatrale Prometeo. “All’inizio la nostra attenzione era rivolta al teatro di ricerca, che oggi viene definito teatro contemporaneo”, si ricorda Daniele Frison: “Un teatro che esce dai luoghi deputati. Volevamo abbattere i loro confini per portarlo a tutti e ovunque”.

Come è nata la vostra passione per il teatro?
Daniele: Ho imparato ad amare il teatro innamorandomi di uno spettacolo di Prometeo sul tema dell’amicizia e della malattia mentale, tema che per me ha un certo significato visto che lavoro come educatore psichiatrico. Il teatro era riuscito ad aprire le mie porte interiori e ancora oggi ho grandi aspettative ogni volta che assisto a uno spettacolo teatrale.
Dario: A me il teatro interessa soprattutto come momento di comunicazione. Non mi piace l’attore protagonista, quello narcisista – ho sempre rifiutato quest’idea e non mi piacciono gli spettacoli dove si recita per se stessi. Noi, che crediamo nel fare teatro, dobbiamo avere come scopo primario quello di comunicare.

In questi 30 anni di attività, cosa ha contraddistinto la vostra cooperativa?
Dario: Nel corso degli anni abbiamo raccolto molte identità, voci e pratiche, accomunate dal fatto di essere in linea con l’anima della nostra cooperativa, che sin dall’inizio si è contraddistinta  per il suo essere non schierata, ossia non appartenente a nessuna corrente politica. La politica storicamente ha sempre tentato di influenzare le scelte artistiche, anche nella nostra provincia. Noi, tenendoci lontani, abbiamo spesso pagato per questo.
Daniele: Succede spesso che l’idea culturale vada dietro ai soldi e questo non privilegia certo il fare cultura.

Quali sono gli spettacoli attualmente nel vostro repertorio?
Dario: Attualmente la Cooperativa ha in repertorio sei spettacoli che circuitano in tutta Italia, tre per bambini, uno per ragazzi, del quale esiste anche la versione in lingua tedesca, e due serali. Lo spettacolo “Endurance”, nato nel 2002, ha alle spalle oltre cinquanta repliche. In realtà però ho sempre voglia di rinnovare gli spettacoli, altrimenti… mi annoio. Questa mia fissazione a volte è la disperazione dei miei colleghi, ma non ce la farei mai a rifare lo stesso spettacolo per troppo tempo.

Tra gli spettacoli della Cooperativa Teatrale Prometeo figurano anche molte produzioni per bambini e ragazzi.
Dario: Il nostro collettivo è nato proprio lavorando su uno spettacolo per bambini. Fare teatro per i bambini non è facile – ti accorgi subito se lo spettacolo funziona in base alle loro reazioni. I bambini non sono, infatti, abituati alla pratica teatrale ed esprimono senza remore la loro approvazione o disapprovazione. Intendo dire che se lo spettacolo non piace non applaudono…. o scappano, correndo su e giù per il teatro! Gli adulti, invece, faticano di più ad esprimere l’eventuale dissenso...
Daniele: … anche se dovrebbero (sorride NdR).

Com’è la situazione del teatro a Bolzano oggi?
Dario: A Bolzano non sono molti i giovani che hanno voglia di impegnarsi nel teatro, forse perché non c’è una vera e propria popolazione studentesca, contrariamente alla vicina Trento, dove, invece, ci sono alcune scuole di teatro molto frequentate.

È possibile vivere di questo mestiere?
Dario: Lavoriamo ad ampio raggio: non produciamo solo spettacoli teatrali, ma conduciamo anche laboratori, organizziamo rassegne, prestiamo le nostre voci a produzioni audiovisive, soprattutto per la RAI. Collaboriamo, inoltre, con compagnie e festival nazionali, girando tutta l’Italia. Le uniche regioni dove non siamo ancora stati con i nostri spettacoli sono la Valle d’Aosta e la Sicilia. Il nostro è comunque un mercato molto difficile, molto elastico e questo naturalmente crea un po’ d’ansia nella gestione del budget.

Quindi sono soprattutto le difficoltà economiche a crearvi i maggiori grattacapo?
Daniele: Per scrivere un testo teatrale o fare uno spettacolo serve pace e un’anima tranquilla e questo dipende anche dall’avere una tranquillità economica. Questa purtroppo manca ed è un’ansia che ci condiziona. Inoltre abbiamo sempre sentito la mancanza di uno spazio nostro, di una nostra casa, anche se da qualche anno abbiamo trovato ospitalità, ma non residenzialità, presso il Teatro San Giacomo nel Comune di Laives.

Quali sono stati i momenti più belli della vostra esperienza in cooperativa?
Dario: L’incontro con i maestri del teatro di ricerca, che non è mai stato solo un semplice incontro, ma un vivere insieme. Abbiamo portato per primi a Bolzano compagnie come l’Odin Teatret di Eugenio Barba, i Cantieri Teatrali Koreja, il Laboratorio Teatro Settimo di Gabriele Vacis e attori e registi come Pippo Delbono, Marco Paolini, Danio Manfredini, Laura Curino, César Brie e Mario Perrotta.

Il prossimo appuntamento a teatro con la Cooperativa Teatrale Prometeo è  fissato per questa domenica 25 ottobre alle ore 17.00 al teatro San Giacomo di Laives. Nell’ambito della rassegna teatrale per ragazzi e famiglie “Prossima fermata” andrà in scena la nuova produzione di Prometeo Brillantina, la vicenda di due fratelli, Rella e Tello, che girano il mondo raccogliendo storie da raccontare. I piccoli spettatori verranno condotti in un luogo magico, dove le posate si sposano divertendosi sulla tavola apparecchiata e dove da un uovo nero fra tante uova bianche nasce un pulcino colorato. Una fermata a teatro è d’obbligo!